Cl non prende tangenti. E abbraccia anche i nostri (presunti) errori

Di Luigi Amicone
01 Maggio 2012
Parlare di Comunione e Liberazione come di un partito qualsiasi e gettarle addosso discredito è segno di un clima di menzogna.

Anticipiamo l’editoriale chiuso in redazione ieri sera alle 18.00 e che apparirà sul prossimo numero di Tempi, in edicola da giovedì 3 maggio.

 

Sono di Cl e la mia esperienza mi autorizza a testimoniare contro chiunque sostenga che Comunione e Liberazione ha preso “tangenti”, come invece è stato riportato dai giornali nel modo più vago e scorretto ci sia di riportare le notizie circa le indagini che riguardano Finmeccanica. Se c’è qualcosa di impossibile, di letteralmente impossibile, è che il movimento di don Luigi Giussani in quanto tale, in quanto realtà strutturata e organizzata, abbia a che vedere col sistema dei finanziamenti illeciti.

 

Si intenda, come insegna la dottrina cristiana, il peccato originale ce l’abbiamo tutti. In ciò gli aderenti a Cl non sono diversi da nessuno. Anch’essi sono uomini e donne che possono sbagliare, anche gravemente, essendo eventualmente chiamati a rispondere dei propri atti anche davanti ai tribunali. Ma non esiste in Cl la connivenza e la copertura di comportamenti illegali. Né, tantomeno, come qualcuno ha sibilato, la giustificazione di mezzi cattivi per raggiungere finalità buone. Perciò, una cosa è ricordare la lezione giussaniana a «non sentirsi mai tranquilli» e, anzi, ad avere chiara coscienza dei propri limiti (che è il fondamento stesso da cui origina l’avventura del movimento e che se fosse stata educazione di massa avrebbe evitato all’Italia quello spirito collettivo di rivalsa, manomissione della legge e spirale di autodistruzione). Un’altra è insinuare (e auspicare) che, siccome ci sono persone di Cl indagate, siccome Roberto Formigoni ha amici in prigione, allora don Giussani è stato tradito, il movimento è diviso tra buoni e cattivi, l’attuale leadership farebbe bene a “fare pulizia” al suo interno e a riportare il movimento in una dimensione più privata della fede religiosa. Rinnegare gli amici perché hanno sbagliato, magari anche gravemente, è impossibile per un cristiano. Anche Giussani era consapevole dei “tanti nostri errori”. Anche lui, con Malraux, sapeva che non c’è ideale per il quale ci si sacrifichi in cui non si veda emergere anche la nostra personale menzogna. Ma parlare di Cl come di un partito qualsiasi e gettarle addosso un discredito generico, questo è segno del clima di menzogna imperante.

 

Negli anni Settanta, mentre nelle scuole e nelle università italiane i giovani di Comunione e Liberazione contribuivano a salvare la democrazia al prezzo di essere perseguitati nella generale connivenza dei grandi organi di informazione, i grandi organi di informazione scrivevano che i giovani di Cl erano integralisti e pagati dalla Cia. Adesso, quegli stessi che ieri non avrebbero esitato a eliminare fisicamente chi la pensava diversamente da loro, dall’alto del benessere e del potere che hanno raggiunto offrono lezioni di legalità infamando chiunque non condivida la loro nuova presunzione ideologica e conformistica. C’è da augurarsi che i ciellini tengano duro. E poiché, come sapeva Pier Paolo Pasolini, «solo amare, conoscere conta, non l’aver amato, non l’aver conosciuto», durino bergsonianamente nel vivere non la dottrina ma l’umanità di don Giussani.

@LuigiAmicone

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    16 commenti

    1. Carlo Martinelli

      Spett.le Redazione,
      sarebbe possibile la ripubblicazione della mia che ha dato lo spunto alla risposta del sig. David del 03.05.12
      alle h. 00:11 ?
      Grazie e saluti.

    2. Caro Martinelli

      Mi pare di capire che tra gli aderenti a CL si stiano delineando due correnti.

      Una che pone maggiormente l’accento sui buoni risultati dell’esperienza politica di Formigoni e sodali nella regione Lombardia.

      L’altra più sulla necessità di una testimonianza cristiana, vuoi nei comportamenti pubblici come in quelli privati.

      Chi fatica nella politica diretta, o ci mette la faccia per sostenerla apertamente, generalmente tende a far parte della prima corrente.

      Chi politicamente non è impegnato in prima persona tende in generale a far parte della seconda e magari ad essere anche abbastanza severo con gli autorevoli personaggi ciellini votati ed eletti.

