
«C’è un diritto dei bambini che viene prima di ogni desiderio degli adulti»

Anticipiamo l’editoriale tratto dal numero di Tempi in edicola da oggi (vai alla pagina degli abbonamenti) – Mentre siamo in procinto di metterci in viaggio per Roma e lei sta facendo le valigie per la missione istituzionale che il 30 gennaio la porterà a Pechino, ci fa piacere condividere telefonicamente col ministro della Sanità le ragioni per le quali saremo idealmente insieme al Family Day. Contro nessuno. Ma certamente in totale disaccordo con Laura Boldrini, terza carica dello Stato, che si è permessa di dogmatizzare il diritto di un adulto a calpestare il diritto di un bambino ad avere una mamma e un papà.
Ci ha detto Beatrice Lorenzin: «Ho avvertito Renzi che se resta così com’è, io, come donna e come ministro, non solo la legge Cirinnà non la voterò, ma voterò contro. Sono mamma, non sono sposata e parlo da coppia di fatto: da quella legge vanno espunti tutti i riferimenti al matrimonio e va cancellata la stepchild adoption, che fa rientrare dalla finestra quello che abbiamo cacciato dalla porta. E cioè la possibilità del ricorso all’utero in affitto. Ho tanti amici omosessuali che la pensano come me. C’è un diritto dei bambini ad avere una madre e un padre che viene prima di ogni desiderio degli adulti. È una questione di coscienza, non di opinione. Come si fa a non capire questa evidenza elementare?». E i bambini che “già esistono”, quelli usati per creare situazioni di fatto e poi rivendicare il “diritto” all’omogenitorialità? «È evidente che se ne dovranno occupare i giudici, caso per caso, sono situazioni molto delicate».
Come nella famosa impresa del Don Giovanni d’Austria, il 24enne scapestrato che si giocò la pelle per salvare il popolo dalla sottomissione al Sultano che d’un tratto si mise in testa di occupare l’Europa con cui prima condivideva i commerci, siamo certi che sulle galee che portano al Family Day non solo non c’è discriminazione e animosità per alcuno, ma c’è volontà di riconoscere tutti e dialogare con tutti. Non però al prezzo di farci occupare da una ideologia irrazionale e prepotente che fa della difficoltà storica in cui versa la famiglia – così disprezzata e contraddetta dai poteri ricchi e viziosi – l’occasione per impiantare esperimenti sociali, violenti nei confronti dei bambini e intolleranti nei riguardi della società. Diciamo le cose come stanno: non c’è nessuno contrario a riconoscere diritti alle persone omosessuali.
A questo proposito, esiste un testo unico di legge (ddl Sacconi) che aspetta solo di essere approvato. Il problema è che non sono i diritti delle persone quelli che la legge Cirinnà vuole affermare. Ma una bandiera. Vuole piantare la bandiera matrimoniale ad uso delle persone dello stesso sesso e questo solo ed esclusivamente per dare loro accesso ai bambini. Ma tra due identici i bambini si fanno in un solo modo: con i commerci degli ovuli nei laboratori, lo sfruttamento delle donne, l’utero in affitto. In tutti i casi è la coscienza umana – non una tradizione – che sente di dire “No, grazie”. Non c’è diritto senza verità. Non ci sono diritti che possano prevalere sul diritto e la verità di ogni bambino ad avere una mamma e un papà.
Foto Ansa
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Il più degno e naturale utilizzo del del Cirinna’ è quello di carta per accendere la stufa. No al del Cirinna’!
Ancora da “Adozioni gay: il no degli esperti”di Costanza Stagetti, aquaviva2000.com
Patologie collegate alle relazioni omosessuali
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È noto che gli uomini omosessuali sono soggetti ad un’elevata incidenza di malattie sessualmente trasmesse. Quando l’AIDS fu osservato per la prima volta nel 1981 venne definito GRIDS (Gay Related Immunodeficiency Syndrome) poiché tutti i casi sembravano riguardare uomini gay. In seguito venne scoperto anche nei tossicodipendenti che si iniettano droga e in altri gruppi. Negli ultimi 20 anni sono stati spesi milioni di dollari per educare la comunità omosessuale a praticare il cosiddetto sesso sicuro prevedendo che l’HIV/AIDS avrebbe cessato di essere specificamente una malattia dei gay. Tuttavia questa previsione non si è avverata.
In Australia l’ Annual Surveillance Report per l’HIV/AIDS del 2000 dichiara: «La trasmissione dell’HIV in Australia continua ad avvenire prevalentemente attraverso i contatti sessuali fra uomini. Approssimativamente l’85% di tutte le trasmissioni HIV in Australia avvengono attraverso questa via. Allo stesso modo, la maggior parte delle diagnosi di nuove infezioni HIV riguardavano uomini che avevano avuto contatti omosessuali».
Inoltre, l’HIV/AIDS report indica che «l’indagine periodica della comunità gay di Sydney che copre un arco di 6 mesi ha recentemente individuato un aumento nella proporzione di residenti che riportano sesso anale non protetto con partners casuali. La proporzione è andata aumentando dal 14% del febbraio 1996 al 28% dell’ agosto 1997 e al 32% del 1999….il numero di uomini con gonorrea rettale è aumentato progressivamente dai 72 del 1997 ai 195 del 1999».
Non è un mistero Stoppani che ci siano molti omosessuali che vivono una vita sregolata sessualmente. Come non è un mistero che molti afroamericani vivano una vita sregolata civilmente.
Il punto è cosa vogliamo fare per aiutare queste persone.
E’ ben ovvio che se un adolescente omosessuale ha come prospettiva e modello nella sua vita coppie instabili, senza poter capire quante migliaia e migliaia sono invece serie e monogame, farà una brutta fine. Viceversa, permettere agli omosessuali in coppie serie di essere riconosciuti tramite precisi impegni e diritti, crea non solo la coesione sociale delle famiglie di origine di cui parlo spesso, ma anche un modello per giovani e meno giovani.
Ogni coppia fa caso a sé, come a nessun verrebbe in mente di dire che gli Obama o siano cattivi genitori per i pregiudizi basati sull’alta incidenza di criminalità nella popolazione afroamericana.
Quindi io mi chiedo: quando questi siti sbattono articoli in cui condannano una certa parte degli omosessuali, lo fanno nell’interesse di chi e per ottenere quale risultato? Non di certo aiutare gli omosessuali.
E non di certo aiutare i bambini, perchè come lei ben sa ormai che ha tanto letto (e copia-incollato) la letteratura contraria all’omogenitorialità è molto fragile e controversa, mentre quella a favore più autorevole e compatta. Gli omosessuali possono essere buoni genitori quanto gli altri, ed è compito degli assistenti sociali, se e quando ci saranno le adozioni, valutare famiglia per famiglia, come fanno con gli afroamericani, oltre il pregiudizio.
“Non è un mistero Stoppani che ci siano molti omosessuali che vivono una vita sregolata sessualmente. Come non è un mistero che molti afroamericani vivano una vita sregolata civilmente.
