Caso marò, sui capi d’accusa la decisione spetta al procuratore generale indiano

Di Chiara Rizzo
29 Novembre 2013
Smentita ieri la notizia della richiesta della pena di morte dei due fucilieri italiani, che ha creato un corto circuito diplomatico tra Italia e India. La polizia Nia chiede un parere al General Attorney di New Delhi

Che la situazione per i due marò Salvatore Girone e Massimiliano Latorre sia ancora oggi estremamente delicata e in bilico lo dimostra il fatto che ieri è bastata l’indiscrezione pubblicata da un quotidiano indiano, l’Hindustan Times, per creare un caso diplomatico tra i due Paesi, con le ambasciate e i ministri dell’uno e dell’altro stato preoccupati di smentire la notizia. La tensione è rimasta però palpabile.

CORTO CIRCUITO DIPLOMATICO. Si possono rileggere meglio i fatti accaduti nel corso della giornata di ieri: l’Hinustan Times aveva pubblicato un’indiscrezione secondo la quale la polizia indiana che sta seguendo il caso dell’omicidio dei due pescatori di cui sono accusati i marò, la Nia (National investigation agency) ha presentato un rapporto conclusivo al ministero dell’Interno indiano, nel quale chiede di applicare una norma del codice indiano introdotta nel 2002, che prevede per chi causa la morte in pare, la pena di morte. Ma, sul ministero dell’Interno indiano, fa fortissime pressioni quello degli Esteri, che ha promesso – davanti alla stampa mondiale – al governo italiano che non vi sarebbero state condanne capitali per i marò. Ieri il ministro degli Esteri Emma Bonino ha subito smentito la notizia del quotidiano, chiarendo anzi che «È già stata smentita» dal Governo (cosa in effetti avvenuta nel corso di una conferenza stampa a New Delhi, per bocca del portavoce del Governo).

GLI ULTIMI SVILUPPI. Oggi il quotidiano The Economic Times, che cita fonti interne al governo, riferisce (e così confermano anche alcuni quotidiani indiani) che in realtà la Nia, proprio in virtù delle assicurazioni date dal governo indiano a quello italiano, vuole chiedere un parere legale alla Procura generale. In ogni caso la richiesta della Nia, che ha messo sicuramente in imbarazzo e difficoltà il ministero dell’Interno indiano: adesso la decisione è stata scaricata sul General attorney che darà un parere decisivo su quelli che comunque sono i capi d’accusa. La decisione finale spetterà ovviamente ai giudici del tribunale indiano.

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