      Personalmente sono interessato che questa fase revisionista inaugurata pubblicamente da Mons. Carron non danneggi il consenso per i colori della giunta ora in carica alla prossima tornata elettorale.

      Ci stanno infatti rapaci famelici pronti a gettarsi in picchiata sull’appetitosa preda lombarda, non avvezzi a nutrire tutti questi scrupoli per sé stessi, ma solo a inseminarli nelle delicate anime altrui.

      Basta vedere l’obbrobrioso spolpamento dei milanesi, che, dopo la sconfitta della Moratti, speravano in una vita più comoda.

      E allora coloro che fan parte dell’elettorato attivo e passivo a favore di una buona causa devono sempre preferire piccoli rimorsi a grossi rimpianti.

    3. giovanni Ongari

      come pretesa dell’ autentica interpretazione dell’umanità di Don Giussani e come presa di distanza dall’umanità del dolore di cui sono intrise le parole di Don Carron non c’è male.
      A quando un’analisi critica comparata del loro pensiero?

    4. Caro Luigino,

      ti leggo sempre con piacere ed interesse e attendevo il tuo giudizio in questo frangente per noi così difficile e doloroso. E’ evidente che non disponendo d’altro si sta usando il colore delle giacche di Formigoni e il costo delle sue ferie per scatenare una battaglia politico-culturale contro la presenza pubblica del Movimento e delle sue opere. Quindi su questo resistenza a oltranza a difesa della nostra “agibilità politica”, per rispolverare un termine che andava tristemente di moda quando eravamo entrambi ragazzi io al Carducci e tu al Molinari. Detto questo però non possiamo far finta di non aver letto Carron (non a caso dalle colonne di Repubblica e non sul Sussidiario). I nostri comportamenti privati – e più siamo chiamati a responsabilità importanti meno sono privati – sono il modo più semplice e insieme più efficace per avvicinare (o ahimè allontanare!) la gente da Cristo. E in questo la legalità o gli avvisi di garanzia non c’entrano.Tempo fa mi capitò di perdere forse per sempre una persona a cui tenevo molto e che mi considerava un punto di riferimento per aver fatto una scelta professionale d’impulso in sè legittima ma evidentemente dettata da un motivo non puro. Lo scandalo che ho provocato in quella persona me lo rimprovero ancora adesso dopo anni. Il richiamo del Potere e del Denaro tocca tutti e più si invecchia più si cerca la vita comoda. Nessuno può pretendere da noi la perfezione solo perche siamo di CL o dei Memores ma lo sforzo di richiamare ad una Diversità quello sì. Una richiesta di perdono davanti a incoerenze conclamate quella sì. Un ridimensionamento della propria autostima quello sì. A questo con coraggio ci richiama Carron spiazzando le nostre categorie ideologiche “noi di qua, gli altri di là”. Siamo tutti poveri Cristi! Difendiamo Roberto e le sue vacanze ai Caraibi fino alla morte perchè lo valutiamo dai risultati di governo e non siamo moralisti (se guadagnassimo solo un centesimo delle fantasmagoriche parcelle di Daccò non le faremmo anche noi?) ma restiamo vigili, non barattiamo Ciò che di grande ci è stato annunciato per qualche agio piccolo borghese! Don Gius diceva che la verginità – intesa come cifra dell’intera vita cristiana – non è rinunciare alla sessualità ma “viverla in modo diverso”. Ma questa Diversità passa anche attraverso l’astenersi. Ne sono ancora capace? Ne siamo ancora capaci? In questi giorni ho ripreso in mano “Moralità: memoria e desiderio”. Sto provando a prenderlo sul serio. Con affetto. Lucio

    5. Daniele G.

      Tra Varigotti e i Caraibi scelgo i Caraibi tutta la vita. Che afa il moralismo dei puri (e degli invidiosi).

    6. alberto

      Il magistero della Chiesa Cattolica e’ “cattolico”, per tutti. Chi ha orecchi per intendere intenda, “Chi e’ senza peccato scagli la prima pietra”

