Ciancimino Jr accusato di ripulire in Romania il tesoro del padre

Di Redazione
04 Ottobre 2012
Massimo Ciancimino è indagato per riciclaggio in un'indagine della Dda di Roma. «Sono sorpreso la procura di Palermo aveva chiesto l'archiviazione»

Nuovi guai per Massimo Ciancimino, forse il più famoso dei famosi testimoni “chiave” nelle inchieste palermitane del pm Ingroia. Dopo essere stato denunciato per calunnia e detenzione di esplosivi, Ciancimino Jr risulta ora indagato anche per riciclaggio nell’ambito di un’indagine condotta dalla Direzione distrettuale antimafia (Dda) di Roma sulla discarica di Glina, Romania, la più grande d’Europa.

Ciancimino Jr, lo stesso uomo che con le sue “rivelazioni” e “papelli” ha dato l’avvio all’indagine della procura di Palermo sfociata nel processo sulla presunta trattativa “stato-mafia”, è accusato di aver gestito la discarica rumena per tramite un suo prestanome. Il sospetto è che il business rumeno gli servisse per “polverizzare” e “ripulire” i 100 milioni di euro del “tesoro” attribuito al padre Vito, ex sindaco e boss di Palermo.

I carabinieri del Noe, guidati dal colonnello Sergio De Caprio, l’ex capitano Ultimo autore dell’arresto di Totò Riina, hanno avviato diverse perquisizioni a Lucca e in altre città italiane. L’operazione, in corso anche in località europee, mira a individuare persone e società riconducibili a Ciancimino stesso e a recuperare i beni derivanti dai traffici illeciti del padre. Compresa la vendita della discarica valutata oltre 100 milioni di euro. L’inchiesta della Procura di Roma, coordinata dal procuratore capo Giuseppe Pignatone e dai sostituti Delia Cardia e Antonietta Picardi, riguarda anche altri personaggi implicati per conto e negli interessi della mafia corleonese. Oltre a Ciancimino sono indagate altre otto persone.

«Sono sorpreso di quest’ennesima perquisizione – ha dichiarato Ciancimino Jr – relativa a una vicenda su cui sta già indagando la procura di Palermo. Non capisco su quali basi i pm romani abbiano la competenza sull’inchiesta». In realtà le indagini dei pm palermitani erano sfociate qualche mese orsono nella richiesta di archiviazione. Ma l’istanza era stata rigettata dal gip che aveva chiesto ai pm di approfondire alcuni spunti investigativi.

Ora la procura di Roma mette a segno un punto che infastidisce il “testimone”. Che protesta la propria innocenza e dichiara: «Questa cosa accade a 20 giorni dall’inizio del processo sulla trattativa Stato-mafia, spero solo di riuscire a deporre, i tentativi di delegittimarmi saranno molti». Nel corso della perquisizione gli investigatori hanno sequestrato il cellulare di Ciancimino Jr e il pc del figlio di sei anni.

Articoli correlati

0 commenti

Non ci sono ancora commenti.