
Cari No Global, studiate
Il Riformista lancia la provocazione “Ci vorrebbe un bel corteo pro global” (4.11.02). Senatore Franco Debenedetti, lei parteciperebbe?
Non ho grande passione per i cortei. Ma certamente darei la mia adesione ad un’iniziativa pro-global.
Oggi una parte consistente della Sinistra mostra simpatia nei confronti del movimento no global…
Diciamo: una parte molto visibile. Ma bisogna distinguere. La globalizzazione è un fenomeno legato alla riduzione dei costi di trasporto e dei costi di informazione: all’abbattimento delle barriere tariffarie, dei vincoli al movimento di capitali, merci e – in qualche misura – persone. Tutti quelli che vi partecipano ne beneficiano. Ma la globalizzazione induce timori: ad essi i no global rispondono proponendo misure o protezionistiche o antistoriche. Così diventano un movimento con forti venature conservatrici, persino reazionarie.
Cosa direbbe ai giovani che partecipano alle manifestazioni no-global?
Direi: i problemi che voi sollevate – la povertà, le malattie, le disuguaglianze – sono di straordinaria importanza. Ed è un fatto positivo che ci siano tanti giovani – tanti giovani di sinistra – che tengono desta l’attenzione del mondo su questi problemi. Direi: studiate storia e economia. Vedrete che la globalizzazione non è lei il nemico, anzi, per molti versi è un fenomeno positivo: aiuta la diffusione delle tecnologie, delle conoscenze, della ricchezza, dei diritti. Ecco, se il corteo promosso dal Riformista servisse a spiegare ai giovani le ragioni per cui la globalizzazione è uno strumento che va usato proprio per raggiungere gli scopi che si prefiggono, allora vi parteciperei anch’io.
Renzo Costi, del gruppo “6,30. La Sveglia”: «Cofferati mi ricorda Enrico Berlinguer: con lui si perde contenti». E Giampaolo Pansa (l’Espresso, n. 45) si chiede: vero o falso?
Falso: con lui si perde, punto. Se il centrosinistra facesse proprie le posizioni espresse da Cofferati nell’intervista a Repubblica (“Centrosinistra verso il suicidio”, la Repubblica, 23.10.02) non ho dubbi: la sconfitta sarebbe sicura. Con una differenza: all’epoca di Berlinguer, “perdere contenti” era il massimo che il Pci poteva sperare: tanto al governo non ci sarebbe mai andato. Ma da allora è cambiato il mondo, ed è cambiata anche l’Italia. C’è stata la vittoria dell’Ulivo, il governo D’Alema: oggi non si può più perdere ed essere contenti. Oggi il centrosinistra deve lottare per vincere. L’abbiamo fatto con Prodi nel ’96. Oltretutto, con le prove che sta dando, il governo Berlusconi scontenta perfino i suoi più fiduciosi sostenitori.
Perché l’Unità, il giornale dei Ds, “spara” sui Ds?
L’Unità ufficialmente è il quotidiano dei gruppi parlamentari Ds. Ma in realtà la sua linea editoriale e politica è molto più vicina alle posizioni del Correntone che non alla maggioranza che ha vinto a Pesaro. Anche se ultimamente sembra che ci sia un maggiore equilibrio.
0 commenti
Non ci sono ancora commenti.
I commenti sono aperti solo per gli utenti registrati. Abbonati subito per commentare!