Il punto è cosa vogliamo fare per aiutare queste persone.”
Di sicuro non è dandogli in pasto i bambini che si aiutano.
Per quelli che hanno problemi no di certo. Ma che messaggio diamo a quelli che problemi non ne hanno, se li accomuniamo ai quelli problematici? Forse che “è il vostro destino”? A che serve?
Come per gli afroamericani, il pregiudizio è una delle ragioni che scatena il circolo vizioso.
Dire agli omsoessuali, chi si comporta bene può distinguersi dagli altri, che esiste fiducia e non pregiudizio, è un messaggio di solidarietà e speranza.
Ma quale pregiudizio?
Questi che ti ho spiattellato sono “autorevoli studi”!
E quali sarebbero “quelli non problematici”?
Lo zerovirgola che non cambia patner ogni volta che starnuta?
E non la buttare sul patetico, che dopo tutta la prosopopea che hai sversato su queste pagine fai solo ridere.
L’unica cosa positiva, è che micheleL l’ha piantata coi raccontini farlocchi, che sarebbe un maschio omosessuale, che sta cercando una donna che gli regali il figlio….e ha smesso con queste frottole anche con altri horror nick….
Non si sente più parlare da un pezzo di vicine di casa che abo rtiscono come andare dal dentista, di riunioni familiari in cui sono tutti separati , riaccompagnati, riseparati e con i figli allegri e contenti, di acide donne mature che convivono con conviventi trattati come domestici, di madri horror che impartiscono l’educazione gender a due gemelli, maschio e femmina, di vecchi che hanno i figli grandi e peccato che non siano gay, di uomini sposati, ma senza figli, che sono del tutto a favore di qualsiasi capriccio lgbt., protestanti, cattolici, ex cattolici, atei, medici, ingegneri, maestre d’asilo, infermiere…
Ecco, questa roba, ultimamente la trollona ce la risparmia…dunque non è impermeabile al 100% all’effetto ridicolo delle figuracce che raccatta.
Si accontenta dei ridicoli 80studi80.
Ma non sarebbe più bello, trollona, soprattutto per te, che gettassi la maschera e discutessi lealmente ?
Non sai quello che significa, ma prova !
Certo, gli studi sono autorevoli. Non nego i loro numeri. Quanti sono i gay “non problematici”? Beh, in Italia ci sono da 1 a 2,5 milioni di omosessuali. Veda lei se son tutti “problematici”.
Riguardo alla durata della relazioni, ovviamente le unioni civili aiuterebbero a promuovere modelli più stabili, credo che converrà. In ogni caso i dati sulla durata dell relazioni li trova come le ho scritto su questo studio del 2014:
Rosenfeld, Michael J. “Couple Longevity in the Era of Same‐Sex Marriage in the United States.” Journal of Marriage and Family 76.5 (2014): 905-918.
Che documenta in modo efficace come la durata sia aumentata costantemente negli anni e la tendenza sia simile a quella eterosessuale.
Dato che non ci prendi nulla in statistica (o fai finta quando ti torna comodo) ti do un consiglio.
Stai attento a sovrastimare la popolazione gay aggiungendo quelli che al censimento hanno ammesso che sono andati almeno una volta col travello che batte alle Cascine, perché poi, quando grazie ai mentecatti dei grillini la Cirinnà prima o poi passerà, ti toccherà fare i conti con le cifre ufficiali di chi effettivamente si “sposa” davanti al sindaco e allora ti troverai di fronte a percentuali irrisorie che “dimostreranno” la scarsa attitudine dei gay a metter su famiglia..
Non so se mi sono spiegato.
Lei che dati ha sul numero di omosessuali? Se va sull'”episodio” siamo su 10-20%. Basta che prenda un sondaggio in paesi non omofobi in cui si può ridurre il “bias” che deriva dall’omofobia (anche interiorizzata), come Danimarca o Svezia o Paesi Bassi.
Non hai letto la parolina “censimento”?
All’ultimo censimento sono poco più di un milione quelli che si sono dichiarati omosessuali e bisessuali.
Ti ricordo che il questionario era perfettamente anonimo e quindi non si tratta di fare outing urbi et orbi.
Inoltre, in Italia c’erano 16.648.000 famiglie. di cui 2.651.000 erano quelle monogenitoriali e 13.997.000 erano le coppie da considerarsi stabili. Di queste ben 13.990.000 erano coppie etero, mentre quelle dello stesso sesso erano 7.591, ovvero lo 0.04% del totale.
Insomma, a occhio e croce sono circa il 47% gli italiani eterosessuali impegnati in un rapporto di coppia stabile.
Sono invece solo lo 0,75% gli omosessuali impegnati in un rapporto analogo.
Se gli omosessuali invece di essere un milione sono due, allora l’attitudine a sposarsi scende allo 0,37%.
Viste le cifre in ballo, l’ipotesi che sia tutto colpa dell’omofobia interiorizzata mi pare un po’ peregrina, e a te?
Comunque ti avverto che i conti delle percentuali li ho fatti io con la calcolatrice del telefonino, sicché può darsi che siano sballati.
Verificali te, fai il piacere.
Penso che in Uganda il censimento registri zero gay.
Paese che vai, omofobia sociale che trovi, attitudine “meglio stare zitti” che osservi.
Guardi in numeri in Danimarca, nei Paesi Bassi o in Svezia. Poi guardi quelli in Spagna, in Francia, magari quelli di oggi rispetto a 10 o 20 anni fa.
E poi magari mi dirà pure che è l’omosessualità che si attacca. Che ai suoi tempi di gay non ce n’erano e e che è una moda? D’altra parte sono vecchi classici, perchè non rispolverarli?
D’altra parte lo stesso ISTAT sulla questione ha definito la stima “lontana da una fotografia reale”
Seeeh, ai “miei tempi”…
Domani lo vedrai quanti vecchi decrepiti ci saranno in piazza!
M’importa ‘na sega della Spagna e dell’Uganda!
Tu fai sempre come il moscondoro, che gira gira finisce sempre nella m..
Se ti impegnassi a seguire il filo dei ragionamenti faresti meno discorsi a nafta:
Il discorso è iniziato facendoti notare che una volta legalizzati i matrimoni gay ci saranno le cifre ufficiali, e più saranno gonfiate le stime sul numero dei gay, più risulteranno esigui in percentuale i matrimoni celebrati.
Ti conviene stare basso, sennò fai come Pannella quando sparò la stima degli aborti clandestini in Italia, da cui risultò che le donne in età fertile andavano più volte a abortire che dal macellaio!
Che hai capito, si o no?
Non serve la sfera di cristallo, è già successo tutto nello stesso modo (vaticano a parte, che farà fallire la legge anche questa volta), in Danimarca, in Svezia, in Olanda, poi in Spagna, in Inghilterra, in Canada, in Francia, in Irlanda, negli USA…
Prima pare che i gay siano pochi. Poi pare che non formino coppie. Poi si dice che sono poche. Si approvano le unioni civili. Si induce una presa di responsabilità, la popolazione omosessuale inizia a crederci, si innesca un sistema virtuoso, il numero di unioni aumenta, si stabilizza in proporzione agli etero.
