Che cosa dice su occupazioni e media il risultato delle elezioni universitarie a Torino

Di Giuseppe Beltrame
09 Aprile 2025
Il flop delle liste Propal dopo l'occupazione della scorsa estate e il successo di Obiettivo Studenti. «Gli studenti non si sono dimenticati di quanto è successo quei giorni». Intervista ai protagonisti del voto
I candidati alle elezioni universitarie 2025 di Obiettivo studenti Torino, 26 marzo 2025
I candidati alle elezioni universitarie 2025 di Obiettivo studenti Torino, 26 marzo 2025

«La rappresentanza mi ha cambiato la vita, mi ha reso più felice». Riccardo Gonano, studente 22enne di Economia, sorride rilassato, a pochi giorni dalla chiusura delle votazioni per le elezioni studentesche dell’Università di Torino. È da poco terminata la campagna elettorale, in un crescendo di fatica, adrenalina e scaramucce tra liste («ma poi tutto si rimette a posto» ci assicura). Sui muri del centro cittadino resistono ancora alle intemperie i manifesti elettorali con i volti dei candidati tra cui il suo, rieletto per il secondo mandato al Senato accademico con Obiettivo Studenti (Os).

ll successo di Os

I novanta candidati di Os sono i veri vincitori. La lista ha visto crescere i suoi voti di oltre mille unità, classificandosi in seconda posizione dietro a Studenti indipendenti (Si), che però negli ultimi anni ha perso centinaia di voti, e ottenendo due posti in Senato e uno in Consiglio d’amministrazione (Cda). Un risultato che non si vedeva da quindici anni.

Gonano sottolinea l’importanza dell’esempio di chi lo ha preceduto. «Se un amico non mi avesse invitato a coinvolgermi non mi sarei mai fatto avanti. Ho visto il legame a questo luogo di chi mi precedeva e di conseguenza anch’io pian piano mi sono appassionato sempre di più. Penso che questo abbia affascinato le persone che ci hanno votato in questi anni, proporre qualcosa di coinvolgente e di vivo. Non erano di fronte a delle macchine risolvi-problemi, ma a dei ragazzi come loro che cercavano di costruire una comunità. Tramite la rappresentanza ho conosciuto amici di cui oggi mi fido ciecamente, senza i quali non avrei potuto muovere un passo in Senato».

I manifesti elettorali sui muri del centro di Torino per le elezioni studentesche, 6 aprile 2025 (foto Tempi)
I manifesti elettorali sui muri del centro di Torino per le elezioni studentesche, 6 aprile 2025 (foto Tempi)

«Solo così fioriamo come uomini»

«Non ci siamo tirati indietro nelle questioni più spinose degli ultimi due anni – prosegue Gonano – promuovendo incontri e approfondimenti sui temi di stretta attualità, come la guerra in Palestina o la situazione politica della Georgia. L’università può essere luogo di incontro costruttivo e di confronto non ideologico, solo così possiamo fiorire come uomini. Per molti nuovi iscritti il rischio è trascorrere il periodo accademico in solitudine, anche per questo a inizio anno abbiamo organizzato un evento per l’accoglienza delle matricole con banchetti informativi e momenti conviviali, a cui hanno partecipato oltre seicento persone».

Negli ultimi mesi negli organi maggiori tengono banco temi che interessano in prima battuta gli studenti, in particolare il buco di bilancio dell’università e i lavori bloccati per il campus Città delle Scienze e dell’Ambiente di Grugliasco, che già dal 2025 avrebbe dovuto accogliere tra gli altri i dipartimenti di Scienze Agrarie, Forestali, Alimentari, Veterinarie, Chimica, Fisica e Biologia. «Se non diciamo la nostra su queste questioni, studiando la situazione e prendendo posizione, lo spazio che otteniamo è inutile», aggiunge Gonano.

