
Chi ha suicidato Walter Benjamin?
Walter Benjamin, il filosofo ebreo tedesco autore di L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica e Angelus novus morto nel 1940, non si sarebbe suicidato in una cittadina catalana per timore di cadere nelle mani dei nazisti, ma sarebbe stato assassinato da agenti stalinisti. È questa la clamorosa ipotesi avanzata da Stephen Schwartz su The Weekly Standard, il noto e influente settimanale neo-conservatore pubblicato a Washington e diretto da William Kristol, già consulente delle amministrazioni Reagan e Bush padre. La morte di Benjamin, marxista eretico ancor oggi celebrato soprattutto per i suoi scritti di estetica, secondo la versione fino ad oggi accettata sarebbe stata provocata dalla massiccia assunzione di pillole di morfina. Tale gesto disperato sarebbe stato compiuto dopo la notifica a Benjamin, da parte della polizia spagnola, della sua imminente deportazione nella Francia occupata dai nazisti da cui era appena fuggito. Schwartz non è in grado di dimostrare la sua tesi dell’assassinio, ma sottolinea una serie di incongruenze, misteri e circostanze sospette che circondano il decesso del filosofo tedesco: la scomparsa di un misterioso manoscritto contenuto nel bagaglio di Benjamin, che ai suoi compagni di fuga egli aveva descritto come «più importante di me stesso»; l’assenza di qualunque riferimento al presunto avvelenamento sia nel documento della magistratura spagnola che attestava la sua morte che nel certificato medico, dove si parla di morte per emorragia cerebrale; la ricostruzione poco credibile della compagna di fuga Henny Gurland, cui alle 7 di mattina del giorno della morte Benjamin avrebbe dichiarato di essersi avvelenato la sera prima alle ore 22; la distruzione da parte della Gurland delle due lettere a lei consegnate da Benjamin e la loro ricostruzione “a memoria” da parte della stessa; il fatto che l’Emergency Rescue Committee americano interessato all’espatrio di Benjamin era infiltrato di agenti sovietici, e che alcuni oppositori anti-nazisti noti anche come anti-stalinisti erano stati perseguitati e costretti a confessare inesistenti tradimenti in Catalogna nel 1937 proprio per iniziativa di agenti sovietici. Niente di conclusivo, come si può vedere, ma ce n’è più che abbastanza per invocare l’esumazione della salma di Benjamin e un serio esame autoptico. Per una volta nella vita, Baltazar Garzon potrebbe rendersi utile.
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