Stessa storia. Basterebbe conoscerla, o volerla conoscere.
Sì, molto interessante.
Peccato che non c’entri una mazza con quello che ho scritto io.
Ritenta, sarai più fortunato.
A me pare che c’entri. Lei obietta che le unioni gay sarebbero instabili e poco numerose e che i gay stessi sarebbero pochi.
I numeri precisi non li avrà in Italia, perchè ci sono moltissimi gay “nascosti” per ragioni di omofobia, non è un mistero. Siccome non c’è ragione di pensare che l’incidenza dell’omosessualità sia minore che nel resto d’Europa e pure che le unioni debbano durare meno che nel resto d’Europa, il dato più significativo viene dai paesi con meno omofobia e con una più lunga tradizione in fatto di unioni civili e matrimoni.
Gli stessi numeri li vedremo in futuro in Italia. Questione di tempo e della prossima versione della legge. visto che anche questa volta non passerà.
Io ho solo scritto che se gonfi le cifre poi te ne penti.
Tipo dire che nel Circo Massimo ci stanno 2 milioni di persone 😉
Gli omosessuali sono buoni genitori come tutti gli altri (AAP, APA, NSWA, Corte Suprema di Florida e California e What We Know Projest per i riferimenti bibliografici).
Vergognosamente falso insinuare che i figli degli omosessuali abbiano bisogno di essere “salvati”, come immensamente ipocrita visto che chi lo dice odia gli omosessuali per omofobia e nessun altro motivo.
Una disgustosa operazione di strumentalizzazione, mentre questi bambini avrebbero solo bisogno di una tutela giuridica per la loro famiglia, gliela si nega per omofobia con il pretesto di aiutarli, mentre li si getta nell’insicurezza e nel rischio di perdere le tutele che potrebbero avere con due genitori legalmente riconosciuti (tramite la step-child adoption) invece di uno che hanno già.
Ecco cosa dice in proposito un interessante articolo di Paolo Gandolfo e Maria Tantaro
Le “relazioni fisse” omosessuali non sono paragonabili a quelle eterosessuali né per durata né per esclusività. Una coppia eterosessuale viene considerata “duratura” se raggiunge almeno venticinque anni di convivenza, una coppia omosessuale, invece, viene considerata “duratura” se si protrae almeno per cinque anni. Un terzo delle coppie omosessuali conviventi, infatti, sta insieme meno di due anni, un terzo tra i due e i cinque anni e l’ultimo terzo più di cinque anni.[11]
Lo stesso discorso vale per l’esclusività della coppia. Secondo i ricercatori, più della metà degli uomini con tendenze omosessuali, in coppia da almeno un anno, sostiene di aver avuto almeno un altro partner nel corso dell’anno (con punte del 66% per gli appartenenti alla borghesia e alla piccola borghesia); più di un terzo degli uomini dichiara di aver avuto come minimo quattro partner nel corso dell’ultimo anno[12].
Come si evince dalla stessa ricerca (Barbagli et al 2007), il numero delle relazioni extra coppia cresce con l’aumentare della durata dell’unione, cosa che porta gli autori ad affermare che “è probabile che la stabilità dell’unione sia tanto maggiore quanto più la coppia è aperta”, ossia: stabilità e fedeltà, nelle coppie omosessuali, sono inversamente proporzionali.[13]
[11] Cfr. M. Barbagli, A. Colombo, Omosessuali moderni. Gay e lesbiche in Italia, Il Mulino, Bologna 2007, p. 128.
[12] Ibidem, p. 128, 216, 224.
[13] Ibidem, p. 217.
continua l’articolo di Paolo Gandolfo e Maria Tantaro:
Nella stessa direzione va un recente documento pubblicato dall’American College of Pediatricians (2013) dal titolo “Homosexual Parenting: Is It Time For Change?” (“Genitori omosessuali: è tempo di cambiare?”).[17] Il documento, che cita le più rilevanti ricerche scientifiche sul tema, evidenzia i rischi nell’infanzia, legati allo stile di vita omosessuale dei genitori. Si rileva che la violenza tra partner dello stesso sesso è due/tre volte superiore che tra le coppie eterosessuali.[18] Le coppie dello stesso sesso sono significativamente più soggette a scioglimento della relazione rispetto alle coppie eterosessuali, con una media di durata del rapporto da due a tre anni[19] (1,5 anni secondo la ricerca di M. Xiridou 2003), uomini e donne omosessuali hanno numerosi partner sessuali anche all’interno di relazioni stabili,[20] individui che praticano una stile di vita omosessuale hanno più probabilità degli eterosessuali di avere una malattia mentale,[21] di abusare di sostanze,[22] di avere tendenze suicide,[23] e una durata di vita più breve[24]. Concludono gli autori che, nonostante alcuni sostengono che queste disfunzioni sono il risultato di pressioni sociali in America, le stesse disfunzioni esistono a livelli elevati tra gli omosessuali nelle culture dove sono più ampiamente accettati.[25]
[17]http://www.acpeds.org/the-college-speaks/position-statements/parenting-i….
[18] Tra gli altri: Gwat Yong Lie et al “Intimate Violence in Lesbian Relationships: Discussion of Survey Findings and Practice Implications” in” Journal of Social Service Research, 1991 pp 41-59. D. Island et al New York: Haworth Press, 1991, p. 14.
[19] Tra gli altri: David P. et al, The Male Couple: How Relationships Develop (Englewood Cliffs: Prentice-Hall, 1984), pp. 252-253; M. Saghir et al, Male and Female Homosexuality (Baltimore: Williams & Wilkins, 1973), p. 225; L.A. Peplau and H. Amaro in Social, Psychological Beverly Hills 1982; Schumm, Walter R. in Marriage & Family Review (2010) pp 299-509.
[20] Tra gli altri: A. P. Bell and M. S. Weinberg, Homosexualities: A Study of Diversity Among Men and Women (New York: Simon and Schuster, 1978), pp. 308, 309; P. Van de Ven et al., in Journal of Sex Research 34, (1997) p 354.; A. A. Deenen, in Archives of Sexual Behavior 23 (1994) pp 421-431.; M. Xiridoui 2003 , Op Cit.
[21] Tra gli altri: J. Bradford et al., “National Lesbian Health Care Survey: Implications for Mental Health Care,” Journal of Consulting and Clinical Psychology 62 (1994); Theo G. M. Sandfort, et al., “Same-sex Sexual Behavior and Psychiatric Disorders,” Archives of General Psychiatry 58 (January 2001) pp 85-91.
[22]Joanne Hall, “Lesbians Recovering from Alcoholic Problems: An Ethnographic Study of Health Care Expectations,” Nursing Research 43 (1994), pp 238-244
[23] Tra gli altri: R. Herrell et al., “Sexual Orientation and Suicidality, Co-twin Study in Adult Men,”Archives of General Psychiatry 56 (1999) pp 867-874.; V. M. Mays, et al., in American Journal of Public Health, vol. 91 (June 2001) pp 933-939.