    7. david

      gentile Carlo, la mando non a quel paese ma a vedere e ascoltare (sembrerebbe che lei non l’ha fatto) il video integrale di Formigoni che – ripeto – interrompe lui l’intervistatrice. Scusi, io guardo e ascolto senza pregiudizi e senza tifare per nessuno. Spero che lo faccia anche lei.
      Lei conosce il numero delle cene in ristoranti chic del governatore? E conosce il numero delle sue vacanze sugli yacht? e quella volta che sulla “barchetta” disse al tg di rai 3 che gli Italiani dovevano fare i sacrifici era la prima volta o la ventesima?
      Beato lei che sa questi numeri! io so solo che il buon governo formigoniano non giustifica nulla, nè la arroganza, nè la tifoseria, nè la tenuta da vip del governatore 24 ore su 24….lui che dice anche alla Vites che la sua immagine conta per i risultati del suo governo… ma per favore: adesso crediamo pure che il Salone del Mobile ha avuto un successone perchè tutti volevano sdraiarsi sul lettone inaugurato dal Celeste?
      In ultimo: io non ragiono così perchè voglio punire la mia “ex amante”, il movimento di cui facevo parte; e non voglio cercare un altro gruppo ecclesiale (e non vedo cosa centri con la discussione!!!).
      Voglio solo per ora un rispetto della verità e molta meno ipocrisia, almeno in un ambiente dove queste caratteristiche dovrebbero esser più facilmente rintracciabili (anche se spesso prevale il tifo).

      1. Carlo Martinelli

        Gentile David,

        le assicuro che ho visto integralmente il duetto tra Formigoni e la sua intervistatrice.
        E mi dispiace di doverle confermare le mie precedenti impressioni, che purtroppo divaricano dalle sue.
        Avrò i miei pregiudizi, non posso farci nulla.

        Non conosco invece il numero delle cene del Presidente in ristoranti chic.
        Ma personalità a quel livello di solito non pranzano in una pizzeria.
        Che si fa? Li mettiamo tutti alla gogna?

        Dovrebbero essere verosimili le dichiarazioni di Mr Robert sulle vacanze: 15 o 20 gg. d’estate, mi pare, e 1 settimana in inverno, se ricordo bene.
        Dico verosimili, perché il resto del suo tempo può essere visibilmente riscontrato speso in compiti istituzionali.

        Quanto alla dichiarazione sui sacrifici, non mi sembra di sentire nulla di nuovo.
        Chi non lo dice oggi, a cominciare dal nostro caro leader fino all’ultimo parlamentare?
        Una dichiarazione indubbiamente non entusiasmante in sé, soprattutto se, come lei sostiene, fatta su una bella barca durante le ferie.
        Però la sostanza, purtroppo, c’é.

        Il salone del mobile ha avuto successo per le capacità degli imprenditori, non perché il Presidente gli ha fatto pubblicità in quel modo, tra l’altro perché sollecitato dagli espositori a provare la morbidezza del materasso.
        E in quei casi, delle volte, si deve stare al gioco e fare qualche spiritosaggine per rendere non troppo pesanti le presenze istituzionali.
        Che c’è di male?

        Affermare che anche la propria immagine ha un peso sui risultati del governo a cui si è a capo, non la trovo un’affermazione ridicola.
        A patto che ci siano anche i risultati.
        Su questi, per quanto riguarda la Sanità lombarda, si è anche espresso molto favorevolmente anche l’illustre professor Veronesi, che, pur non essendo più di primo pelo, sembra anche lui curare molto bene – e in generale forse anche con più gusto – la propria figura.
        Però a volte mi sembra che ecceda nel voler apparire un po’ troppo dandy.
        La cosa mi infastidice quasi come succede a lei con il Celeste.
        Se però dovesse capitarmi … ( mi sto toccando castamente dove si toccavano i Patriarchi nell’Antico Testamento: sotto la coscia ), penso che alla fine riuscirei a superare questa mia profonda avversione e mi farei anch’io curare da lui come lo fanno tanti altri, forse non solo perché lo trovano simpatico.

        Mi son permesso una metafora icastica a favore della sua ricerca di un nuovo gruppo ecclesiale non per invadere la sua privacy.
        Mi scuso se le ho dato questa impressione.
        Ma perché dalle sue osservazioni mi è parso di rilevare che lei nutra l’esigenza di esempi cristiani più radicalmente evangelici di quelli finora da lei riscontrati in CL.

    8. Wolfgang Schreiber

      Egr. Direttore,
      ho letto con attenzione il Suo editoriale del 1 maggio 2012. Sono completamente d’accordo.
      Apprezzo i contenuti della lettera di Don Julian Carron a “la Repubblica”.
      Naturalmente il quotidiano (scalfarian-moralista, censore del “malcostume” altrui) non ha perso tempo: ha subito pubblicato tale missiva come una “presa di distanza” fra Carron ed i “mariuoli” del Movimento di Comunione e Liberazione (Formigoni e Simone), con tanto di foto “segnaletiche”: “WANTED”.
      Come dire: “attenti a quei due”, sono già colpevoli.
      Scrivere una lettera a “Repubblica” non è stata, secondo la mia esperienza, una buona idea. Si dà l’impressione di un abbandono di queste due persone alle guardie rosse di “Repubblica” ed accoliti: autogol estremamente pericoloso ed inopportuno.
      Grazie ancora Direttore.
      Wolfgang Schreiber

