Cellulari vietati sull’aereo, anche se non cambierebbe niente

Di Elisabetta Longo
19 Gennaio 2011
Lo rivela al New York Times un ingegnere della Boeing, secondo cui non è vero che le apparecchiature telefoniche compromettono la linea retta tenuta dal pilota. Non è mai stato stabilita con certezza, infatti, la causa di alcuni incidenti in volo attribuiti a cellulari dimenticati accesi

Cosa fanno mediamente le persone in aereo? Dopo aver dato un’occhiata annoiata al carrello del cibo che la hostess offre con immotivato entusiasmo, la maggior parte delle persone si mette a dormire. Che si tratti di un volo Milano-Roma o di una transoceanica il riposino è obbligato, c’è chi ricorre da viaggiatore esperto ai cuscini gonfiabili e chi invece improvvisa pennichelle sulle spalle del vicino.

In ogni caso, il silenzio è un bene prezioso in alta quota. Era, anzi, fino a oggi, svela l’Economist dicendo che in realtà si potrebbe telefonare senza problemi, ammorbando il resto dei passeggeri con cronache aeree alla moglie rimasta a casa. Sì, perché pare che sull’argomento “apparecchiature telefoniche che compromettono la linea retta tenuta dal pilota” ci siano troppe opinioni discordanti. Se negli States le regole sono stabilite dalle singole compagnie aeree, in Europa invece gli apparecchi tecnologici possono essere utilizzati solo se in modalità “aereo”, cioè quella che spegne per così dire la possibilità di effettuare chiamate ma non ad esempio la funzione di lettore mp3.

Ma al New York Times un ingegnere della Boeing dice che si tratta di una bufala, che non è mai stato stabilito con certezza che la causa di certi incidenti in volo sia stata provocata da un cellulare dimenticato acceso. Sarà, ma noi preferiamo tenerci caro il silenzio almeno ad alta quota, visto che ora non si può più nemmeno pensare ai fatti propri in metropolitana, altro luogo sacro dell’alienazione mattutina, ora invece cablato e ricettivo in ogni angolo.

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