[24] R. S. Hogg et al., “Modeling the Impact of HIV Disease on Mortality in Gay and Bisexual Men,”International Journal of Epidemiology 26 (1997) p 657.
[25] T. Sandfort . Same-sex sexual behavior and psychiatric disorders. Arch. Gen. Psychiatry (2001) pp 85-91.
tratto dal sito ontologismi. wordpress. com
L’American College of Pediatricians è una piccola associazione di destra (60-200 membri) che fa il verso alla ben più grande (65.000 membri) e autorevole AAP (American Academy of Pediatrics)
Ovviamente la AAP è a favore delle coppie omogenitoriali. Lei citi chi vuole, basta guardare i numeri per capire.
Sulla durata delle coppie omosessuali ecco uno studio (peer reviewd) recente:
Rosenfeld, Michael J. “Couple Longevity in the Era of Same‐Sex Marriage in the United States.” Journal of Marriage and Family 76.5 (2014): 905-918.
Che documenta in modo efficace come la durata sia aumentata costantemente negli anni e la tendenza sia simile a quella eterosessuale. Ovviamente il matrimonio per le coppie omosessuali è utile per questa normalizzazione
…Ed ecco perchè è importante distinguere tra coppie omosessuali serie e meno serie, promuovendo la stabilità
D’altra parte in Italia si stimano 2,5 milioni di clienti di prostitute.
La stima più attendibile è quella data dal numero delle persone che si prostituiscono (25-30.000) moltiplicato per 10 prestazioni al giorno in media: si avrà così il numero di clienti giornalieri che si accompagnano con una prostituta», spiega Mirta Da Pra Pocchiesa, responsabile del Progetto prostituzione e tratta. «Poi si dovrà moltiplicare per un numero X di giorni la settimana (in strada lavorano 7 giorni su 7, per le escort non sempre è così), ecc.». Un piccolo esercito di uomini qualunque. (Sara Gandolfi)
Ho riportato una risposta che ho già inviato nell’altra discussione. In attesa della redazione da notare che gli articoli citati sono in maggioranza più vecchi di 20 anni e altri di oltre 10.
Paolo Gandolfo e Maria Tantaro citano Loren Marks e Regnerus, ampiamente screditati dalla comunità internazionale. “Il Mulino” di Bologna non è una rivista scientifica.
Che c’entra la casa editrice che pubblica un libro o un articolo?
Forse che il fatto quotidiano pubblica articoli in peer review?
Gli articoli o i saggi non sono ricerche.
Hai perso le pecore, come dicono nel senese.
Come vedi gli autori citano molte altre ricerche oltre a quelle che sono state screditate dalla canaglia LGBT.
Comunque ti puoi sempre dar da fare per trovare altro discredito.
Buona notte.
Infatti io cito articoli peer-review, in modo che le cose che riporto abbiano passato un controllo quanto più indipendente. Altrimenti il confronto diventa davvero impossibile e non si fa nessun progresso se non c’è qualche sorta di arbitro che garantisce l’affidabilità delle fonti (in questo caso la comunità scientifica stessa).
Gli articoli che cita sollevano un punto molto importante, che è la condotta di una certa parte della comunità, ne discuto qui sotto. Sono comunque piuttosto obsoleti dopo oltre un decennio.
Ma che bofonchi?
Ma che c’entra la peer review?
Ma quale affidabilità delle fonti?
Questo è un normale resoconto dello stato dell’arte della ricerca sull’argomento di cui si discute.
Un articolo in cui si cerca di dare una visione organica delle ricerche e degli studi degli altri.
Capito?
Ma l’hai mai fatta una ricerca alle elementari?
Le ho detto che attendo la Redazione per il messaggio di risposta. La peer-review era per rispondere alla sua osservazione
“Che c’entra la casa editrice che pubblica un libro o un articolo?
Forse che il fatto quotidiano pubblica articoli in peer review?
Gli articoli o i saggi non sono ricerche.”
Il testo che ha postato e scorretto nel momento in cui cerca di negare la qualità delle famiglie omogenitoriali con altri problemi. Come cercare di dire che gli afroamericani sono peggiori genitori e andrebbero esclusi dalle procedure di adozione perchè c’è un tasso di criminalità maggiore nella loro comunità. Un pregiudizio.
Se si vuole rispondere alla domanda “sono buoni genitori?” si verifichi se lo sono. Non si cerchi di addossare un pregiudizio generalizzando un problema che è solo più diffuso ma non ubiquitario nella comunità. Aggiunga che gli articolo sono quasi tutti vecchi di 10 o 20 anni.
Gli autori dell’articolo esprimono un’opinione supportata da autorevoli studi proprio come dici di fare te, quindi se è scorretto l’autore, sei scorretto anche te,
Il prossimo post allora, se applichi a te quello che pretendi dagli altri. lo devi pubblicare in peer review.
Non ti arrampicare sugli specchi, che fai ridere.
L’articolo non è pubblicato su rivista autorevole. Non è dunque controllato. Citare fonti autorevoli non rende autorevoli (io non lo sono). Le conclusioni di questo articolo che lei cita infatti non sono sensate, sono un pregiudizio, perchè se è vero che ci sono dei problemi vissuti da tanti uomini (chi va a prostitute, chi va nei sex-club, chi va nei parcheggi, chi nel retro di certe sacrestie…)
E’ vero che non è un problema che riguarda tutti e ciascuno e ciascuna coppia deve avere il beneficio della presunzione di stabilità fino a prova contraria. Se poi ci si può prendere un impegno ufficiale come un matrimonio penso che sia un buon passo avanti nel comprendere chi è serio e chi no, senza cercare di fare un calderone per ragioni ideologiche
Ancora la rivista autorevole di ‘sto cappero?
Se hai da ridire sulle affermazioni dell’estensore dell’articolo lo puoi fare nel merito.
Se hai da ridire degli autorevoli studi su cui si fondano tali affermazioni accomodati.
Ma se continui a menarla con la faccenda dell peer review di ‘sto cappero allora vuol dire che non sai dove attaccarti e ti ostini a fare la figura del cretino.
Fai come ti pare.
La reputazione (di troll) è la tua.
Ho già fatto la mia affermazione:
L’American College of Pediatricians è una piccola associazione di destra (60-200 membri) che fa il verso alla ben più grande (65.000 membri) e autorevole AAP (American Academy of Pediatrics)
Ovviamente la AAP è a favore delle coppie omogenitoriali. Lei citi chi vuole, basta guardare i numeri per capire.
Il testo che ha postato e scorretto nel momento in cui cerca di negare la qualità delle famiglie omogenitoriali con altri problemi. Come cercare di dire che gli afroamericani sono peggiori genitori e andrebbero esclusi dalle procedure di adozione perchè c’è un tasso di criminalità maggiore nella loro comunità. Un pregiudizio.
Ma discutiamo del nulla, perchè il testo è di scarso valore in partenza, visto che non è validato da revisione di esperti indipendenti, ma cerca di darsi importanza con citazioni che non c’entrano infatti nulla con le adozioni o non sono rilevanti perchè non rappresentative (l’American College of Pediatricians è una piccola associazione politicizzata).