    9. david

      Qualcuno avvisi Amicone: come mai non ha pubblicato la lettera che Carron ha inviato al direttore di Repubblica? Strano: ultimamente su Tempi sono stati pubblicati articoli dello stesso autore (che è la guida del movimento) che risalgono ad almeno 15 anni fa e il più recente intervento non si vede!
      Peccato! Il fatto è che la linea di Tempi è quella della tifoseria ultras “Forza Roberto immacolato” e mal si concilia con l’umiltà, la saggezza e il coraggio di Carron, Avevo scritto tempo fa in questo sito che in Cl non c’è mai mea culpa nelle persone autorevoli (il popolo ciellino li chiama così) impegnati solo a fare la reclame del movimento come se fosse il paradiso in terra. Ebbene, la lettera di Carron è una boccata d’ossigeno ed è una grande risposta alle considerazioni del sottoscritto che, pur essendo ignorante ed essendosi allontanato da Cl, non sopporta le tifoserie, gli intoccabili e i presuntuosi (come Formigoni che interrompe una giornalista, non risponde alle domande di lei e poi vuol fare lo show sulle lezioni di giornalismo cioè come fare domande che piacciono all’intervistato) presuntuosi che giudicano gli errori nelle case altrui e non rovistano mai tra gli scheletri dei propri armadi.
      Grazie dello spazio concessomi (e ringrazio anche per non aver visto pubblicati gli ultimi miei post che erano educati e inoffensivi ma in dissenso verso la la linea dei tifosi).

      1. david

        Però su un punto Carron secondo me ha toppato: parla di reati possibili che i giudici dovranno scoprire, se esistono. Ma dimentica una parola: la parola “peccato”. Come si concilia lo stile di vita di vacanze lussuose, di cene a caro prezzo in ristoranti chic con i voti di povertà, castità e obbedienza a cui è tenuto CHIUNQUE abbia scelto di appartenere ai Memores Domini di Cl? E con questi voti come si concilia l’acquisto di barche lussuose e società off-shore da parte di aderenti Memores!
        E’ questo l’esempio che dovrebbe affascinare chi è lontano da cl? è questa l’attrattiva di “UMANITà DIVERSA” di cui si riempiono la bocca le guide autorevoli del movimento?

        1. Valentina

          Caro David,
          fatto salvo che non considero andare in vacanza (anche lussuosa se te la puoi permettere) un peccato, chiunque abbia scelto di appartenere ai Memores Domini, cosi’ come ogni altro essere umano, fara’ i conti col Padre Eterno. Dei peccati di Formigoni – o di chiunque altro – non mi preoccupo. Sono certa che la sua coscienza e il suo confessore siano abbastanza.

    10. alberto

      Con la certezza che “non prevalebunt”, le parole misericordiose di Don Julian Carron ci liberano dal limite di ciascuno di noi e dal limite a cui la circostanza ci costringe; ci richiamano alla irriducibilita’ del nostro cuore investito da Cristo presente qui e adesso, anche per chi ci vuole male. Sono un giudizio che va oltre il limite del tempo e dello spazio. Deo gratias.

      1. Carlo Martinelli

        Cortese Alberto,

        sono convinto, che una lettera come quella di Ms. Carron, per il suo difficile contenuto e per la sua prescelta destinazione a un giornale laicista acerrimo nemico della Chiesa e dell’Italia, espande – come risultato – ben al di là delle sincere intenzioni dell’autore e del suo ineccepibile commento, gentile Alberto, quella logica funesta di ” pentitismo cattolico ” che purtroppo alligna da tanto tempo nella Chiesa, considerata la capacità media di comprensione della gente comune.

        Che ormai è pressoché incapace di approfondire e capire ed è succube solo di una emotività reattiva, abilmente manipolata dalla macchina del fango mediatica, che sbatte ossessivamente in prima pagina ” le mostruosità ” altrui ( sic ! ) e ignora quelle monumentali della propria fazione.

        Diverso sarebbe stato se tale lettera, ” mutatis mutandis ” , fosse stata indirizzata solo agli aderenti al Movimento sulle riviste che gli sono proprie.

        La civiltà o sarà cristiana o non sarà: l’ han detto i Papi. E a più riprese.

        Costruirla allora vuol dire che, oltre a desiderare una vita buona per tutti, si deve ridurre anche al minimo – se no l’edificio crolla – l’emarginazione dei cristiani.
        E in questa parola ci metto tutto: lo scherno, l’insulto, il disprezzo e il martirio.
        Che ovviamente non saranno mai estirpati.
        Inutile farsi illusioni, certo: Cristo ha parlato chiaro.

