
Cari cattolici, Halloween l’abbiamo inventata noi. Non lasciamocela scippare da streghette e satanisti

Gentile signor direttore, vorrei raccontare molto brevemente una storia che mi ha letteralmente appassionato. Questa storia inizia a Roma nell’ottavo secolo dopo Cristo. Fra il 731 e il 741, un papa (Gregorio III) decise che ogni 1 novembre si festeggiasse l’anniversario della dedicazione della cappella di San Pietro alle reliquie “dei santi apostoli e di tutti i santi, martiri e confessori, e di tutti i giusti resi perfetti che riposano in pace in tutto il mondo”. Era nata la festa di Ognissanti, che un secolo dopo divenne festa ufficiale in tutti i territori dell’impero carolingio. Alle soglie del secondo millennio, precisamente nel 998, S. Odilo, abate del potente monastero di Cluny, decise che ogni 2 novembre i fedeli che abitavano nei dintorni del monastero pregassero per i fedeli defunti. Era nata la festa dei morti, che si diffuse rapidamente in tutta Europa.
E così due nuove feste si aggiungevano a quelle del calendario liturgico, che nel Medioevo erano molto più numerose di quelle che, a stento, sopravvivono oggi. Infatti, i cristiani amavano fare festa, perché la fede li rendeva ottimisti. Inoltre, non distinguevano fra feste “sacre” e feste “profane”: tutte le feste erano infatti allo stesso tempo “sacre” e “profane” in senso buono, in quanto nei giorni di festa non ci si limitava ad andare a messa e fare gesti devozionali ma letteralmente si “faceva festa”, ossia si mangiava in compagnia, si ballava, si scherzava e si rideva. Tutt’oggi a Natale e Pasqua non ci limitiamo ad andare a messa. Il fatto che ancora oggi si usi preparare dolci speciali per il giorno dei morti (ad esempio le “ossa dei morti”) indica chiaramente che in passato si “faceva festa” anche il 2 novembre.
Si sa che in Francia, a partire dal XIV secolo, si usava inscenare la “danza macabra” ogni 2 novembre: figuranti mascherati da contadini, cavalieri, re, mendicanti, preti, artigiani, dame eccetera (i principali tipi umani della società di quei tempi) venivano condotti alla tomba da un figurante mascherato da morte oppure da diavolo. (Fra parentesi, troviamo una messinscena della danza macabra, che ricorda da vicino quelle tardo-medievali, nella parte finale di un famosissimo film: Il settimo sigillo di Ingmar Bergman). Nella maggior parte degli affreschi e delle miniature sul tema della “danza macabra”, molto caro agli artisti del cosiddetto “autunno del Medioevo” (secoli XIV e XV), non mancano, appunto, i particolari macabri: non solo teschi e scheletri ma anche corpi feriti, cadaveri infestati dai vermi eccetera. D’altra parte, teschi, scheletri e ogni genere di riferimenti alla morte e alle realtà preternaturali abbondano nell’arte di tutto il Medioevo e anche nell’arte barocca. Sulle pareti di certe chiese di epoca barocca troviamo perfino pile di teschi e ossa umane (si veda ad esempio San Bernardino alle ossa a Milano). Nei capitelli e nei bassorilievi delle cattedrali medievali proliferavano diavoli, anime supplizianti e bestie mostruose (simboli, queste ultime, dei vizi capitali). Lungo i canali di scolo che circondano i muri esterni delle cattedrali proliferavano invece i misteriosi gargoyles: creature fantastiche, ibride, polimorfe, spaventose, uscite direttamente fuori dalle profondità dell’inconscio popolare. Esagerando un poco, si potrebbero trovare dunque delle somiglianze fra molta arte cristiana, medievale e barocca, e il moderno cinema horror. D’altra parte, l’Inferno di Dante contiene dettagli che potremmo addirittura definire “splatter”: dannati ustionati, squarciati, congelati… Non mancano neppure riferimenti al cannibalismo: il “fiero pasto” del conte Ugolino è degno di Non aprite quella porta.