Aaaaahhhh, l’associazione “di destra”!
Ma allora è una questione di politica, no di scienza!
O vorresti farci credere che la politica corrompe solo quelli di destra, mentre quelli di sinistra son sempre obbiettivi!
E autorevoli!
E santi!
E concepiti senza il peccato originale!
Eppoi, le solite menate:
“il testo è scorretto”
mentre il blog degli attivisti della Columbia è corretto?
Ma ti rendi conto che credendo di screditare la gente in codesto modo barlaccio finisci per screditare AUTOMATICAMENTE te stesso e tutti i tuoi autorevoli studi del cappero?
American College of Pediatricians non è nata per l’interesse della pediatria, come la AAP, che infatti è la principale, ma come risposta politica (di destra) ad evidenze scientifiche e mediche, che in quanto tali non dovrebbero avere colore politico.
Il problema è, come in effetti per tutta la questione dell’omosessualità, solo politico, perchè ci sono giudizi di tipo ideologico, piuttosto refrattari ai fatti.
Il What We Know Blog rappresenta tutta la letteratura, dentro ci sono anche gli articoli di Regnerus e Sullins, sempre nello spirito che ogni voce deve essere ascoltata e poi si decide.
Invece UCCR e molti su questo sito, prima decidono e poi cercano le voci che gli comodana. Ecco perchè lei si ritrova sempre con riferimenti di nicchia e faziosi, perchè chi avalla un’ideologia è costretto ad avere i paraocchi per non fare i conti con la realtà
Tratto da “Adozioni gay: ricerche condizionate dall’ideologia”
di Costanza Stagetti, aquaviva2000.com
Gli studi che esaminano gli effetti della genitorialità omosessuale sono inficiati da un numero insufficiente di campioni.
Non avendo trovato nessuna significativa differenza fra un gruppo di 9 bambini educati da lesbiche e un gruppo simile di bambini educati da genitori eterosessuali, S. L. Huggins ha ammesso: «Il significato e le implicazioni di questo risultato sono incerti, e il numero ridotto di campioni rende difficile qualsiasi interpretazioni di questi dati». 5
Una relazione di J. M. Bailey in Developmental Psychology, commentando gli studi sui figli di genitori omosessuali, indica che «gli studi disponibili non sono sufficientemente ampi da produrre valore statistico». 6
S. Golombok e F. Tasker ammettono nel loro studio successivo sui figli educati da lesbiche, «È possibile che il basso numero di campioni abbia portato ad una sottovalutazione del significato delle differenze fra i gruppi a causa di una bassa validità statistica (errore tipo II)» 7
Altrove essi avvisano che gli effetti negativi sui bambini educati da lesbiche «potrebbero non essere stati rilevati a causa del numero relativamente basso di campioni. Ne consegue che, sebbene siano state individuate delle tendenze, è necessario fare attenzione nell’interpretare questi risultati». 8
Nel suo studio pubblicato in Child Psychiatry and Human Development che mette a confronto i figli di madri omosessuali e eterosessuali, G. A. Javaid con franchezza ammette che «i numeri sono troppo bassi in questo studio per trarne delle conclusioni».9
Nel suo studio sulle “famiglie” lesbiche, Patterson ammette la parzialità dei campioni: «dovrebbero essere riconosciuti alcuni problemi riguardo la scelta dei campioni. La maggior parte delle famiglie che hanno preso parte al Bay Area Families Study avevano a capo delle madri lesbiche bianche, ben istruite, relativamente benestanti e abitanti nell’area della baia di San Francisco. Per questi motivi non può essere fatta alcuna rivendicazione sulla rappresentatività del presente campione». 10
Appena la ricerca si fa approfondita, subito risaltano le differenze tra i due tipi di genitorialità
Al contrario, R. Green in Archives of Sexual Behavior, ha scoperto che i pochi studi sperimentali che includevano un numero di campioni anche solo modestamente più alto (13-30) di maschi e femmine educati da genitori omosessuali …«hanno rilevato differenze di sviluppo statisticamente significative fra bambini allevati da genitori omosessuali in confronto a quelli allevati da genitori eterosessuali Ad esempio, i bambini educati da omosessuali hanno un maggiore incoraggiamento dai genitori nello scambio dei ruoli di genere e una maggiore inclinazione al travestitismo».11
La mancanza di campioni casuali
I ricercatori usano campioni a caso per garantire che i partecipanti allo studio siano rappresentativi della popolazione che viene studiata (ad esempio gay o lesbiche). I risultati che derivano da campioni non rappresentativi non possono essere legittimamente generalizzati.
L. Lott-Whitehead e C. T. Tully ammettono il punto debole del loro studio sulle madri lesbiche: «Questo studio era descrittivo e quindi aveva intrinseci limiti metodologici pari a quelli di altri studi simili. Forse il limite più serio riguarda la rappresentatività….. Il campionamento a caso era impossibile. Questo studio non pretende di portare un campione rappresentativo e quindi non si può ipotizzare una sua generalizzazione».12
N. L. Wyers riconosce di non aver usato il campionamento casuale nel suo studio sui partners omosessuali, rendendo il suo studio «vulnerabile a tutti i problemi associati ad una selezione a senso unico dei partecipanti».13
Golombok scrive del suo studio: «un ulteriore obiezione ai risultati risiede nella natura dei campioni studiati. Entrambi i gruppi erano volontari ottenuti attraverso associazioni e riviste gay. Ovviamente questi non costituiscono un campione a caso e non è possibile conoscere quali parzialità siano coinvolte nel metodo de selezione dei partecipanti». 14
Gli omosessuali non sono MAI genitori perché non generano vita. Tu, MicheleL, non hai il diritto di adottare, perché non hai il diritto di scegliere per un altro e stabilire che mai conoscerà madre biologica. (forse forse quella gestante..)
Tu che adori gli avvocati LGBT della Columbia come fossero il tuo Dio, tu devi cominciare a ragionare con la tua testa. La vita non si compra, vende o toglie.
Chi DAVVVERO ha provato a fabbricarsi un figlio lo sa. Non esiste altruismo, leggi bene la carta etica delle famiglie arcobaleno.
Questa è la parte etica, a cui tu MAI rispondi.
Poi c’è la parte chimica, fisica, biologica sulla gestazione a cui MAI tu rispondi.
Poi c’è la parte psicologica in cui tu rispondi, ma con la testa degli altri. Prova a farlo con la tua: cosa dici al figlio di una coppia di due uomini se ti chiede “chi è mia madre?”
Le ricerche dei profeti psicologi MAI indagano questo aspetto. Di sicuro non lo fa la ricerca italiana (Baiocco et al), ed è strano. Se non è nel questionario autovalutativo il problema non c’è.
A Baiocco et al. a scongiurare una crisi di identità tremenda (chi è il VERO padre, chi la VERA madre?), potenzialmente devastante, bastano le favole gender dei pinguini innamorati.
Anche a te basta il pinguino?