        Quella lettera invece serve a far tirare ai ns. nemici – che ovviamente si sentono puri come l’acqua del fonte battesimale e come Gesù nel tempio – questa prevedibile sarcastica conclusione, penosa e penalizzante per chi crede:
        ” Eh, i cattolici! Con una bella confessione mettono a posto tutto ! ”

        Non solo il Corpo di Cristo non è ” mittendus canibus “, ma anche la Sua Parola.

        Ci sono giudizi oltre il tempo e lo spazio e cose urgenti da tirar su qui e adesso.
        A mio discutibile avviso, serve più attenzione a un bilanciamento.

    11. alcide g.

      ciao Luigino, è la primissima volta che sento usare da qualcuno del movimento l’espressione: ” L’AVVENTURA DEL MOVIMENTO SE FOSSE STATA “EDUCAZUìIONE DI MASSA avrebbe evitato all’Italia..” non mi ritrovo in quanto dici. anzi. Io nel movimento ho imparato esattamente il contrario. Spiegati non capisco.Grazie. Ciao, Alcide G.

    12. Carlo Martinelli

      Non sono di CL e la mia esperienza di cristiano, cattolico, apostolico, romano, di rito ambrosiano mi sospinge a gridare ai quattro venti che l’autolesionismo non paga, non convince e non converte.
      Mi riferisco all’articolo che Mons. Julian Carron ha inviato a “la Repubblica”.

      Gli esercizi penitenziali condotti da un sacerdote sono un’ottima cosa se svolti su un pulpito.
      Se spiattellati su un foglio laicista, che brilla da tempo immemorabile per disonestà intellettuale, no.

      Perché un confessionale laicista non solo non è autorizzato a perdonare, ma è pure avvezzo ad ascoltare i peccati altrui, anche solo presunti, per ulularli al mondo intero e a soffocare, soprattutto, quelli assai più probabili dei propri beniamini: Penati, Errani, Vendola, Bassolino, etc, etc, etc … , che sono indagati dalla Magistratura che ha spedito loro non pagelline con brutti voti in condotta, ma AVVISI DI REATO.

      Basti ricordare:
      ” Prendo atto, Presidente Formigoni, che lei non è ANCORA indagato ” .
      Affermazione di Giannini, illustre badante di Mauro e di Scalfari – quest’ultimo gran maestro del nulla con avvitamento carpiato e triplo salto mortale – al talk-show Matrix.
      Esempio lampante, se ce ne fosse ulteriore bisogno, di una mala fede fattasi carne e sangue.
      E del desiderio spietato di vedere il tuo avversario demolito.

      Attitudine consueta, del resto, del citato quotidiano, che dovrebbe mettere sull’avviso anche il cristiano più disposto al dialogo.

      Purtroppo è una guerra senza esclusione di colpi e al nemico – è così che si comporta l’avversario – non vanno fatti sconti.

      Perché verranno pubblicizzati in pompa magna come manifeste confessioni di colpa e rinfacciati con voluttà.

      Chi pervicacemente è uno sfascista del bene non dovrebbe essere facilitato a una critica distruttiva.

      Per quello su cui mi son potuto documentare, rimpiango il Santo Padre Pio XII, di venerata memoria, che fu durissimo col PCI e con l’ideologia marxista e laicista.

      Rimpiango anche Luigi Gedda, creatore su ispirazione di Pio XII, dei Comitati Civici, le prime ” scuole di comunità ” in Italia, che determinarono la grande vittoria della DC e la sonora sconfitta del PCI alle elezioni del 18.04.1948.

      Comitati che furono lasciati morire dalla stessa DC, ingrata, masochista e miope.

      Spero che questi grandi uomini del passato possano essere, un giorno non lontano, venerati sugli altari.

      Ho anche una speranza più modesta: quella di vedere un giorno alla Tv un presentatore, che senza bava alla bocca come Gad Lerner, sia capace di condurre un talk-shaw che faccia inchieste sui personaggi della sinistra chiacchierati o che hanno indagini in corso.

      Non è una cosa difficile, in sé.
      Lerner è poi più rabbia che consistenza.
      Solo che – col clima che c’è oggi in Italia – bisognerebbe avere gli attributi.
      Cioè, come si diceva, nel dopoguerra: il coraggio.

      Questa sarebbe una risposta, non le lettere di contrizione.
      Il Vangelo dice: ” Non date le perle ai porci, perché le calpestano e vi si rivoltano contro ” .

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