A questo punto, una domanda sorge spontanea: ma tutte queste immagini macabre non saranno forse diseducative, non accarezzeranno forse i bassi istinti sadici del pubblico, non desacralizzeranno e non banalizzeranno il tema della morte? La risposta è no. Queste immagini hanno una funzione sommamente educativa: ricordano a grandi e piccini che prima o poi tutti, sia mendicanti che imperatori, dovranno fare i conti con la morte (“memento mori”), insegnano a temere le insidie del tentatore e ammoniscono che, a causa del “principe di questo mondo”, il mondo è un posto pericoloso, pieno di “mostri” in forma umana pronti a farti del male. Bisogna sottolineare che i cristiani possono guardare con serenità alla morte e al male perché sono certi che Cristo ha vinto entrambi. E così si capisce perché l’arte cristiana contiene molti riferimenti al male e alla morte, mentre l’arte classica ne contiene ben pochi. Privi del dono della speranza, i pagani antichi si inebriavano con immagini marmoree di corpi splendenti di bellezza e giovinezza proprio per non pensare al triste destino dei corpi.
Ogni festa terrena era per i cristiani immagine della grande festa del paradiso. E poiché di feste non ce ne erano mai troppe, i cristiani festeggiavano regolarmente anche le vigilie delle feste. Di tutte le feste di vigilia, oggi da noi ne sopravvivono solo due: la vigilia di Natale (24 dicembre) e la vigilia del mercoledì delle ceneri (martedì grasso). Gli storici hanno ragione di credere che in Europa nel Medioevo si facesse regolarmente festa anche nella notte del 31 ottobre. Lo prova il fatto che in alcune parti d’Italia e d’Europa sopravvivono ancora oggi feste della vigilia d’Ognissanti che somigliano in maniera singolare alla festa americana di Halloween, ma che hanno origini molto più antiche. E’ noto in Irlanda, già in epoca carolingia, durante la vigilia d’Ognissanti i contadini esponessero fuori dalle case rape intagliate e illuminate dall’interno e sfilassero per le strade sbattendo rumorosamente pentole e padelle. Se le rape illuminate servivano ad onorare le anime bloccate nel Purgatorio, invece le pentole e le padelle servivano a “tenere alla larga” le anime dannate.
Riepilogando, la festa di Ognissanti nacque a Roma, la festa dei morti nacque in Francia ed entrambe si diffusero in tutta Europa. D’altra parte, nel Medioevo persone, merci, opere d’arte e idee circolavano da una parte all’altra d’Europa lungo le rotte dei commerci e dei pellegrinaggi. La cultura di una zona (paese, regione o città) influenzava e si faceva influenzare dalle culture delle altre zone, senza mai perdere la sua identità. Ad esempio, le cattedrali romaniche e gotiche sparse per l’Europa si somigliano fra loro, in quanto si basano su elementi comuni, ma poi ognuna è fortemente impregnata degli umori del luogo. Per citarne solo due a caso, la cattedrale di Chartres e la cattedrale di Monreale sono allo stesso tempo molto simili fra loro (entrambe contengono archi a sesto acuto eccetera) e profondamente diverse fra loro. Insomma, i cristiani dell’era più cristiana non avevano fissazioni nazionaliste: non si preoccupavano di conservare intatte e immutabili, proteggendole dagli influssi stranieri, delle presunte “tradizioni” locali basate su presunte radici etniche. La cultura della civiltà cristiana-europea, che è senza dubbio la civiltà più grande del mondo, è la sintesi originalissima, favorita dalla fede, di tante culture diverse. Da una costola della civiltà europea è nata la civiltà americana, la cui cultura appare come una straordinaria sintesi di molteplici culture europee. Anche gli immigrati italiani, nel loro piccolo, hanno dato qualche contributo alla cultura americana, di cui la festa di Halloween è una delle espressioni più famose.