Ecco per chi capisce di statistica una bella conferma della fallacia degli studi gay basati su test auto-valutativi.
“Da Adozioni gay: ricerche condizionate dall’ideologia”
di Costanza Stagetti, aquaviva2000 . com
“Falsa rappresentazione di sé
La mancanza di campionamento casuale e l’assenza di controlli che garantiscano l’anonimato fanno sì che i soggetti presentino al ricercatore un’immagine fuorviante che si conforma alle opinioni del soggetto e rimuove l’evidenza che non si conforma all’immagine che il soggetto desidera presentare.
Nel suo National Lesbian Family Study N. Gartrell ha scoperto che 18 studi su 19 riguardanti i genitori omosessuali usavano una procedura di ricerca che era contaminata da questa falsa rappresentazione di sé. Gartrell menziona i problemi metodologici di uno studio longitudinale sulle “famiglie” lesbiche: «Alcune possono essersi presentate volontariamente per questo progetto poiché erano motivate a dimostrare che le lesbiche sono capaci di crescere bambini sani e felici. Nella misura in cui questi soggetti potrebbero desiderare di presentare sé stessi e le loro famiglie nella miglior luce possibile, i risultati dello studio possono essere intaccati da tendenziosità». 16
Harris e Turner ammettono, riguardo al loro studio: «non c’è modo di conoscere quanto sia rappresentativo il campione…… L’alta proporzione di soggetti gay che hanno manifestato la volontà di essere intervistati indica che forse erano interessati agli argomenti trattati nel questionario e che quindi erano desiderosi di rivelare la loro omosessualità ai ricercatori. Inoltre, anche se il questionario era anonimo, i genitori gay avrebbero potuto essere particolarmente interessati a enfatizzare gli aspetti positivi della loro relazione con i figli, immaginando che i risultati avrebbero potuto avere implicazioni in futuro sulle decisioni di custodia. Di conseguenza ogni generalizzazione deve essere considerata con prudenza….Poiché tutti i dati riferiti a voce dalle persone sono soggetti a parzialità e poiché i genitori possono deliberatamente o inconsciamente minimizzare la misura dei conflitti con i loro figli, questi risultati non possono essere presi per buoni». 17″
Ecco perchè Stoppani prima di citare fonti a casa occorre verificare se sono oneste e autorevoli.
Il sito aquaviva2000.com è un sito ideologico. E quindi come non sorprendersi che tutto vada bene per la loro causa? Un spaginata di testo per discutere cosa?
Lo Studio di Nanette Gartrell è del 1996 *20 anni fa*
Nanette Gartrell et al., “The National Lesbian Family Study: Interviews with Prospective Mothers,” American Journal of Orthopsychiatry 66 (1996): 279.
Il lavoro di Harris e Turner che è del 1985 *31 anni fa*
Mary B. Harris and Pauline H. Turner, “Gay and Lesbian Parents,” Journal of Homosexuality 12
(1985): 104
Molti dei genitori omosessuali di oggi non erano ancora nati. Veda lei con che gente si immischia pur di tirare acqua al suo mulino.
Gli studi ci sono, sono nel What We Know Project (Columbia University, non un sitarello propagandistico) e includono pure quelli che potrebbero piacerle, Regnerus e Sullins, peccato che siano 4 contro 73 e non valgano una cicca (cfr. Darren Sherkat, Michael J Rosenfeld, Abbie Goldberg, il Dipartimento di Regnerus, ecc. ecc.)
Obiezioni capziose e irrilevanti.
1) il blog di attivisti che tu citi sempre allora è pure esso “ideologico” garantito al limone.
2 e 3) gli studi non sono più vecchi di molti di quelli citati nel tuo blog di attivisti, e quindi…
1) Il blog che cito fa parte della Columbia University. Comunque basterebbe che ci trovasse una pecca, fino ad ora l’unica accusa è un sospetto, ma nessuno ha mai screditato la sostanza del progetto.
2 e 3) Certo che lo sono. La sua media è 25 anni. Quelli recenti che potrebbero piacerle sono di Regnerus, Sullins e Marks…
Gli studi del What We Know Blog sono tutti, fino al più recente.
Sicché il blog degli attivisti gay che classifica come attendibili gli studi condotti da attivisti gay su campioni di convenienza composti da attivisti gay non ha “pecche”.
Alla scuola primaria si svolgono discussioni in merito a chi spetta giocare con la palla rossa che si svolgono con argomentazioni più serie e soprattutto più rispettose della realtà e dell’intelligenza altrui.
D’ora in poi considererò ogni tuo intervento l’equivalente di un peto di formica.
Tanti saluti.
Non le pare strano che di critiche concrete e serie come quelle contro Regnerus, Sullins e Marks non ce ne sono contro gli altri 73 studi?
Il What We Know Project è gestito da ricercatori autorevoli, alcuni dei quali attivi per i diritti degli omosessuali e raccoglie i lavori in modo plurale ed esaustivo, con onestà e cura per la qualità dei lavori.
Pft.
Quello che ha un Dio, in tutta evidenza Andrea è lei. E il suo Dio è lei stesso. Lei ha deciso, lei sa, lei GIUDICA.
Non importano i fatti, non importano le evidenze, non importa la ragione. Importa sono la sua OMOFOBIA.
Gli omosessuali sono GENITORI, molto spesso proprio perchè lo sono in senso biologico (MADRI lesbiche e PADRI gay) e altrimenti lo sono come lo è ogni genitore adottivo: un bambino ha bisogno di genitori CHE LO AMINO non di un modello che ha deciso lei, Andrea.
Lei non ha alcun diritto di giudicare chi ha dei figli, lei non sa nulla di ciascuna coppia, lei è arrogante.
Nessuno può essere sicuro che sarà un buon genitore, ma ogni genitore sa che deve fare il suo meglio.
Gli omosessuali, che fanno parte di un progetto naturale, con tutta evidenza, hanno certamente anche un ruolo nella società. Potrebbe sembrare una frase difficile da argomentare e infatti ci sono decenni di studi sulla questione, ma soprattutto decenni di vita vissuta di persone VERE, con amori, amici e FIGLI.
L’ETICA Andrea si basa sulla VERTIA’ e la verità è quella VERIFICABILE e ONESTA oltre il pregiudizio (veda sotto come si smentisce un testo capzioso concretamente). La VERITA’ oltre ad esser negli occhi di MILIONI di famiglie omogenitoriali nel mondo, è anche quella del corpus della letteratura NELLA SUA INTEREZZA.
Letteratura BIOLOGICA e BIOCHIMICA: (chimica e fisica li ha aggiunti lei per darsi un tono…)
Camperio-Ciani, Andrea, Francesca Corna, and Claudio Capiluppi. “Evidence for maternally inherited factors favouring male homosexuality and promoting female fecundity.” Proceedings of the Royal Society of London B: Biological Sciences 271.1554 (2004): 2217-2221.
Sanders, A. R., et al. “Genome-wide scan demonstrates significant linkage for male sexual orientation.” Psychological medicine 45.07 (2015): 1379-1388.
