
Cina. «La bandiera rossa a cinque stelle sventoli alta nei cortili delle chiese»

«La massa dei fedeli della Chiesa Cattolica deve continuare a studiare il “socialismo con caratteristiche cinesi per una nuova era” di Xi Jinping. La bandiera rossa a cinque stelle sventoli alta nei cortili delle chiese». Sono le parole pronunciate da Wang Zuoan, direttore dell’Amministrazione statale per gli affari religiosi (Sara), che ha visitato l’Associazione patriottica (Ccpa) e la Conferenza episcopale cinese (Bcccc) a Pechino.
Wang è stato accolto da monsignor Joseph Ma Yinglin di Kunming, presidente della Bcccc, organismo ritenuto illegittimo e non riconosciuto dal Vaticano, riporta Ucannews. Il prelato è stato ordinato vescovo nel 2006 senza mandato papale e per questo scomunicato. Si tratta di uno dei sette vescovi che, dopo l’accordo provvisorio firmato da Cina e Vaticano, papa Francesco ha perdonato il 22 settembre 2018 e riammesso in seno alla Chiesa cattolica.
«SVILUPPIAMO LA SINICIZZAZIONE»
Monsignor Ma ha dichiarato che insieme all’Associazione patriottica, organismo ritenuto «inconciliabile con la dottrina cattolica» da Benedetto XVI, «lavoreremo duramente nel nuovo anno, uniti come un solo cuore, e rifletteremo seriamente, ci sforzeremo di esercitarci e continueremo a fare maggiori e migliori progressi sulla via dello sviluppo della sinicizzazione per ottenere risultati soddisfacenti per il 70esimo anniversario della fondazione della Repubblica popolare cinese».
Dietro queste espressioni ampollose si nascondono significati ben precisi. Con il termine “sinicizzazione” il vescovo fa riferimento al discorso programmatico tenuto dal presidente Xi Jinping nel maggio del 2015, nel quale affermava che «le religioni devono sinicizzarsi, essere libere da ogni influenza straniera» per «integrarsi nella società socialista e servire lo sviluppo della nazione». Come spiegato da ufficiali del partito a diversi sacerdoti, «sinicizzazione della religione significa che i cattolici devono sottomettersi al partito. La formazione dei preti e delle suore, la teologia, perfino la liturgia e le leggi ecclesiastiche devono seguire l’ideologia comunista».
È nel nome della “sinicizzazione” che sono stati approvati a febbraio 2018 nuovi regolamenti che impediscono a sacerdoti e vescovi di educare alla religione i ragazzi di età inferiore ai 18 anni, che non possono neanche più entrare in chiesa per la messa. La legge vieta anche raduni non autorizzati e pellegrinaggi. Soprattutto nella provincia dell’Henan vengono demolite chiese e rimosse croci, i corsi di catechismo fermati, le scuole religiose chiuse, gli studenti cristiani nelle scuole schedati, i genitori minacciati di non educarli alla fede se non vogliono vedersi licenziare dal lavoro o togliere i sussidi.
«LA CHIESA CINESE SIA INDIPENDENTE» DAL VATICANO
Wang Zuoan si è anche raccomandato che Ccpa e Bcccc «facciano progressi sulla strada dell’indipendenza, dell’autonomia e dell’autoamministrazione e operino la chiesa in modo democratico». Questi ultimi sono tutti sinonimi per intendere che la Chiesa cinese va gestita in modo indipendente da Roma e senza l’intrusione del Vaticano e del Papa.
Le ultime dichiarazioni ribadiscono quanto già sottolineato dall’Associazione patriottica e della Conferenza episcopale cinese subito dopo la firma dell’accordo provvisorio tra Vaticano e Cina: «La Chiesa cattolica cinese continuerà a operare in maniera indipendente. Sosteniamo in modo incondizionato l’accordo e porteremo avanti il principio di indipendenza e auto-governo, il concetto di sinicizzazione della religione, rimanendo sul sentiero che porta alla società socialista».
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