Si è detto che con ogni probabilità nel Medioevo in Europa, non solo in Irlanda, si celebrava la festa della vigilia d’Ognissanti. Dopo la fine del Medioevo, questa festa cominciava ad estinguersi in Europa mentre rinasceva nel Nuovo Mondo. Nel dettaglio, la festa americana di Halloween (che letteralmente significa “festa della vigilia di Ognissanti”) fu elaborata nel secolo XVIII dagli immigrati cattolici irlandesi e dagli immigrati cattolici francesi: i primi ci misero le rape illuminate (presto sostituite con le ben più capienti zucche americane) mentre i secondi ci misero le sfilate in costume sul tema della “danza macabra”. Poco tempo dopo, gli immigrati cattolici inglesi ci misero la domanda: “Dolcetto o scherzetto?” Le origini della richiesta scherzosa di dolci in cambio di benevolenza devono essere cercate nella tradizione del Guy Fawkes Day, che tuttora si festeggia in Gran Bretagna ogni 5 novembre, e nell’usanza medievale inglese, ancora viva ai tempi di Shakespeare, di dare ai poveri cibo in cambio di preghiere per i cari defunti proprio nei giorni dei santi e dei morti.
Dunque, la festa di Halloween è una festa cattolica inventata da cattolici in una terra non cattolica. Le colonie del nord America erano in mano ai puritani, i quali, come i luterani e i calvinisti, detestavano la Chiesa di Roma e tutte le sue tradizioni. Quando i primi immigrati cattolici arrivarono nel Nord America, i puritani, che sognavano di fare dell’America un Eden puritano, si affrettarono a vietare tutte le manifestazioni pubbliche della fede cattolica. All’odio verso il Cattolicesimo, i puritani univano anche una sostanziale diffidenza verso tutte le forme di piacere e divertimento. Dal loro punto di vista, era semplicemente intollerabile “fare festa” in occasione delle ricorrenze religiose. Per questa ragione, nel 1647 in Inghilterra i puritani non si erano limitati a sopprimere la festa cattolica di Ognissanti ma avevano anche vietato i festeggiamenti del Natale. Ma nonostante tutti questi divieti, i cattolici riuscirono a tenere viva la tradizione della festa di Halloween, cui al principio del secolo XIX cominciarono a guardare con simpatia anche molti coloni di fede protestante. Irritati dal successo popolare della bizzarra festa “papista”, i protestanti più ortodossi misero in giro la voce che si trattasse di una festa pagana. Infatti, ai loro occhi il Cattolicesimo era un Cristianesimo degradato, vicino al paganesimo antico. E’ noto che nell’alto Medioevo i papi usassero sopprimere le vecchie feste pagane e sostituirle con le nuove feste cristiane, facendo coincidere le date delle seconde con le date delle prime. Ebbene, secondo il pregiudizio protestante-puritano i papi non avrebbero sostituito bensì si sarebbero limitati a verniciare appena di cristianesimo le vecchie feste pagane, conservandone i riti e lo spirito.
Alla fine del secolo XIX alcuni storici, impregnati di questo pregiudizio, si misero a cercare le radici pagane di ogni festa cattolica. L’antropologo James Frazer (1854 – 1941) credette di trovare le radici della festa di Ognissanti nella festa di Samhain, dio celtico delle tenebre. Secondo le credenze celtiche, o meglio secondo Frazer, fra la notte del 31 ottobre e l’alba del 1° novembre Samhain avrebbe permesso ai morti, confinati in un luogo paradisiaco, di ritornare sulla Terra per divertirsi a fare scherzi e a spaventare i vivi. In seguito, qualche altro storico avanzò l’ipotesi che durante la notte del 31 ottobre i celti, per ingraziarsi Samhain, facessero sacrifici umani. Cogliendo la palla al balzo, una trentina di anni fa gruppi di protestanti fondamentalisti, che si erano dati la missione di spazzare via la festa di Halloween dalla faccia della terra, misero in giro la voce che nella notte di Halloween le streghe celebrassero i sabba e i satanisti celebrassero il capodanno di Satana, lanciando potentissimi malefici sulle folle festanti. In effetti, questi crociati anti-Halloween sostengono che basti partecipare ai festeggiamenti di Halloween per cadere inconsapevolmente vittime di questi malefici, che spingerebbero irresistibilmente verso la tossicodipendenza, la promiscuità sessuale, il satanismo e infine il suicidio. Negli ultimi anni, grazie a internet, la propaganda anti-Halloween è giunta in Italia, dove ha potuto infettare rapidamente, non incontrando nessuna resistenza, la maggior parte dei cattolici. Nel corso del mese di ottobre, vescovi, preti e semplici fedeli moltiplicano gli appelli contro Halloween: “Tenete alla larga voi stessi e i vostri bambini da questa festa satanica, nella notte del 31 organizzate le feste di Holyween, dedicate si santi”. Sembra che da qualche parte sia perfino volata qualche “scomunica” contro le zucche illuminate.
