«Claudio Chieffo ha saputo cogliere il sublime»

Di Carlo Candiani
18 Dicembre 2021
Successo e interesse per il doppio cd sul cantautore scomparso nel 2007. Intervista al figlio Benedetto, curatore dell'opera

Grande interesse di critica e di pubblico sta suscitando la pubblicazione di “Chieffo Charity Tribute”, il doppio cd realizzato da “Punto fermo” brand del “Comitato Amici di Chieffo” e i cui proventi della vendita vanno a sostegno dell’opera “Charity Foundation Esharelife”.

Abbiamo chiesto a Benedetto Chieffo, figlio, ispiratore e “regista” di questi splendidi cd dedicati al cantautore Claudio Chieffo, di raccontarci come l’arte musicale si sposi con il desiderio di bellezza che è vivo in ogni uomo.

Arte e bellezza, musica come espressione di un’apertura dell’umano al trascendente nella concretezza del vivere quotidiano: questo è il segno distintivo del repertorio di tuo padre Claudio?

In effetti mio padre aveva come riferimento queste parole che il pittore americano Bill Congdon gli aveva consegnato quando era ancora un ragazzino: «Ricorda che, se una canzone non è una finestra aperta sul Mistero, è solo rumore». Le canzoni di mio padre non sono discorsi teorici messi in musica, nascono nella quotidianità, nelle fatiche di tutti i giorni, nelle gioie sue o di chi gli era vicino, da una domanda che uno di noi figli gli ha fatto, dal dolore per la morte di sua madre o dei figli di amici. I suoi ex alunni della scuola statale spesso scrivono ricordando quanto sia stato speciale come insegnante. Al di là del suo carattere e della sua simpatia, questo essere speciale viene dal suo stare “con un briciolo di fede” accanto a tutti quelli che incontrava.

Parliamo dei testi delle sue canzoni. Quello che ci sorprende non è la reiterata rima con “Dio”, come banalmente si ascolta spesso nella musica pop, che si pensi garantisca la profondità della ricerca esistenziale, ma l’affondo nel reale, aperto ad una presenza più grande a cui affidarsi…

Pensate semplicemente a questi versi «Poi un giorno vide un bambino che gli sorrideva […] E vide ch’era cattivo e tutto sporco di nero». C’è un padre a cui non sia accaduto questo? Tante volte tornando a casa incattivito e amareggiato è bastato il sorriso di mio figlio a risollevarmi dalle tenebre. Poi uno può scegliere di rimanere nel suo nero.

Nonostante la “laicità” delle sue liriche e l’assenza di una pesantezza “devozionale”, suo padre era etichettato come un cantautore “cattolico” e con questa definizione si cercava di confinarlo in un ben preciso e delimitato ambito. 

In una bella intervista sul Sabato, Giorgio Gaber disse che a mio padre non interessava entrare nello star system ed è proprio così. Purtroppo questa etichetta ideologica (ma l’ideologia è di chi affibbia l’etichetta, non di chi viene etichettato) ha portato tutti quelli che non lo hanno incontrato di persona a guardarlo dall’alto in basso e con disprezzo. Un famoso cantante al Meeting di Rimini definì le canzoni di Claudio un «sottoprodotto culturale». Lo perdono perché credo non le abbia mai ascoltate veramente.

Ed ecco il disco tributo. Diversi sono gli interpreti, diverse le sensibilità, diversa la storia di ognuno. L’ottima riuscita qualitativa delle cover, oltre alla chiara serietà con la quale i vari artisti si sono confrontati con i brani originali, conferma l’universalità e l’attualità delle composizioni di Chieffo.

È proprio così. Ho letto la bella recensione sul sito di Tempi e confermo tutto. Per me ogni sì di ogni singolo artista ha qualcosa di miracoloso perché profondamente umano e credo sia difficile essere umani oggi, essere disponibili ad ascoltare il figlio di qualcuno morto che arriva dal nulla con un messaggio su Facebook o via mail. Certi manager poi mi hanno disintegrato con il loro gelo e il loro disprezzo, altri sono stati cortesemente indifferenti, ma tutti quelli che han detto sì… Caspita, sono dei grandi! Hanno avuto una semplicità di cuore che io stesso invidio loro. Ci sono ex cristiani, buddisti, comunisti storici che hanno riconosciuto a naso la posizione di domanda vera di mio padre. Non sono in grado di dire quale sia la cover che preferisco, ma in questo momento mi vengono in mente le parole che mi ha scritto Kreg Viesselman, americano che vive in Norvegia: «Ci sono, ovviamente, molti modi in cui tentiamo di descrivere il Sublime, ma alla fine, tutte le parole sono sempre insufficienti. Eppure, sono pronto a dire che le parole e le canzoni di Claudio Chieffo sono ciò che coglie meglio nel segno».

A quasi due mesi dalla pubblicazione, come è stato accolto il cd? 

Ne abbiamo venduto un migliaio e questo è un successo. Gli esperti mi dicono che questo album sarà un long seller e ne sono felice. Mi hanno colpito molto alcune recensioni e sono state un’ulteriore conferma di quanto le canzoni di mio padre abbiano una vita propria e viaggino seguendo una storia che conosco e attraverso mille altre storie che non conosco. Pochi giorni fa, alcune mamme di miei alunni (insegno nella scuola di Stato) mi hanno chiesto timidamente informazioni dopo aver visto il meraviglioso post di Giovanni Lindo Ferretti su Facebook.

Dal doppio cd sono rimasti fuori diversi altri titoli importanti del catalogo di Chieffo e penso (spero) che altri artisti vorranno cimentarsi in una loro interpretazione. Potrà esserci un “secondo volume”?

Mi piacerebbe molto riuscire a pubblicare un secondo volume coinvolgendo altri artisti che stimo con canzoni che, pur essendo bellissime, son rimaste fuori. Questo charity tribute è stato reso possibile dalle erogazioni liberali di molti amici, non abbiamo grosse case discografiche alle spalle. Se troveremo altri disposti ad aiutarci a trovare le risorse necessarie alle spese di produzione e altri artisti disposti ad aprire il proprio cuore, spero proprio che questa storia possa continuare.

Il cd “Chieffo Charity Tribute” si può comprare direttamente dal sito www.chieffo.it

www.lastanzadielvis.blogspot.com

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