Cittadini diversi davanti alla legge. Il Regno Unito verso una giustizia a due velocità

Di Caterina Giojelli
07 Aprile 2025
Le linee guida del Sentencing Council britannico prevedono pene ridotte in base a etnia e religione permettendo agli immigrati illegali di evitare l'espulsione. Il governo blocca tutto, ma il danno alla fiducia nell’imparzialità del sistema giudiziario è fatto
La Royal Courts of Justice di Londra (foto Ansa)
La Royal Courts of Justice di Londra (foto Ansa)

«Queste linee guida creano un sistema giudiziario in cui i risultati potrebbero essere influenzati dalla razza, dalla cultura o dalla religione. Questo trattamento differenziato è inaccettabile: l’uguaglianza davanti alla legge è la spina dorsale della fiducia del pubblico nel nostro sistema giudiziario».

Quando un’istituzione indipendente inizia a comportarsi come un attivista politico, è legittimo chiedersi se abbia ancora un ruolo legittimo nel sistema giudiziario. Il Sentencing Council, l’ente incaricato di fornire linee guida ai giudici britannici, sembra aver superato il limite, dopo aver introdotto una serie di norme che, secondo il ministro della Giustizia Shabana Mahmood, minacciano di minare l’uguaglianza davanti alla legge.

Uguali davanti alla legge? Dipende da etnia e religione

Di fronte alle critiche, il Consiglio ha inizialmente rifiutato di fare marcia indietro, per poi accettare una “pausa”. Dopo aver presentato una legislazione d’urgenza per bloccare le direttive (che però non potrà essere approvata prima di Pasqua), Mahmood ha dichiarato che il ruolo e le competenze del Sentencing Council saranno rivisti dal ministero della Giustizia. Tuttavia, per i parlamentari britannici, il danno è ormai fatto: la fiducia nell’imparzialità della giustizia è stata compromessa.

Le nuove linee guida, entrate in vigore e “sospese” dal 1° aprile, imponevano ai giudici di consultare un rapporto pre-sentenza prima di decidere se incarcerare o applicare pene alternative per chi appartenesse a una minoranza etnica o religiosa, o fosse giovane adulto, vittima di abusi o donna incinta. Il Consiglio ha proposto queste linee guida per cercare di ridurre le disparità emerse da uno studio del 2017, che aveva rilevato pene più severe per i condannati neri rispetto a quelli bianchi.

Quale giustizia discrimina «chi non appartiene a minoranze?»

Tuttavia, il metodo scelto rischia di peggiorare la situazione: introdurre criteri basati sull’etnia mina il principio di uguaglianza davanti alla legge, creando un sistema giudiziario a due velocità, dove l’individuo non è giudicato per le proprie azioni, ma per la sua appartenenza a un gruppo.

«Perché questa opzione dovrebbe essere predefinita per chi appartiene a minoranze, ma applicata solo se sono soddisfatte altre condizioni speciali per i bianchi? Se riteniamo che i resoconti pre-sentenza aiutino i giudici a prendere decisioni migliori, non è giusto che alcuni colpevoli siano i beneficiari di decisioni migliori e altri no», ha scritto il Financial Times.

Le linee guida consentirebbero agli immigrati illegali di evitare l’espulsione

Secondo un’analisi dei conservatori, il costo per produrre ulteriori relazioni preliminari potrebbe raggiungere i 17,5 milioni di sterline all’anno. Le reazioni non sono mancate. Robert Jenrick, ministro ombra della Giustizia, ha dichiarato che il principio di uguaglianza davanti alla legge è stato «fatto a pezzi» e ha accusato il Sentencing Council di promuovere, a spese dei contribuenti, un sistema giudiziario «influenzato dai pregiudizi contro i bianchi e i cristiani».

Le criticità non si fermano qui. Nelle bozze delle nuove linee guida sui reati di immigrazione (le prime in materia prodotte dall’ente), il Sentencing Council ha proposto di ridurre drasticamente le condanne per l’ingresso illegale e l’uso di documenti falsi. L’obiettivo non dichiarato è chiaro: evitare che i migranti condannati superino la soglia dei 12 mesi di carcere, che comporterebbe l’espulsione automatica. Per esempio, per il possesso fraudolento di un documento di identità, la legge prevede fino a dieci anni di carcere, ma il Consiglio suggerisce un punto di partenza di soli nove mesi.

Le accuse dell’Fbi: «Minimizzati i reati di riciclaggio»

«Le linee guida sono progettate per coprire l’intera gamma di reati, dai meno gravi ai più gravi, lasciando comunque un margine per i crimini più estremi», ha spiegato il Sentencing Council, precisando che le linee non sono ancora definitive. «Giudici e magistrati possono condannare al di fuori delle linee guida se ritengono che sia nell’interesse della giustizia farlo». Il rischio, tuttavia, di creare delle falle nei controlli alle frontiere del Regno Unito rimane. Un ente non eletto sta riscrivendo la politica migratoria britannica senza alcun mandato democratico.

Nel frattempo, anche l’FBI ha criticato il Consiglio, accusandolo di minimizzare i reati di riciclaggio. La National Crime Agency (Nca) ha sottolineato che le nuove linee guida hanno portato a condanne inferiori a cinque anni per i reati di riciclaggio, rispetto ai 14 anni previsti dalla legge. «Questi crimini non sono privi di vittime e possono facilitare gravi forme di criminalità internazionale», ha dichiarato Graeme Biggar, direttore generale Nca.

Anche la polizia rischia di “discriminare” in nome dell’equità

Ricapitolando: da un lato, le condanne per alcuni gruppi vengono ridotte in nome dell’equità; dall’altro, si rischiano danni ai confini nazionali con pene ridicole per chi viola le leggi sull’immigrazione. Il tutto, mentre i giudici, già sommersi da carichi di lavoro insostenibili, si trovano ad affrontare direttive che complicano ulteriormente il loro compito.

La controversia sulla giustizia a due velocità si è estesa anche alle forze dell’ordine, dopo che un rapporto del Consiglio nazionale dei capi della polizia ha suggerito agli agenti di trattare i presunti colpevoli in modo diverso a seconda della loro etnia. Un aggiornamento del Police Race Action Plan, che mira a ridurre le disparità razziali e migliorare la fiducia nelle forze di polizia tra le comunità nere, ha raccomandato che la polizia risponda a individui e gruppi in base alle loro «specifiche esigenze, circostanze ed esperienze», con la consapevolezza che queste saranno «razzializzate», e con l’obiettivo di ridurre i danni. Il piano chiede inoltre agli ufficiali di considerare il rischio che il contatto con la polizia «criminalizzi» le persone, e che i tassi di arresto e accusa siano uguali tra i vari gruppi, anche se i livelli di criminalità sono differenti.

«Questa è la giustizia a due velocità di Keir Starmer»

«Questa è la giustizia a due velocità di Keir Starmer al suo peggio. È spaventoso che questo documento affermi che le persone debbano essere trattate in modo diverso in base alla loro razza», ha denunciato Chris Philp, ministro ombra degli Interni.

Non sorprende che alcuni giudici abbiano espresso il loro disappunto: tra carichi di lavoro insostenibili e il timore che il sistema stia perdendo progressivamente credibilità, c’è chi sostiene che il Consiglio abbia ormai esaurito la sua funzione. In gioco c’è il potere di influenzare la giustizia senza alcun mandato democratico.

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