Cattolici: terzomondiali, ma di stampo occidentale

Di Rodolfo Casadei
06 Settembre 2001
Complice anche il periodo estivo, L’edicola in cui abbiamo cercato questa settimana sta in Valle d’Aosta.

Complice anche il periodo estivo, L’edicola in cui abbiamo cercato questa settimana sta in Valle d’Aosta. In realtà, il testo trovato e qui presentato non è un periodico e nemmeno un libro, ma una monografia: Il Partito d’Azione in Valle d’Aosta di Massimo Tringali, edito come testo dei Cahiers du Conseil e disponibile su richiesta da rivolgere alla Presidenza della Valle, Palazzo Regionale, via Deffeyes 1, 11100 Aosta (tel. 016-5273228). Tringali ha già al proprio attivo un volume sul filosofo Augusto Del Noce e l’azionismo, rielaborazione di una tesi di laurea pubblicata con un commento di Norberto Bobbio. Ed è lo stesso Bobbio a firmare la prefazione che apre questo nuovo lavoro del giovane studioso aostano, dedicato (è Tringali che scrive) a un «movimento culturale che affonda le sue radici nell’illuminismo giacobino» e che è tuttora «fortemente impregnato di cultura laicista, in qualche modo anticattolica». La ricerca di Tringali presenta molti punti d’indubbio interesse, ma uno dei più notevoli è che il suo autore con il Bobbio-pensiero c’entra davvero poco, lui studioso di estrazione cattolica e addirittura ciellina qual è. Eppure la limpidezza della sua ricerca dev’essere proprio cristallina se Bobbio si sente di scrivere: «Il Partito d’Azione è stato fatto oggetto in questi ultimi anni di giudizi critici spesso molto severi e gli sono state attribuite responsabilità, nel bene e nel male, a mio parere sproporzionate alla realtà delle cose. Mi sono rallegrato che un giovane lontano nel tempo da quegli eventi ed estraneo per la sua formazione alle idee di quel partito, sia riuscito a raccontarne le vicende con scrupolo ed equanimità». Al di là delle vere responsabilità del Pd’A e del suo milieu nel plasmare l’Italia del dopoguerra — Italia che è andata come è andata —, lo studio di Tringali e il giudizio che di esso dà Bobbio sembrano dimostrare che sì, davvero, anche i cattolici possono scrivere bene di storia (e allora magari anche fare i giornali, la scuola libera, ecc.). E per tutti.

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