
Com’è brutta l’arte a Milano tra impiccagioni e teste mozzate
L’altro giorno i manichini impiccati dai giovani della destra sociale in giro per Roma e provincia per denunciare gli affitti-capestro avevano fatto gridare allo scandalo i ben pensanti. Gli stessi che invece avevano applaudito alla “impiccagione” d’artista di due manichini di bambini (peraltro ben più inquietanti poiché verosimili) ad opera di Maurizio Cattelan lo scorso anno a Milano. L’artista ben pagato poteva farlo, i giovanotti che denunciano un problema reale no. Si badi che lo stesso Cattelan aveva giustificato con vaghi motivi sociali il suo gesto, che aveva il difetto di considerare la città un museo adatto ad accogliere provocazioni (?) estetiche, mentre invece la città è la città.
Italia poveretta, questa dove la borghesia scambia e giudica l’arte, la vita, la politica solo sulla base dei luoghi comuni, del politicamente corretto, della fama.
E ora arriva l’artista che mette in mostra l’esecuzione per decapitazione di Oriana Fallaci. In un paese serio, nessun museo o galleria lo avrebbe accettato e il bellimbusto sarebbe stato mandato a studiare cosa è l’arte con due pedate nel culo. Invece a Milano…
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