
È colpa del governo se la Borsa va giù? O di Goldman Sachs (come scrisse Repubblica)?
Oh-oh, cari lettori, lasciamo stare il complotto del Britannia e dimentichiamo pure il precedente del finanziere, speculatore e sois-disant “filantropo” George Soros, amicone di tutta la compagnia prodiana, antibushana e antiberlusconiana, che nel ’92 si divertì a giocare contro la Lira dal bordo di una piscina e costrinse Bankitalia a “bruciare” 40 mila miliardi (e poi al governo Amato a mettere le mani sui conti correnti degli italiani prelevando forzosamente i nostri quattrini per tappare la falla delle finanze nazionali).
Oggi, martedì 8 novembre 2011, il quotidiano di Largo Fochetti dedica una prima pagina alla notizia che la Borsa fugge di gran carriera dai titoli di Stato italiani solo ed esclusivamente perché “Berlusconi resiste”. Oibò. Di chi è la regia di questa corsa alla speculazione contro l’Italia? Repubblica, come minimo, conosce l’ordito di questa brutta storia che mangia i risparmi degli italiani e ci puccia il biscotto? Chissà. Intanto, questo articolo che vi proponiamo qui di seguito a firma di Federico Rampini, illustre corrispondente di Repubblica (prima da Pechino, ora da New York), datato 2 settembre 2011, ci offre tutt’altra interpretazione dell’ondata speculativa che investe l’Europa dall’estate scorsa e che nelle ultime settimane ha preso di mira l’Italia.
«Nell’accumularsi di posizioni ribassiste contro alcuni paesi dell’eurozona rispunta la regìa dei soliti noti: Goldman Sachs. Con l’aggiunta di un sospetto conflitto d’interesse, perché la stessa banca di Wall Street ha anche un ruolo di punta come consulente di alcuni governi europei, Spagna in testa. A sollevare il caso è il Wall Street Journal con un articolo intitolato “Goldman pessimista: in un rapporto privato ai clienti dei suoi hedge fund spiega come guadagnare dal disastro globale”».
«All’origine c’è un documento di 54 pagine firmato da uno dei più importanti strateghi della banca, il 57enne Alan Brazil, e riservato a poche centinaia di grossi investitori istituzionali che sono i migliori clienti di Goldman Sachs. Il rapporto di Brazil è estremamente negativo sulle possibilità di salvare l’eurozona dalla crisi attuale. Fra l’altro stima che le banche europee possono necessitare di 1.000 miliardi di dollari per ricapitalizzarsi, in conseguenza delle perdite subite sui titoli di Stato. Non è confortante neppure l’analisi su altri scenari (poche speranze di ripresa dell’occupazione Usa; forse insostenibile l’attuale crescita della Cina) ma è sull’euro che Goldman offre alla clientela Vip una strategia di speculazione ribassista. Si tratta di prendere una posizione “contro”, investendo in un indice di credit default swaps il cui valore aumenta se cadono le azioni delle banche europee».
«Dove la faccenda si fa controversa, è nel ruolo che la stessa banca americana ha presso il governo di Madrid. È sempre il Wall Street Journal a ricordarlo: “Questo rapporto è stato diffuso mentre la Goldman offre i suoi servizi di consulenza a quei medesimi Stati europei, contro i quali sta consigliando ai suoi clienti di speculare”. Non più tardi di mercoledì scorso, per esempio, la Goldman insieme ad altre due banche ha organizzato a Londra una conferenza col ministro dell’Economia spagnolo, Jose Manuel Campa. Scopo dell’evento: presentare ai grossi investitori sulla piazza londinese il piano di austerità del governo di Madrid e invogliarli così a investire nei titoli spagnoli».
«Goldman, conferma il Wall Street Journal, “ha una posizione leader nel collocamento del debito pubblico spagnolo”. Contro il quale, su un altro fronte, suggerisce ai Vip strategie d’investimento che puntano al ribasso, o addirittura alla bancarotta per insolvenza. La presenza di Goldman Sachs in uno schieramento di investitori che “remano contro” l’euro era già stata segnalata in un altro contesto: le famose “cene di Manhattan tra gli hedge fund” segnalate l’8 febbraio scorso, con la partecipazione di George Soros, avevano coinciso con attacchi coordinati all’euro e la partecipazione di un trio di grandi banche di Wall Street tra cui la stessa Goldman».
«In quanto al conflitto d’interessi, rievoca un analogo caso sollevato da un’indagine sui mutui subprime. Alla vigilia della grande crisi del 2008, Goldman aveva venduto ai clienti dei suoi hedge fund dei “pacchetti ribassisti” a base di credit default swap, per lucrare su un crollo del mercato immobiliare americano; mentre contestualmente la stessa Goldman e altre rivali di Wall Street erano tra gli istituti che “confezionavano” i titoli tossici dei mutui subprime. Infine nel ruolo di consulente dei governi europei, un precedente è la polemica sul ruolo di Goldman Sachs al servizio dei governi greci che “falsificarono” i dati sul deficit forniti alla Commissione europea».
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