Ma c’è qualcosa di vero nella propaganda anti-Halloween? L’unica cosa vera è che ogni notte di Halloween, da trenta anni a questa parte, le sedicenti streghe dell’associazione Wicca organizzano i sabba e i satanisti di ogni denominazione celebrano il capodanno satanico. Paradossalmente, è stata proprio la propaganda anti-Halloween a rendere reale ciò che la propaganda stessa denunciava. A forza di dire che la notte di Halloween è la notte delle streghe, queste ultime hanno pensato che forse quella notte i sabba potevano riuscire meglio. E a forza di dire che la festa di Halloween discende dalla festa di un sanguinario dio celtico, i satanisti hanno pensato che forse Satana si lascia contattare più facilmente proprio in quella fatidica notte. Tuttavia, è perlomeno dubbio che i malefici che spargono, se è vero che li spargono, sugli ignari festaioli siano veramente efficaci. Per diventare depressi o tossicodipendenti, promiscui o satanisti o tutte queste cose insieme non c’è certamente bisogno di subire un maleficio: la cultura contemporanea, atea e nichilista, basta e avanza a spingerti nel baratro dei comportamenti autodistruttivi e violenti. Pare che molti depressi e molti tossicodipendenti non abbiano mai partecipato ad una sola festa di Halloween. Infine, è stato il Sessantotto, non Halloween, a fare della promiscuità sessuale una moda di massa.
Bisogna segnalare che esiste una consistente minoranza di cattolici italiani che prendono le difese di Halloween. Essi accettano tranquillamente l’idea che la festa di Halloween discenda dalla festa celtica di Samhain, respingono invece con forza l’idea che in quella festa i celti offrissero sacrifici umani al dio delle tenebre. A quanto dicono loro, i festeggiamenti della notte di Samhain non avrebbero avuto nessun aspetto cruento: indossando maschere mostruose e grottesche, grandi e piccini avrebbero fatto festa per tutta la notte attorno ad enormi falò di “fuoco sacro” al fine di onorare i trapassati e tenere alla larga gli spiriti dispettosi. Infine, i cattolici pro-Halloween sottolineano che i cristiani, abituati a trattenere quello che di buono c’era nella cultura pagana (“Vagliate tutto e trattenete ciò che vale”), avrebbero trattenuto dunque questa graziosa festa celtica, che si sarebbe bene accordata con la visione cristiana della morte. Hanno dunque ragione i cattolici pro-Halloween? Non propriamente. E’ vero che i cristiani valorizzano tutto ciò che è buono ed è vero anche che in epoca tardo-antica i papi “cristianizzavano” le feste pagane. L’unico problema è che la tesi dello storico James Frazer, cui essi fanno riferimento, si è dimostrata infondata. Di recente Ronald Hutton, studioso dei fenomeni di neopaganesimo, ha dimostrato che non ci sono prove che Samhain avesse a che fare col culto dei morti. Con ogni evidenza nella notte compresa fra il 31 ottobre e il 1° novembre i celti festeggiavano un capodanno minore, che segnava il passaggio dall’estate all’inverno e quindi la fine del periodo della mietitura. Solo più tardi, quando il Cristianesimo si era pienamente affermato, furono elaborate leggende sugli spiriti dei morti che tornavano a fare visita ai vivi fra la fine di ottobre e l’inizio di novembre. Appare dunque priva di fondamento anche la tesi, sostenuta sempre da Frazer, che il Papa avesse spostato la festa di Ognissanti dal 13 maggio al 1° novembre proprio per sovrapporla alla festa di Samhain. Infatti, non ci sono prove che qualcuno avesse informato il Papa dell’esistenza di questa festa pagana, che oltretutto sembra non si celebrasse più da secoli.
