
Cervellera lascia AsiaNews e prosegue la sua missione in Cina

Padre Bernardo Cervellera lascia dopo 18 anni la direzione di AsiaNews. Come ha annunciato lui stesso ieri in un editoriale sulla nota agenzia di stampa, è stato destinato dal Pontificio istituto missioni estere (Pime) alla missione di Hong Kong-Cina, «dove penso di giungere ai primi di agosto». A partire dal 31 maggio il nuovo direttore sarà padre Mario Ghezzi.
AsiaNews, strumento missionario
Cervellera, 69 anni, è uno dei massimi esperti di Cina in Italia e nel mondo e aveva già servito come missionario a Hong Kong dal 1989 al 1995 e nella Cina continentale dal 1995 al 1997. Ma sarebbe improprio affermare che il sacerdote “torna” a fare il missionario, perché non ha mai smesso. AsiaNews, infatti, è sempre stato uno strumento per dare «voce ai popoli e alle Chiese dell’Asia», come ha scritto lo stesso direttore nel suo editoriale di commiato.
Quello che ora è uno dei siti più autorevoli e consultati sull’Asia è nato come ciclostilato quindicinale nel 1986 da una felice intuizione di padre Piero Gheddo, il decano dei giornalisti missionari scomparso nel 2017. AsiaNews è poi diventato un mensile, fino ad approdare online nel 2003 su iniziativa di padre Cervellera. Come spiegava lo stesso direttore in un’intervista a Tempi di due anni fa, al contrario di molti giornali che si limitano a pubblicare solo «curiosità esotiche sull’Asia», AsiaNews approfondisce la situazione socio-politica, culturale ed economica dei diversi paesi asiatici, raccontando la vita quotidiana delle minoranze cristiane «per suscitare il desiderio della missione e per raccontare che cosa si nasconde dietro quello che è diventato il motore dell’economia mondiale».
La missione di padre Cervellera
Padre Cervellera è un vero punto di riferimento per quanto riguarda le notizie sulla Cina e sull’Asia, ma è la missione ad averlo chiamato al giornalismo e non viceversa, come spiegava a Tempi:
«Non avevo mai pensato di scrivere in un giornale, tanto meno di farmi prete o missionario. La fede l’ho riscoperta a 18 anni, dopo un periodo di ateismo pratico e di forte impegno politico nel Movimento studentesco. La riscoperta della fede è stata così entusiasmante che desideravo dare la vita per diffonderla. Studiavo Filosofia all’università Cattolica di Milano e all’inizio ero affascinato dalla missione laicale dentro il mondo, nel lavoro. Poi don Luigi Giussani ci ha fatto conoscere due missionari del Pime: padre Massimo Cenci e padre Giuliano Frigeni. La loro testimonianza mi colpì moltissimo e cominciai a verificare la possibilità di diventare missionario. Era il 1975. Tre anni dopo sono diventato sacerdote. Io volevo partire per la Cina, ma i miei superiori mi hanno chiesto di fermarmi in Italia per lavorare alla rivista del Pime Mondo e Missione. Non avevo mai fatto niente del genere, avevo scritto sì e no due articoletti per un giornale locale da giovane. È la missione che mi ha chiamato al giornalismo».
La passione per la Cina e l’Asia
L’instancabile passione per la Cina e il popolo cinese, frutto della testimonianza dei missionari del Pime cacciati nel 1950 dal paese dopo l’avvento al potere di Mao Zedong, ha innervato tutta la vita di padre Cervellera.
In questi 18 anni AsiaNews ha raggiunto milioni di lettori, che hanno ripagato l’agenzia con generosità, come racconta il direttore nel suo editoriale rivolgendosi direttamente a loro: «AsiaNews ha potuto continuare grazie alla vostra generosità, al vostro aiuto economico, condividendo con noi l’idea che le nostre notizie devono essere diffuse e non “pagate”. Il nostro amministratore ha calcolato che in tutti questi anni AsiaNews è riuscita a vivere e lavorare grazie alle vostre donazioni, che si aggirano sui 4,5 milioni di euro (senza aver mai fissato alcun prezzo di abbonamento, e con il Pime che ha contribuito in tutto per 500 mila euro)».
Le campagne di AsiaNews
Negli anni AsiaNews ha promosso numerose campagne, soprattutto a sostegno dei cristiani perseguitati dell’Asia: l’agenzia si è battuta per la liberazione del cristiano Savio O’Connor dalle prigioni saudite e per l’affrancamento dalla schiavitù di 52 famiglie pakistane nelle fabbriche di mattoni a Kamalpur, ha promosso la raccolta fondi “Adotta un cristiano di Mosul” a sostegno dei profughi iracheni in fuga dall’Isis e ancora campagne per i cristiani dell’Orissa, i terremotati del Nepal e dell’Indonesia, gli alluvionati delle Filippine, gli studenti cinesi.
Dopo 18 anni di missione giornalistica, padre Cervellera torna alla sua «missione primaria», di nuovo in terra cinese, in un momento di enorme tensione e preoccupazione per il futuro di Hong Kong (una nuova testimonianza dall’isola apparirà sul prossimo numero di Tempi), «dove soffrono popolo, cristiani e religioni, e dove un gigante autoritario come la Cina diffonde ondate di inquietudine sul resto del mondo», scrive Cervellera. «Proprio lì è importante che risuoni e sia testimoniata la salvezza e la speranza che Gesù Cristo ha portato per ogni uomo e donna, anche per chi è prigioniero di un regime, anche per chi costruisce il futuro del proprio popolo sulla schiavitù politica o sull’apparente falsa libertà del consumismo, che è l’altra faccia di una schiavitù della produzione e del materialismo. Per questo io sono grato ai miei superiori per questa decisione».
L’importanza dei cattolici asiatici
Padre Cervellera, nel suo editoriale, ringrazia il Pime e i lettori, gli amici e lo staff, ma è lui che va ringraziato per questi 18 anni di AsiaNews in cui ci ha fatto conoscere l’esperienza dei cattolici asiatici. Che ci insegnano tre cose, come spiegava il missionario stesso:
«L’Italia è ormai terra di evangelizzazione e noi cattolici non sappiamo vivere come una minoranza, ma i nostri fratelli orientali sì. La loro esperienza ci insegna tre cose: innanzitutto, ci spinge a riscoprire che solo Gesù salva e rende liberi, dando veramente senso e gioia alla vita. Inoltre, che questa gioia si può e si deve comunicare a tutti attraverso la propria vita. Solo così si può essere missionari. Infine, i cattolici dell’Asia ci insegnano a riscoprire il valore della comunità: solo rimanendo uniti e sostenendosi a vicenda si può mostrare a tutti la bellezza del cristianesimo».
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