
CHI TROVA UN AMICO, PERDE PESO (MA SOLO AL BANANA FOOTBALL CLUB)
Pierpaolo Aldrighi Ferretti è un bambino di tredici anni. A differenza della maggior parte dei suoi coetanei, vive circondato dagli agi, ha una tata che lo segue ovunque, una mamma ovviamente apprensiva, un papà, un fratellino, ma, soprattutto, una nonna davvero speciale. Pierpaolo ha però anche una grande timidezza, mista a un po’ di sovrappeso. In un acceso dialogo tra mamma Sofia e nonna Pilar, a quest’ultima viene l’idea di fargli fare un po’ di sport, perché no, magari giocare a calcio. Sgombrate le perplessità della mamma e dell’allenatore, l’ultimo arrivato, per di più con raccomandazione, segna un goal di testa alla prima partita. Si guadagna subito la maglia di titolare, e la simpatia di Nino, detto Foglia Morta. E così nasce l’amicizia tra Due Cognomi e Foglia Morta – il ragazzo dei quartieri alti che non sa neppure come si prende un autobus, e il ragazzo di periferia, che sogna un cellulare per poter mandare ‘messaggini alla sua morosa tutto il giorno’ – mentre nel mondo dei grandi si consumano sporchi traffici, che porteranno a un’ingiusta sostituzione dell’allenatore. Ma torna ora in scena una delle idee brillanti di nonna Pilar: perché non sfruttare un’amicizia importante per far scoppiare un caso, una notizia, che vada addirittura a riempire le pagine sportive del più importante quotidiano nazionale?
Al centro di Banana Football Club c’è il gioco del calcio. Il calcio dei ragazzini e le urla smodate dei genitori in tribuna e gli affari loschi che a volte sono disposti a fare per assecondare i propri sogni di gloria. Il calcio dei ragazzini e le chiacchierate tra procuratori e dirigenti che al bene della squadra preferiscono sogni monetizzabili. Il calcio dei ragazzini e l’amicizia che può nascere tra i piccoli giocatori, negli spogliatoi e nel campo. In particolare, Perrone ci racconta la storia dell’amicizia tra Pierpaolo Aldrighi Ferretti, anche soprannominato ‘Due Nomi’ o ‘Due cognomi’, e Gaetano Viti, detto ‘Nino’, detto ‘Foglia Morta’.
Il nostro protagonista smetterà di essere viziato e impacciato, e comincerà a credere in se stesso, ad avere fiducia negli altri. La sua avventura calcistica, iniziata come stratagemma per perdere peso, gli porterà soddisfazione e gloria e, forse, anche sogni per il futuro.
Diviso in brevi capitoli il romanzo procede rapido come le azioni dei ragazzini, che stanno imparando non solo a giocare, ma anche a vivere, ognuno con una sua personale attitudine. Magari, sognando il calcio dei calzettoni abbassati di Mario Corso.
Elisabetta Longo
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