Letteratura MEDICA E PSICOLOGICA:
APA, AAP, NSWA, Corte Suprema della Florida, Corte Suprema della California, Ordine Italiano degli Psicologi (riferimenti nel What We Know Project della Columbia University, per COMODITA’, ma può farsi tranquillamente un giro su PubMed, così si rende conto del lavoro necessario a fare una bibliografia).
Letteratura che lei ha provato a smentire con un articoletto sul blog di Magdi C Allam e con un intervento di Loren Marks. Non si è chiesto “aspetta, ma se tutta la comunità medica e scientifica non la pensa così, forse forse mi sbaglio ad accusare delle famiglie” NO. Se lei fosse stato ONESTO, avrebbe facilmente trovato la risposta che le ho dato (e che squalifica Marks) su internet da sé. Ma no. Lei SAPEVA. Si rende conto??
Pensa che le migliaia di bambini, ragazzi e uomini -sani come gli altri- non abbia mai posto la questione di quale sia la sua origine? Semplicemente ogni famiglia ha il suo metodo e -con tutta evidenza- è un buon metodo, perchè questi figli sono originati come tutti dalla cosa più importante: il desiderio di amare.
Le farneticazioni di eventi “devastanti” sono frutto della sua omofobia, del modo orribile in cui le si immagina alcuna persone e i loro sentimenti e lo stridore tra le sue empie accuse e la realtà dovrebbe indurla, da uomo ragionevole, a capire che è lei che SBAGLIA.
Da come reagisci insultando a casaccio si capisce che sei alle corde.
Un po’ di contegno, please.
Ma no mio vecchio Sig. Stoppani, provo a comunicare con Andrea usando il suo linguaggio, fatto di maiuscole e frasi incisive. Chissà che non aiuti, visto che non è molto interattivo: gli ho risposto sul Loren Marks, non ha fatto una piega, come per la risposta sull’altra scrittirce di fantasy del blog di Magdi Allam.
E’ un po’ refrattario, evita il confronto…”L’è na scianta duretto” come si dice dalle parti di Padova
Chissà che riconoscendosi nel suo stile si riesca a coinvolgerlo.
Non se la prenda Stoppani, la categoria del “vecchio” è analoga a quella del “bigotto”, del “reazionario” e dell’intramontabile “fascista”, epiteto quest’ultimo da usare però con parsimonia, poiché ogni volta immancabilmente rivela quanto sia debole l’argine dell’ipocrisia radical chic con cui si cerca di trattenere dell’odio sordo e viscerale nutrito verso l’umanità intera, specie verso quella che riesce ad esprime, grazie alla fede, la gioia della propria condizione.
E solo un banale esempio di dialettica trinariciuta applicata.
Sono secoli oramai che suonano lo stesso organino.
Su biologia, fisiologia chimica non hai risposto, hai sparato titoli.
Sull’etica prendo atto che lei si arroga il diritto di decidere per un altro se questi potrà conoscere il VERO padre o la VERA madre. Io da cittadino mi arrogo il diritto di oppormi a questo sopruso.
Prendo atto che per lei la vita si può vendere e comprare, tu prendi atto che io a questa ingiustizia mi oppongo con il mio prossimo voto e con la manifestazione in piazza.
Sui campioni statistici non mi hai mai risposto. Tu, con parole tue, non sai dirmi perché la ricerca di Baiocco su un campione striminzito, con il figlio arcobaleno più grande diciasettenne, con questionario autovalutativo in cui genitori impegnati in una battaglia ideologica rispondono per figli piccoli sia realmente rappresentativo.
Tu e l’esimio Baioccono non vi siete chiesti cosa si può rispondere a quei figli quando si chiederanno di chi sono figli veramente. Non vi passa nemmeno per la testa, tanto non sono cazzi vostri se non sanno chi è la loro madre, chi è il loro padre… Pensate che il pinguino innamorato basti.
Ma io ti ho già detto tutto, tu non sei stupido e sai che ho ragione. Ma questa ragione te la nascondi dietro a una cortina fumogena di studi che non hai mai letto. E ti metti in bocca pure la parola scienza, studi… Non stiamo parlando di entaglement quantistico di particelle, stiamo parlando di vita e di cosa si prova a non sapere chi è tua madre o tuo padre.
Smettila di venerare il WWK Project, esci da questo blog (ci vuole un esorcismo) e vivi la vita reale.
Sai dove trovarmi: SDC videoconferenza con Carron, Padova, vieni con un cartello con scritto UDT. Ti vedo subito, dopo ci beviamo una birra insieme e parliamo di vita VERA. E ti presento pure qualche amico, gente capace di volerti bene così come sei. Non sto scherzando, se vieni mi trovi.
Andrea, tutta la nostra discussione si basa mi pare sul fatto che lei pensa sia sufficiente essere convinti di avere ragione, per averla. Ma aver fatto degli studi dovrebbe averle fatto capire che per aver ragione bisogna guadagnarsela. Conoscere prima di giudicare.
Lei ha una conoscenza maggiore degli autori dei lavori di biologia e psicologia che ho citato? Se non ne possiede -com’è evidente-, l’unico modo per decidere che sono sbagliati, è sia acquisire tale conoscenza, o trovare chi ce l’ha. Altrimenti il suo è un pre-giudizio.
Come quello dei pensionati che guardano i lavori di ingegneria civile e commentano (uso il dialetto a lei familiare) “par mi chea roba li la vien zo’ “. Capisce? Le sue obiezioni sono infondate. La conoscenza si stabilisce per autorevolezza, non per presunzione o affermazioni roboanti non giustificate.
Il lavoro di Baiocco non sta a me giudicarlo e non sta nemmeno a lei. Sta ai pari del prof. Baiocco (peers, si chiamano così appunto per quello). Se è pubblicato su rivista è stato confermato. L’unico modo per smentirlo è trovare qualcuno che sa di cosa parla (ovvero sa pubblicare un lavoro peer-reviewed) e ne fa un’analisi metodologica pertinente. Le sue, mi scusi, sono chiacchiere da bar, come potrebbero essere le mie nel criticare Loren Marks se non citassi la Corte Suprema della California e verso Regnerus se non citassi il Prof. Sherkat.
Lei senza rendersene conto fa una valutazione epistemologica molto grave. Lei definisce “pinguino innamorato” la letteratura scientifica in ambito sociologico, e -mi corregga se sbaglio- afferma che la bontà del ruolo genitoriale degli omosessuali non è conoscibile.
Dopo aver così demolito un baluardo della conoscenza che ci eleva dal caos delle opinioni, ribadisce che è la sua ad essere VERA, autentica, e lo fa in base a delle presunzioni che non sono verificabili se non con il “si è sempre detto così”, “è evidente”.
Spero si renda conto del paradosso. Io non venero affatto il WWK Project, io lo stimo per quello che è: la voce più autorevole e non smentita. Io non sono sicuro che sarò un buon genitore, ma sono sicuro che non sarò peggiore degli altri.