Flop dei Propal

Salta all’occhio il flop della principale lista Propal, Cambiare Rotta, che ha ottenuto solo il 3 per cento del consenso. Il collettivo, pompato per mesi dai media nazionali e protagonista la scorsa estate dell’occupazione di Palazzo Nuovo, l’immenso complesso delle discipline umanistiche a pochi passi dalla Mole Antonelliana, oggi si trova con una manciata di voti (440) e (forse) qualche rimpianto. Anche se stranamente sui social della lista non si risparmiano i festeggiamenti. Per 39 giorni filati nella primavera-estate 2024 i militanti hanno impedito esami e lezioni al grido di «Fascisti e polizia andatevene via / l’università è dell3 student3», senza che le forze armate potessero intervenire, con annessi inviti a militanti pro-Hamas e la collaborazione continua con i centri sociali cittadini, su tutti Askatasuna.

L’evoluzione politica di Cambiare Rotta dice molto delle sue prese di posizione. Il collettivo è nato da pochi anni, da alcuni membri della lista Studenti Indipendenti considerata «troppo moderata». A sua volta Si pochi mesi fa ha preso le distanze dal suo direttivo nazionale, sempre per le posizioni troppo «timide» del coordinamento. Per intenderci, facevano parte di Studenti indipendenti i protagonisti del boicottaggio dell’incontro “Accogliere la vita” organizzato alla Statale di Milano da Obiettivo Studenti il 26 novembre 2024, con tanto di irruzione in aula al grido di «ciellino aborto mancato».

Palazzo Nuovo, sede delle discipline umanistiche di Unito (foto Tempi)
Palazzo Nuovo, sede dei dipartimenti delle discipline umanistiche di Unito (foto Tempi)

«Come parlare ad un muro»

«A Palazzo Nuovo non c’era possibilità di dialogo», spiega a Tempi Jacopo Tealdi, 24enne studente di Medicina, membro del Cda nell’ultimo biennio con Universi.To-Rappresenta.To e campione di preferenze dell’ultima tornata elettorale (1092 voti). È un fiume in piena, carico anche lui per le votazioni appena concluse e animato da un trasporto contagioso per la politica studentesca («ma oltre a questa non ne voglio sapere»).

«Quei giorni più di una volta ho provato a entrare per parlare con gli occupanti, ma era come scontrarsi contro un muro. Accusavano il rettorato di connivenza con Israele, chiedendo la chiusura di ogni tipo di rapporto con le sue università. Volevano creare un palcoscenico politico per sfogare idee e convinzioni lontanissime dai problemi reali degli universitari, come se questi venissero in secondo piano. Il problema era legato anche allo spazio mediatico che riuscivano ad ottenere, con i giornalisti alla ricerca forsennata della notizia».

Il clamore ottenuto non sembra essere stato accompagnato da un impegno concreto. «Per intenderci nell’ultimo biennio due studenti eletti al Senato accademico per Si non si sono presentati praticamente mai. Come sperano di cambiare le cose se non mettendo al primo posto le esigenze di chi li ha votati?», si chiede Tealdi.

Protesta pro Palestina, Università di Torino, 16 maggio 2024 (foto Ansa)

«Costruire la pace dove si è»

«Alle urne certamente gli studenti si sono ricordati di quanto è successo in quei giorni», spiega ancora Gonano. «Noi non abbiamo preso una posizione radicale, né difeso a prescindere uno schieramento. Dopo il 7 ottobre eravamo tutti sconvolti, da qui è nato il desiderio di organizzare incontri con esperti per dare il nostro contributo, convinti che la nostra responsabilità fosse cercare di costruire attivamente la pace a partire dal luogo in cui viviamo quotidianamente. Abbiamo proiettato un film, I bambini di Gaza, e promosso un incontro pubblico con una raccolta fondi per l’ong Avsi. Il rischio altrimenti è assolutizzare una posizione, facendola diventare la verità, in un contesto universitario che non può avere la pretesa di “risolvere” le cose».

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