Abbiamo visto che Halloween è una festa di origine cattolica che non ha nessun legame storico col paganesimo e col satanismo, anche se è vero che di recente i neo-pagani e i satanisti se ne sono appropriati. Ma più che col paganesimo e il satanismo, oggi Halloween è compromessa con il materialismo consumista e nichilista. Non c’è dubbio che oggi Halloween non abbia più nessun significato religioso, che sia solo una festa materialista a scopo commerciale, una carnevalata nichilista in cui ci sia abbandona liberamente ai peggiori vizi ridendo e scherzando della morte. Ma questa è una buona ragione per boicottare la festa di Halloween e per sostituirla con la (francamente stucchevole) festa di Holyween. I cattolici devono rendersi conto che a sparare su Halloween la danno vista ai puritani, che sono riusciti a strappare dalle loro mani questa bellissima festa, che affonda le sue radici nel Medioevo, e l’hanno consegnata in pacco dono a satanisti, neo-pagani e materialisti atei. Che facciamo, gliela lasciamo a loro? Non è meglio se ce la riprendiamo?
Ma per riprendercela, dobbiamo avere chiaro il significato di questa festa, sgombrando il campo dalle due ultime obiezioni. Penultima obiezione: “C’era proprio bisogno di costruire una festa mascherata piena di dolcetti e scherzetti a ridosso della commemorazione dei santi e dei morti? Ha senso ridere e scherzare della vita, della morte e di tutte le cose più serie? E poi tutti quei travestimenti macabri non sono forse diseducativi?” La risposta è che dal punto di vista cristiano ha senso “fare festa” in onore dei santi e dei morti. Infatti, a differenza del paganesimo antico, il Cristianesimo cattolico romano è una religione ottimista e festosa. Se i pagani facevano di tutto per non pensare al dolore e alla morte, invece i cattolici possono perfino ridere e scherzare, almeno una volta all’anno, anche della morte e del diavolo, perché sanno che Cristo li ha sconfitti. E le maschere macabre e orrorose che vanno in giro per le strade nella notte di Halloween sono discendenti moderne di quel popolo di diavoli, supplizianti, cadaveri, teschi, scheletri, bestie mostruose e gargoyles che vediamo nelle cattedrali medievali e nelle chiese barocche. Sicuramente le leggende popolari irlandesi sulle apparizioni di morti e di demoni nel momento del passaggio dall’estate all’inverno non avevano alcuna seria giustificazione teologica e tuttavia affondano le loro radici proprio nella teologia cattolica. Erano leggende cristiane dotate di un indubitabile valore pedagogico: in primo luogo invitavano i fedeli a pregare per le anime dei defunti, in secondo luogo li aiutavano a non dimenticare che anche loro un giorno sarebbero stati defunti (“memento mori”), in terzo luogo li invitavano a temere gli inganni e le seduzioni del tentatore. In conclusione gli scherzi, le risate, i travestimenti macabri non servo ad “onorare” il demonio, ma al contrario servono per celebrare la vittoria di Cristo sul demonio e ad esorcizzare la paura della morte.
