Come abbattere la corruzione con appena 16 milioni di dollari

Di Bjørn Lomborg
17 Marzo 2023
Uno studio prova che i sistemi di appalti elettronici costano poco e fanno risparmiare ai governi molto denaro, contrastando mazzette e sprechi. Ecco un Obiettivo di sviluppo sostenibile su cui puntare
Bustarella
Foto di Markus Spiske per Unsplash

Quarto articolo della serie di Bjørn Lomborg dedicata agli studi del Copenhagen Consensus su come la comunità internazionale può stabilire “Obiettivi di sviluppo sostenibile” davvero raggiungibili, a differenza dei velleitari 169 obiettivi fissati dall’Onu per il 2030. Le altre uscite della serie sono reperibili qui.

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La corruzione è un’enorme sfida globale, che costa verosimilmente più di mille miliardi di dollari all’anno, ossia 120 dollari per ogni abitante della Terra. I leader mondiali hanno promesso da tempo di reprimerla, ma purtroppo non stanno concludendo nulla. Adesso un nuovo studio ha individuato un modo sorprendentemente semplice ed economico per contrastare la corruzione, che può anche fare risparmiare agli Stati centinaia di milioni o perfino miliardi di dollari.

Tra le ragioni che rendono così difficile affrontare la corruzione c’è il fatto che incassare mazzette è estremamente conveniente per i pubblici ufficiali, mentre i clienti che le pagano ottengono spesso servizi migliori o più rapidi. Tuttavia i politici, nell’ambito dei cosiddetti Obiettivi di sviluppo sostenibile [Sustainable Development Goals, ndt] condivisi da tutti i governi del mondo, hanno promesso di arginare la corruzione in maniera sostanziale dal 2016 al 2030.

Peccato che non stiano mantenendo l’impegno. L’indice della corruzione percepita di Transparency International mostra come, a livello globale, non sia stato fatto assolutamente alcun progresso nell’ultimo decennio. Nel 2022 il mondo era corrotto come lo era quando è iniziata la raccolta dei dati nel 2012. Con i ritmi attuali, non riusciremo a ridimensionare il fenomeno, né nel 2030 né mai nel futuro.

Limitare la corruzione non è l’unico impegno globale che non stiamo onorando. In effetti è soltanto una delle centinaia di grandiose promesse incluse tra gli Obiettivi di sviluppo sostenibile per il 2030, e stiamo fallendo su quasi tutte. Se continueremo così, realizzeremo gli impegni per lo sviluppo con mezzo secolo di ritardo. Dobbiamo fare meglio, e adesso è il momento giusto per iniziare questa discussione: il 2023 è la metà del tempo stabilito per gli Obiettivi di sviluppo sostenibile, ma in verità non siamo nemmeno lontanamente arrivati a metà del percorso per realizzarle.

Ecco perché il mio think tank, il Copenhagen Consensus, ha lavorato per anni con dozzine di economisti tra i migliori al mondo con lo scopo di individuare le aree in cui possono essere compiuti i progressi più importanti nell’ambito degli Obiettivi di sviluppo sostenibile. Dovremmo far nostre innanzitutto le misure più intelligenti. La nostra nuova ricerca sulla corruzione evidenzia che una priorità per molti governi dovrebbe essere migliorare gli appalti pubblici.

In quasi tutti i paesi il governo è di gran lunga il più grande acquirente di lavori, beni e servizi forniti dal settore privato. Gli appalti pubblici ammontano a quasi 13 mila miliardi di dollari, pari al 15 per cento del Pil globale. Nei paesi in cui vive la metà più povera della popolazione mondiale, gli appalti rappresentano addirittura metà della spesa totale dei governi.

Questi appalti possono diventare meno corrotti e più efficienti trasferendo online l’intero sistema, rendendolo trasparente. Con un sistema di appalti elettronici, o “e-procurement”, molte più imprese verrebbero a conoscenza delle aste, potrebbero essere presentate più offerte e la conseguenza è che i governi perderebbero meno denaro a causa di corruzione e sprechi.

Purtroppo, quattro su dieci paesi a reddito basso e medio-basso non hanno ancora un sistema di appalti elettronici completo. Il nostro studio ha esaminato costi ed effetti di iniziative nell’ambito dell’e-procurement in paesi a basso reddito come Bangladesh e Ruanda, in paesi a medio reddito come Ucraina e Tunisia e in paesi a reddito alto come l’Italia e la Corea del Sud. I risultati indicano che ci vuole in media un anno per pianificare un sistema di appalti elettronici, un ulteriore anno e mezzo per progettarlo e costruirlo, e due anni e mezzo per testarlo. Negli ultimi 12 anni, il costo medio è di 16,7 milioni di dollari, indipendentemente dalle dimensioni del paese considerato: una somma irrilevante in confronto alla maggior parte dei budget governativi.

I benefici invece sono molteplici. Un sistema di appalti elettronici ben progettato consente il monitoraggio proattivo e l’identificazione della corruzione, e comporta che le condotte sospette possano essere automaticamente segnalate. L’e-procurement inoltre fa crescere il numero di offerenti: nello stato indiano di Karnataka, i fornitori sono aumentati da 130 a 4.800 in tre anni. E quando dispongono di sistemi facilmente accessibili, i governi possono spendere meno per pubblicizzare le aste. L’esecutivo delle Filippine ha potuto risparmiare 9 milioni l’anno in pubblicità sui giornali.

Un elemento importante è che l’e-procurement velocizza le procedure. In Corea del Sud, grazie al sistema degli appalti elettronici il tempo di elaborazione delle offerte è stato tagliato da una media di 30 ore ad appena 2, mentre in Argentina la durata del procedimento si è ridotta di oltre 11 giorni. Certo, fare le cose alla svelta non equivale a farle bene. Ma è provato che digitalizzare gli appalti significa una migliore supervisione e un miglioramento del servizio. L’India, per esempio, dopo il passaggio a un sistema di appalti elettronici ha registrato un aumento del 12 per cento nella qualità delle strade.

Ma probabilmente la conseguenza più importante e documentata è che l’e-procurement permette ai governi di tagliare la spesa complessiva. Il nostro studio mostra che il risparmio medio è del 6,75 per cento, e questo ha un peso quando si tratta di esborsi miliardari. Mediamente, per un paese a basso reddito il risparmio nei primi 12 anni ammonta a oltre 600 milioni di dollari. Per ogni dollaro speso, il risparmio realizzabile vale 38 dollari. Il taglio medio alle uscite per i paesi a reddito medio-basso nei primi 12 anni è di oltre 5 miliardi di dollari; ciò significa che ogni dollaro speso crea benefici sociali per oltre 300 dollari. E questo rende gli appalti elettronici una delle misure più efficaci del mondo.

Fare totalmente piazza pulita della corruzione potrebbe non essere un obiettivo alla nostra portata. In tutto il mondo, però, esistono prove convincenti del fatto che gli appalti elettronici possono ridurla a costi ridotti, rendendo le società molto migliori.

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