Cinquemila chiese francesi rischiano di sparire nei prossimi otto anni

Di Mauro Zanon
12 Luglio 2022
L'allarmante rapporto sullo stato del patrimonio religioso in Francia fotografa un paese sempre più scristianizzato dove alla politica non interessa preservare molti luoghi di culto
Francia Chiesa Parigi

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Parigi. Cinquemila chiese francesi rischiano di sparire entro il 2030, a causa della secolarizzazione rampante, della deteriorazione degli edifici figlia della sciatteria delle amministrazioni locali e delle gerarchie religiose e soprattutto dell’assenza di volontà politica di mantenere in vita un patrimonio millenario che rappresenta l’anima più profonda della Francia.

Luoghi di culto non una priorità per la politica francese

I risultati del rapporto sullo stato del patrimonio religioso d’oltralpe, presentato la scorsa settimana dal senatore comunista Pierre Ouzoulias e dalla sua collega gollista Anne Ventalon, sono a dir poco allarmanti, perché mostrano fino a che punto i luoghi di culto cattolici, onnipresenti sul territorio, non siano una priorità dell’agenda politica francese, e quanto sia alto il rischio di una loro scomparsa definitiva entro i prossimi otto anni. “Bisogna smetterla di considerare il patrimonio religioso come una spesa e considerarlo come un investimento. Non è un onere di cui non sappiamo farci carico, ma una ricchezza per il nostro paese”, ha dichiarato il senatore Pierre Ouzoulias.

Come sottolineato dal sito Aleteia, non tutte le chiese sono nella stessa situazione. Quelle erette prima della legge sulla separazione tra Stato e Chiesa del 1905 sono in uno stato di conservazione migliore rispetto a quelle costruite dopo: le prime sono gestite dalle collettività locali, che hanno mezzo finanziari sufficienti per prendersene cura, anche se spesso non lo fanno; le seconde, invece, sono sotto l’ombrello della Chiesa cattolica francese, soffrono di un interesse culturale più debole dal punto di vista architettonico e artistico, e sono state costruite, nella maggior parte dei casi, con il supporto di materiali di scarsa qualità, fatto che complica i lavori di restauro.

La scristianizzazione della Francia

Per lo storico Stéphane Bern, ex superconsigliere del presidente Macron per la salvaguardia del patrimonio francese, c’è un problema di scristianizzazione della Francia, «le chiese non sono più frequentate dunque non sono più oggetto di manutenzione», ma anche di «volontà politica». «Dal punto di vista elettorale, non paga più dire “voglio salvare la chiesa del nostro comune”, ma dire “costruisco uno stadio”», ha affermato Bern lo scorso 29 giugno, davanti alla Commissione cultura del Senato. L’ex “Monsieur Patrimoine” di Macron ha sottolineato che, oltre agli edifici religiosi, spariranno anche migliaia di posti di lavoro qualora lo scenario paventato dal rapporto si concretizzasse.

«A prescindere dall’essere religiosi o no, questo patrimonio rappresenta la nostra storia e non possiamo abbandonarlo. Oggi, sono 45mila i lavori legati al patrimonio artistico che rischiamo di perdere», ha spiegato Bern, prima di aggiungere: «La prima cosa che le persone vanno a vedere quando visitano un piccolo comune è la chiesa! Che è al centro del villaggio, come si diceva una volta. Non bisogna opporre le pietre agli uomini. Le pietre rivelano gli uomini e gli uomini risvegliano le pietre».

L’unico luogo in cui arte e cultura sono accessibili a tutti

Per continuare a far vivere queste chiese, il rapporto ha evidenziato quali sono le priorità. Nei prossimi mesi, verrà lanciato un inventario del patrimonio religioso, per permettere ai conservatori di individuare quali sono le chiese che hanno maggiormente bisogno di un’operazione di restauro. L’inventario, secondo il rapporto, servirà anche all’Ufficio centrale di lotta contro il traffico di beni culturali per identificare i luoghi di culto che sono più esposti ai furti. All’interno del documento, si avanza inoltre come soluzione la possibilità di mettere a disposizione le chiese per organizzare eventi culturali e artistici di ogni sorta. La chiamano “socializzazione” delle chiese, ma il pericolo è quello di accelerare la secolarizzazione e fare come in Inghilterra dove il fenomeno delle riconversioni dei luoghi di culto in bar, hotel e ristoranti è sempre più diffuso.

Per ora, in Francia, la percentuale di riconversioni dal 1905 in poi è ferma allo 0,6 per cento del patrimonio religioso cattolico (250 chiese in tutto), ma senza un cambio di marcia la situazione potrebbe presto peggiorare. «La chiesa di campagna è talvolta l’unica cosa culturale che resta in un villaggio. Può conservare un quadro, una scultura, un’architettura romana o gotica. È l’unico luogo dove la cultura e l’arte sono ancora disponibili e accessibili a tutti e in prossimità», ha sottolineato Stéphane Bern, prima di concludere: «È per questo motivo che mi batto contro quelli che non vogliono prendersene cura. Non è una questione di culto, ma di cultura e di rispetto della nostra storia».

Foto Ansa

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