Ultima obiezione: “Anche se Halloween è una festa cattolica, noi non possiamo festeggiarla, perché non appartiene alle nostre tradizioni nazionali”. Rispondere a questa obiezione è fin troppo facile. Come abbiamo visto, con ogni evidenza nel Medioevo si festeggiava ovunque in Europa la festa della vigilia di Ognissanti. In varie località d’Italia sopravvivono feste della vigilia d’Ognissanti che, pure essendo di origine medievale, somigliano in maniera sorprendente alla festa americana di Halloween. In secondo luogo, è ora di affrancarci dalla soggezione nazionalista, tipicamente romantica, un poco idolatra, verso “tradizioni” nazionali su base etnica. Cerchiamo di ridiventare un poco “medievali” in senso buono, cerchiamo di guardare alla globalizzazione economica e culturale con la stessa apertura mentale con cui i cristiani medievali guardavano alla “globalizzazione” economica e culturale dell’Europa alla caduta dell’impero romano, quando tradizioni romane e barbariche si fondevano assieme all’ombra della croce. Non dobbiamo temere che le nostre tradizioni nazionali si contaminino con altre tradizioni. Nessuna cultura a questo mondo è “pura”, tutte sono contaminate e tutte sono in continua trasformazione. La cultura italiana è la sintesi originalissima di tante culture diverse (greca, etrusca, romana, gallica, longobarda eccetera). A sua volta la cultura italiana ha influenzato e si è lasciata influenzare dalle altre culture europee, e a sua volta la cultura americana è una straordinaria sintesi di molteplici culture europee. La festa inventata dagli immigrati che un tempo sbarcarono in America, sbarca oggi nel continente da cui provenivano quegli immigrati attraverso i nuovi mezzi di comunicazione. Insomma, la festa di Halloween appare come un dono prezioso che gli Usa fanno all’Europa. E il bello è che esaminando questo dono, interrogandolo, scopriamo anche qualcosa su noi stessi e sulle nostre più antiche tradizioni medievali. Soprattutto, scopriamo che la fede ci fa guardare con gaiezza perfino agli aspetti più oscuri della vita. Altroché “Holyween”.
In conclusione, buon Halloween o – se la parola “Halloween” vi pare troppo “esterofila” – buona festa della Vigilia di Ognissanti a tutti.
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71 commenti
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certo che di feste cristiane ce ne sono rimaste ben poche, e quelle che erano in mezzo alla settimana lavorativa come S. Giuseppe e il Corpus Domini sono state traslate alla Domenica successiva con l’avallo e l’applauso della CGIL CISL UIL e dei lavoratori succubi ed entusiasti
Castellani Maurizio [email protected]
Concordo con il sig.Luca Franchini quando dice che ” i segni indicano una realtà ma bisogna essere in grado di leggerli..” e,aggiungo io,contestualizzarli! Dunque,il dotto e lunghissimo articolo della sig.ra Giovanna Jacob che fa girare la testa per chi non è avvezzo alle ricostruzioni storiche,sarà pure interessante e documentato(io non sono in grado di cimentarmi e competere a questo livello e non ci provo neanche…perchè il problema ,a mio modesto parere, non sta qui).Il problema sta nel valore educativo o meno che una festa_tanto più se passata attraverso diverse e controverse evoluzioni che ne rendono perfin difficile l’esatta definizione e collocazine storico-territoriale_ può avere nel presente e su questo non ci si può continuare a contare delle balle.Non c’è nulla di più pagano e anticristiano(per quanto sostenuto da preti e riviste cattoliche-si badi bene,io sono un fedele e interessato lettore/abbonato di Tempi)dunque diseducativo rispetto alla celebrazione della festa dei Santi e dei Defunti di quanto non sia Halloween oggi. Il resto è solo autocompiacimento storico-intellettuale. Cordiali saluti a tutti,anche la sig.ra Jacob.
Una curiosità: com’è che dopo il mio precedente intervento non vedo più sulla mia pag. nessun altro intervento,eppure c’è scritto che l’ultima inserzione è del 14scorso…problemi del mio p.c o velata censura..o chissa cos’altro? Una risposta,magari anche in via riservata,non farebbe male..grazie!
Nell’altra serie di commenti, Fabio Fix ha scritto che “i templi, tutti, dei quali murava l’ingresso principale realizzandone uno sul lato opposto, per determinare la sostanziale differenza tra loro, giusti, e gli altri, sbagliati.”. Vorrei sapere dov’è, nel Pantheon di Roma, oggi chiesa di Santa Maria dei Martiri, la “porta principale murata” sul “lato opposto” (ma quali sono i “lati” d’un edificio perfettamente rotondo?) a quello in cui si trova l’ingresso attuale della chiesa. Che, mi sembra, coincide proprio con l’ingresso, principale, anzi, unico, dell’antico “tempio di tutti gli dei”, di cui ha conservato perfino l’originale scritta dedicatoria del console Agrippa.
