Chi ha paura degli Ogm? «Li mangiamo da due decenni e non è successo mai nulla»

Di Emmanuele Michela
24 Ottobre 2013
Le biotecnologie portano vantaggi per tutti e abbassano i prezzi. E chi li ostracizza ha sempre opposto solo paure, bufale e accuse ideologiche. Lo scrive il Wall Street Journal

Ogm, piantiamola di averne paura. A lanciare l’appello è niente meno che il Wall Street Journal, che ieri ha ospitato sulle sue colonne una lunga analisi sull’agricoltura biotech firmata da Marc Van Montagu, docente di biologia dell’università belga di Gent. Il ricercatore di recente è stato insignito del World Food Prize, una sorta di Nobel nel campo alimentare assegnato a Des Moines, nello Iowa, in un’edizione che ha destato più di una polemica perché, insieme a lui, ad essere premiati sono stati Robert Fraley, vice presidente di Monsanto, e Mary-Bell Chilton, founding member di Syngenta, due tra le multinazionali leader dell’industria genetica in campo agricolo, oggetto costante di critiche ed attacchi da parte degli ambientalisti.

TUTTI I VANTAGGI. L’analisi di Van Montagu si basa su dati reali e su una prima considerazione tanto elementare quanto inattaccabile: è vent’anni che miliardi di persone mangiano cibo geneticamente modificato, e nessuno ha mai avuto problemi di salute, questo sebbene ormai il grano Ogm occupi quasi un quarto dei terreni agricoli, raccolto dal lavoro di più di 17 milioni di agricoltori.
I vantaggi offerti dalle nuove colture sono tanti, e vanno ben più a fondo dell’allargamento della forbice tra quantità di beni prodotti e prezzi sempre più bassi: basti pensare all’India che, grazie ai semi di cotone modificati per essere resistenti agli attacchi di parassiti, è passata da essere importatore a esportatore di questo bene.

E GLI AMBIENTALISTI COSA RIBATTONO? Di fronte ai dati dei biotecnologi, che cosa hanno da controbattere gli oppositori degli Ogm? Nulla, dice Van Montagu, solo paure, a partire dai continui studi sui rischi di cancro passando per i pericoli per api e farfalle monache, per arrivare fino alla tesi che il cotone indiano avesse provocato un boom di suicidi tra i contadini locali, storia smontata definitivamente nel 2008 da uno studio condotto da 64 organizzazioni governative e ong.
Eppure la campagna ambientalista continua a reggere i colpi, specie in Europa, dove la coltivazione di grano Ogm è vietata, o addirittura in Africa, dove stati come lo Zambia nel 2002 rifiutarono aiuti umanitari perché consistevano in cibo modificato geneticamente.

«OPPOSIZIONE IDEOLOGICA». Strano, nota il biologo belga: l’opposizione alla biotecnologia arriva da quelle stesse persone che nello scetticismo verso il global warming vedono posizioni anti-scientifiche. «Mi sembra che gran parte della resistenza al cibo Ogm non è basata sulla scienza, bensì su posizioni ideologiche o politiche, basate su paure di “sciacallaggio aziendale” o “colonialismo occidentale”».
Con un ironico colpo di scena finale: l’ostracismo verso gli Ogm ha portato ad un sistema di massima regolamentazione, che ha fatto così schizzare i prezzi per portare sul mercato i prodotti. «Ora solo le compagnie multinazionali e i grandi enti di ricerca possono permettersi di rispettare le regole».

@LeleMichela

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1 commento

  1. Edo

    Nella metropolitana della città in cui vivo, Torino, giusto ieri ho visto un video che, oltre ad alcuni consigli di una banalità colossale, come mangiare meno carne e più frutta e verdura, dava quello di mangiare cibi Ogm-free. Son rimasto senza parole per l’irragionevolezza di quest’ultimo consiglio.

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