
Chiodi convoca una conferenza stampa per difendersi: «Ridatemi la dignità»
Ha organizzato una conferenza stampa all’indomani dell’interrogatorio in procura di Pescara, il governatore dell’Abruzzo Gianni Chiodi, per difendersi. Chiodi ha esordito con un appello ai giornalisti: «Restituitemi la dignità».
«LE ACCUSE CONTRO DI ME». Il presidente della Regione è indagato insieme ad altre 24 persone, per peculato e truffa per aver chiesto rimborsi illegittimi. Chiodi ha introdotto le sue argomentazioni: «Voglio dire agli abruzzesi che non c’è accusa più infamante di essere considerato una persona che fa la cresta sui rimborsi. Non c’è. E quindi su questo punto spero di aver chiarito tutto e spero anche che di questa cosa la Procura possa tener conto». Le accuse di peculato e truffa complessivamente ammontano a «29mila euro con una con una contestazione di 184 missioni di cui 164 a Roma e le altre in Italia e all’estero» ha spiegato il governatore. Missioni a Milano, Arezzo, Taormina, Parigi e Nizza che gli sono state contestate, spiega Chiodi, perché «vengono indicate con una generica dicitura di “incontro istituzionale”. Una pratica consolidata da 20-30 anni». Il governatore ha sottolineato anche che le missioni «sono state facilmente ricostruite» e in particolare quelle a Roma, «al 99 per cento sono relative a missioni istituzionali o di rappresentanza correlate alle mie quattro cariche».
LA CELEBERRIMA NOTTE IN HOTEL. Tra le spese che gli sono state contestate c’è anche quella che ha solleticato la pruderie e il gossip sull’inchiesta, un pernottamento all’Hotel del Sole di Roma, in zona Pantheon, in compagnia di Letizia Marinelli, due mesi dopo nominata consigliere all’assessorato delle Pari opportunità. Chiodi si è difeso: «Che si trattasse di due persone e che quindi non ci sono stati raggiri lo conferma la fattura. Dovevano essere gli uffici a estrapolare il mio pernottamento e a rimborsarmi solo quello. Ho anticipato pagando io con la carta di credito, e che eravamo due persone lo attesta anche la tassa turistica al comune». Dal punto di vista umano, Chiodi ha dichiarato: «Si possono fare degli errori, l’importante è ammetterli: su questi aspetto non mi sono sottratto, ma non hanno mai influito sulla mia attività istituzionale». Dal punto di vista professionale, il governatore ha assicurato che sulla nomina della Marinelli non ci fu «Da parte mia nessuna influenza che potesse determinare un favoritismo. Questo lo accerterà la Procura». Per quanto riguarda la nomina della sorella di Marinelli, Simonetta, a segretaria di un assessore regionale un mese dopo la notte romana, Chiodi ha detto: «È discrezionale, ma è nella facoltà dell’assessore. Le segreterie degli assessori da sempre, in tutte le Regioni, hanno diritto ad avere uno staff politico di fiducia per il tempo di durata della carica».
IL VIAGGIO NEGLI USA. Un altro dei capitoli più discussi tra le accuse riguarda il rimborso per un viaggio a Washington, in business class, per lui e la moglie: l’occasione era l’assemblea annuale degli italoamericani, a cui partecipavano anche Nancy Pelosi e Hillary Clinton. All’epoca Chiodi ha ritenuto «assolutamente inopportuno, pur avendone diritto» che la Regione rimborsasse il viaggio alla moglie, che «era invitata con me, come consuetudine in occasioni di rappresentanza di questo livello». Chiodi ha spiegato però di aver consegnato alla procura tutta la documentazione, compresi i bonifici all’agenzia di viaggio, che prova che fu lui stesso a pagare il biglietto della moglie, poi ha concluso che «Non ho approfittato dei fondi regionali se non per scopi di carattere istituzionale e sono convinto che la procura ha gli elementi per una valutazione serena».
«SARO’ IL CANDIDATO DEL CENTRODESTRA». Chiodi ha sottolineato che «Ho sentito Berlusconi e non ho alcun dubbio sul fatto che sia io il candidato di centrodestra. Noi siamo pronti ad affrontare la campagna elettorale. Pronti a fare una campagna che dica quelle che sono le cose fatte in Abruzzo e ciò di cui l’Abruzzo ha bisogno».
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