Leggete questo articolo… http://www.riscossacristiana.it/al-diavolo-e-il-caso-di-dirlo-la-festa-pagana-di-halloween-di-giovanni-lugaresi/ stupisco e non poco che Tempi abbia pubblicato un pezzo come quello della Jakob…siamo messi davvero male…NO COMMENT
Conclusioni dell’articolista non convincenti. Una cosa è la cristianizzazione delle antiche feste pagane. Ma visto il contesto ampiamente decristianizzato dell’occidente qui assistiamo al recupero di queste feste in senso anti-cristiano. E francamente, vista anche la sospetta velocità con cui Halloween è stato praticamente imposto alla società italiana, più di un dubbio mi pesa su questo supposto “dono prezioso che gli Usa fanno all’Europa”.
Mi complimento con Giovanna Jacob per la sua recensione. Come in tutte le situazioni troviamo chi è pro e chi è contro.Per spiegare le discrepanze fra i vari commenti osservo che ognuno addomestica a suo piacimento ogni fatto culturale per sostenere il proprio modo di vivere.Nelle culture siciliana e sarda si festeggiano i morti con molte affinità ad alloween,prima che la festa giungesse in Italia dall’America.Anche nella tradizione cristiana si festeggia il giorno dei morti,delle ceneri e si prega nel Padre Nostro la resurrezione dei morti,preludio alla Vita eterna.Quindi vi può far vivere cristianamente questa festa spiegando ai giovani il suo vero senso.
Se è vero, era meglio non inventare niente!
Delirio reazionario cristiano-centrico. Ma pensate a Formigoni rinviato a giudizio (che non è quello divino).
Ah nemesi , sei della serie: ahò piove, aprite gli ombrelli! Gli ombrelli ? Ma quale ombrelli, pensate a Formigoni……ah ah ah leggi l’articolo e poi i commenti innanzitutto e…..rilassati , chicco !
Io vedo di buon occhio la ricorrenza di Halloween: per i bambini e i ragazzi è un’occasione come tante altre per stare insieme e divertirsi. A me questa festa è molto simpatica: mi piace vedere esposte ovunque le simpatiche zucche di Halloween, mi piace vedere bambini e ragazzi girare tutti insieme mascherati e soprattutto mi piace vedere che nessuno resta isolato. Non importa se Halloween non fa parte delle nostre tradizioni, ormai fa parte del mondo dei nostri giovani e a loro piace. Non importa se Halloween non è una festa cristiana. Halloween non intende sostituirsi al doveroso ricordo dei cari defunti: chi vuole andare al cimitero o in chiesa può sempre trovare il tempo per farlo. Ma io preferisco che un bambino stia con i suoi coetanei e vada dove desidera realmente, anziché andare controvoglia al cimitero o in chiesa. Molto spesso ciò che viene imposto da altri diventa un noioso rituale da compiere il più velocemente possibile e con scarsa convinzione. Ai bambini e ai ragazzi piace festeggiare Halloween: ben venga per loro questa simpatica ricorrenza che non toglie niente alle altre. Poi, per chi lo vuole, c’è sempre spazio anche per la fede e i suoi riti.
Sui bambini posso essere concorde, ma vedessi certi adolescenti, come quelli incrociati in metro ieri sera…
Le dirò, io ne ho visti certuni che mi hanno fatto morire dalle risate! Per Halloween questi ragazzi si conciano in modo che è impossibile non restare contagiati dalla loro allegria. Io mi diverto vedendo i travestimenti che sono capaci di tirare fuori. Halloween è una festa simpaticissima, i bambini e i ragazzi stanno insieme e si divertono, la loro allegria contagia anche me! Non mi piace vedere il male dappertutto, io voglio vedere sempre il lato positivo delle cose. Dalle mie parti Halloween non ha mai portato violenza, ma sempre e soltanto allegria e divertimento innocui. Lasciamo divertire questi bambini e questi ragazzi come piace a loro! Halloween è un’occasione di svago, non bisogna considerarla in modo negativo.
