Chiesa e abusi, vescovi francesi pronti a risarcire le vittime. Cosa succede adesso

Di Mauro Zanon
11 Novembre 2021
Immobili delle diocesi in vendita per trovare i fondi. Una commissione nazionale valuterà caso per caso. Un «vasto programma di rinnovamento» per superare lo scandalo
Papa Francesco con i vescovi francesi in Vaticano, lo scorso 23 settembre (foto Ansa)

Parigi. Una commissione nazionale indipendente sarà incaricata di valutare le richieste di risarcimento delle vittime di abusi sessuali da parte dei sacerdoti e dei laici all’interno delle strutture ecclesiastiche. È quanto deciso lunedì 8 novembre dai 120 vescovi francesi riuniti in assemblea plenaria a Lourdes, a un mese di distanza dalla pubblicazione del rapporto della Ciase (Commissione indipendente sugli abusi sessuali nella Chiesa cattolica di Francia, ribattezzata Commissione Sauvé dal nome del relatore Jean-Marc Sauvé), dal quale è emerso che dal 1950 al 2020, secondo le stime, 330 mila persone hanno subìto atti di pedofilia nella Chiesa francese (216mila a opera del clero, le restanti sono state vittime di abusi commessi da laici, volontari o stipendiati dalla Chiesa, nelle sacrestie, nelle scuole cattoliche, nelle classi di catechismo o nelle colonie di vacanza).

«Una rivoluzione interna»

È «una rivoluzione interna», secondo il quotidiano cattolico francese La Croix, che certifica un «cambio di mentalità inedito», anche se va detto che negli ultimi decenni sono già stati fatti enormi passi avanti dalla Chiesa per contrastare il fenomeno degli abusi. «Tutte le risoluzioni che abbiamo votato costituiscono un vasto programma di rinnovamento delle nostre pratiche di governance a livello di diocesi e a livello di Chiesa in Francia», ha detto Mons. Éric de Moulins-Beaufort, presidente della Conferenza episcopale francese (Cef), prima di aggiungere: «Trasmetteremo al Santo Padre, dopo averle rielaborate, le raccomandazioni della Ciase che riguardano la Chiesa universale. Abbiamo deciso insieme di chiedere al Papa, poiché siamo stati nominati da lui, di venire in nostro aiuto, mandando qualcuno di sua fiducia a discutere con noi il modo in cui abbiamo trattato e trattiamo le vittime e i loro aggressori».

Ma la decisione più importante, presa al termine di lungo dibattito interno (in un primo momento, i vescovi erano propensi a fare appello ai doni dei fedeli), è la vendita di alcuni beni immobiliari della Cef e delle diocesi francesi per irrobustire il fondo per il risarcimento delle vittime. «Dovremo trovare somme ben superiori a quelle che avevamo immaginato. Venderemo quindi alcuni beni immobiliari della Conferenza episcopale e delle diocesi. Non prenderemo i soldi dalle offerte dei fedeli. Tutti i vescovi hanno accettato di identificare nelle loro diocesi i beni che potrebbero essere venduti», ha dichiarato il presidente della Cef.

Valutazioni caso per caso

«Riflettiamo con alcuni giuristi circa il modo di rimuovere gli ostacoli legati alla legge del 1905 (sulla separazione tra Stato e Chiesa, ndr) che potrebbero impedire di ricorrere ad alcuni di questi beni», ha precisato Mons. Olivier Leborgne, vicepresidente della Cef. Oltre alla cessione degli immobili, i vescovi stanno pensando di chiedere anche un prestito in banca per risarcire chi è stato coinvolto negli abusi. L’organismo nazionale incaricato dei risarcimenti “caso per caso” delle vittime di violenze sessuali sarà presieduto da una giurista, Marie Derain de Vaucresson, già impegnata nella protezione dei bambini in passato per conto del ministero della Giustizia francese, che creerà una sua squadra sul modello della Commissione Sauvé.

Intervistata dalla Croix, Marie Derain de Vaucresson ha spiegato che «la riparazione finanziaria farà parte della risposta» alle vittime, «ma non in modo sistematico», perché «questo dipenderà da ogni vittima», visto che «alcuni hanno espresso il semplice bisogno di sapere se il loro aggressore è ancora in vita, altri di incontrare una persona coinvolta nella loro situazione, il molestatore stesso o il vescovo dell’epoca».

Le misure concrete prese dalla Chiesa francese sono state accolte positivamente dalle vittime. «Il fatto che tutti i vescovi saranno sottoposti alla vendita di alcuni beni immobiliari della loro diocesi se necessario per risarcire il vittima è una buona cosa», ha dichiarato Brigitte Navail, vittima di abusi da parte di un prete e membro del collettivo Foi et résilience. Come lei, un’altra vittima, Michel, si rallegra del fatto che i vescovi abbiano abbandonato l’idea di fare appello ai doni dei fedeli per alimentare il fondo di risarcimento: «Il fatto che venga utilizzato il patrimonio per risarcire le vittime mostra che l’istituzione ecclesiastica è pronta a pagare».

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