Come i miei figli verranno alla luce non lo so, ma saranno bambini potenzialmente felici e non lo dico come lei per ragioni irrazionali e narcisistiche come “io sono intelligente” o “io so amare” o “si vede”, ma sulla base di esperienze rigorosamente classificate in migliaia di casi, sulla base di elementi sociologici, psicologici e biologici, per i quali le fornito già della letteratura, oltre al mio, di “buon senso”, che al netto della valutazioni di Cartesio, vale quanto il suo.
Inoltre le faccio presente che qui stiamo soprattutto discutendo di unioni civili e step child (quindi figlio naturale) adoption. Andare troppo fuori tema indica che non si è in grado di discuterlo.
Quanto al ritrovarci, mi sta benissimo, ma credo si renda conto che venire ad un ritrovo di CL con un cartello è come se io la invitassi al Pride Village a Padova con un cartello…Anche lì troverebbe molte persone disposte ad amarla per quelle che lei è, forse anche per quello che lei non riesce ancora ad accettare di essere.
Ciò detto, penso che la cosa più ragionevole da fare sia verificare se siamo in grado di sintonizzarci per un tempo dialetticamente apprezzabile. Fino ad ora c’è una certa incomunicabilità e rischierei di farmi un viaggio a Padova per nulla. Quindi le rinnovo l’invito a discutere via mail, conoscerci e rendere il nostro incontro più denso di significato: [email protected] cui seguirà mail c/o google, se la preferisce.
Non rispondi mai nel merito, mai con parole tue.
Baiocchi usa un campione striminzito, incompleto, ideologizzato. Te lo ho spiegato almeno tre volte perché è cosi. Ma tu, con parole tue non sai controbattere. Come non hai trovato nulla sui rilievi peer rewied fatti dalla Loren Mark. Nulla di scientifico.
Sai dove trovarmi. Io dove ti trovo? Alla facoltà di psicologia della Sapienza di Roma? Sei un attivista LGBT strafuoricorso con una serie di titoli da sparare e basta?
Ti aspetto: sai dove e come. Caffè o birra li paga il sottoscritto.
Certo che ho risposto nel merito, con riferimenti bibliografici e autori in ambito psicologico, medico e biologico. Le ho risposto su tutte le questioni che ha sollevato.
Sulla questione dei figli le ho risposto con parole mie: “Io non sono sicuro che sarò un buon genitore, ma sono sicuro che non sarò peggiore degli altri. […] “buon senso”, che al netto della valutazioni di Cartesio, vale quanto il suo.”
Il punto è che io non le rispondo con parole SUE e quindi non le sta bene. Il problema della parole sue? Che lei pretende che siano vere in spregio ai fatti. In spregio all’autorevolezza di pareri autorevoli e certificati come tali de revisioni di esperti (Baiocco et al), in spregio a verifiche rigorose da parte di organismi giuridici (Corte Suprema della Claifornia) e accademiche (Darren Sherkat su incarico della rivista) in merito alla questione Loren Marks (solo e senza “al”).
Io so dove trovarla, certo, ad una riunione di indottrinamento ideologico di CL. Quindi inizio a farmi un’idea che tra di noi l’attivista ideologizzato sia lei. Lei che sa benissimo dove trovarmi se davvero le interessa un confronto franco e onesto, ovvero attraverso la mail (e sa bene anche che io non sono di Padova). Lo ha il coraggio di confrontarsi con me a riflettori spenti e senza il tifo di un pubblico a suo favore come qui o come ad una riunione CL?
Quanto poi al nostro incontro, una volta che avremo verificato la reale possibilità di un dialogo, accetto la sua birra e caffè e rilancio una pizza quando capiterò a Padova, che le offrirò volentieri.
Risposta persa nella redazione. Veda sezione facebook.
“Le farneticazioni di eventi “devastanti” sono frutto della sua omofobia, del modo orribile in cui le si immagina alcuna persone e i loro sentimenti e lo stridore tra le sue empie accuse e la realtà dovrebbe indurla, da uomo ragionevole, a capire che è lei che SBAGLIA.”
Bene, vediamo la realtà:
secondo il Gay Report del 1979, il 23% dei maschi omosessuali e il 6% delle lesbiche ha avuto qualche contatto sessuale con minorenni;
Secondo uno studio di ‘Adolescence’ il 29% degli adulti, figli di genitori omosessuali, è stato oggetto di molestie sessuali da parte del genitore omosessuale, rispetto allo 0,6% di adulti figli di genitori eterosessuali, da cui si evince che con un genitore gay il rischio di incesto auenta di circa 50 volte.
Da uno studio del 2001 di Marie E. Tomeo su 942 adulti risulta che ben il 46% degli uomini omosessuali contro il 7% degli eterosessuali e il 22% delle lesbiche contro l’1% delle donne eterosessuali riferiva di aver subito molestie sessuali durante l’infanzia e l’adolescenza.
Fantomatico “report” di 36 (trenatasei) anni fa, fatto non si sa dove, non si da chi, non si sa come e in rapporto a non si sa quale realtà.
Misterioso studio di “Adolescence” (nome d’arte? Bizzarro cognome? Associazione?) fatto non si sa dove, non si da chi, non si sa come, quando (50 anni fa? 60? 70?) e in rapporto a non si sa quale realtà.
Tomeo et al, 2001 -studio interessante-, i numeri variano, le proporzioni sono ad esempio di 2 volte e non 22 nello studio
Ecological Models of Sexual Satisfaction among Lesbian/Bisexual and Heterosexual Women Alison W. Henderson, Keren Lehavot and Jane M. Simoni Journal: Archives of Sexual Behavior, 2009, Volume 38, Number 1, Page 50.
E in
Paul, J., Catania, J., Pollack, L., & Stall, R. (2001). Understanding childhood sexual abuse as a predictor of sexual risk taking among men who have sex with men: The urban men’s health study. Child Abuse and Neglect, 25, 557–584.
Come altri indica situazioni complesse, come per le persone di colore e che vanno valutate caso per caso, poichè come ci sono gli Obama, ci sono Tim Cook, Xavier Bettel, Elio di Rupo, Sergio Lo Giudice, ecc. ecc. Ogni persona è un caso a sé, altrimenti si impone un pregiudizio.
Come quando al macellaio chiedi agnello e ti presenta maiale con spiccata personalità ovina.
AIUTO!!!!, oggi muoio!
In effetti questa battuta non l’avevo mai sentita ed è piuttosto buona!
Nonostante la serietà della questione, mi ha suscitato una certa ilarità.
Visto che chi ha cervello sa fare ironia anche senza metterci la faccina gialla che ride?
Per una volta sono del tutto d’accordo con lei.
lei chi?!?
Con Stoppani. Ho cliccato su “rispondi”, ma il messaggio non si è posizionato bene
Non il messaggio.
Sono le tue idee che non sono posizionate bene.
Non discuto su questo sito di certo per farmi incensare 🙂
Effettivamente…
In effetti sei qui per espellere gas.
Pero per una volta hai detto la verità.
Che tu voglia provare di saper qualcosa di statistica tentando di dimostrare la famosa “legge dei grandi numeri”?