Cara Valentina, tu hai detto di non essere credente, forse ai tuoi bambini non piacerebbe visitare al cimitero i morti di famiglia nel giorno della loro ricorrenza, o andare a Messa il giorno della festa dei Santi, come immagino in qualsiasi altra domenica, o forse piacerebbe, chissà, i figli spesso hanno delle intuizioni e delle domande che i genitori hanno perso da tanto.
I miei figli sono contenti sia dell’una , che dell’altra cosa , guarda un po’ ,e ogni anno si commuovono al ricordo dei nonni e dei bisnonni e degli amici che ci hanno lasciato prematuramente e sono contenti di dire una preghiera per loro.
Tu fai bene a tenerli lontano dai cimiteri e dalla chiese, dato che non credi in niente che non sia l’istante presente e il tuo piccolo particolare, come hai dettagliato più volte… magari da grandi rimpiangeranno di essere stati educati con la tua visione così angusta e misera, ma non avere la presunzione di definire “noioso rituale ” una tradizione millenaria , piena di pietà e bellezza e significato, che soprattutto i bambini apprezzano, se accompagnati in questo, perché hanno ancora lo sguardo pieno di stupore.
ma quante paturnie per niente !!!!!
rilassatevi e divertitevi senza pensare troppo ,la religione è personale ,punto ,tutto il resto è aleatorio .Quando ero giovane non c’era questa festa ,adesso c’è e penso che è stato un peccato non averla vissuta ,chissà da giovane come mi sarei divertito …….
tutto qui ,il resto è aria fritta …è già dura la vita quotidiana,se poi ci roviniamo anche i momenti di divertimento che vita facciamo ……..??????
possibile che dobbiamo farci del male sempre ???
chi se ne frega se è una festa pagana o religiosa ,è un momento di aggregazione ..????bene allora divertiamoci …punto …..senza ragionarci troppo ,anche perché cosa cambia a ragionarci ???solo a perdere del tempo e a rovinarci l’esistenza……..
ahh….dimenticavo !!!!
visto che qui c’è tanta gente che difende la religione cattolica …perché non vi attivate a rimettere il presepe nelle scuole visto che oramai è un miraggio vederlo sotto Natale ???
se dovete fare qualche cosa di valido ,attivatevi per questo importante simbolo cattolico e culturale che ultimamente per il troppo buonismo lo abbiamo eliminato ……..forse se parlassimo e scrivessimo un po’ meno e facessimo più fatti concreti ,non saremmo di certo in queste condizioni penose ……chissà perché quando si parla di feste anglicane /protestanti siamo subito pronti a estrarre la spada contro ,quando invece si tratta dei mussulmani ,stiamo tutti zitti e abbassiamo il capo ……..che strano …forse abbiamo timore ????? ma di che ????
la nostra cultura è questa ???bene cerchiamo almeno di difenderla ,se però ne siamo capaci , mi sa tanto che non siamo neanche in grado di fare questo ……..però a parlare siamo dei grandi….come sempre !!
Remo Labarca , vedo che non interagisce nessuno con te, saranno tutti a festeggiare Halloween, io invece lavoro, allora provo a darti un piccolo consiglio : bel nick, ma meno puntini, meno punti esclamativi, meno punti interrogativi !
Metti una certa agitazione !
Detto con la massima simpatia, eh !
Ciao, Remo.
Giovanna …su questo hai ragione …mi scuso di questo ,ma come ho scritto ,mi pare fuori luogo un bailame per una festa ,ci sono ben tanti altri problemi ,molto più importanti da risolvere che festeggiare o no una festa ,c’è gente che non sa cosa dare da mangiare al proprio figlio ,all’alba del 2014
Grazie per il bell’articolo!
Tempo fa provai a sostenere la sua stessa tesi in un forum cattolico, in maniera meno documentata e approfondita di quanto lei ha fatto. Mi presi anch’io la mia dose di critiche, ma è il normale destino dello storico revisionista, che va a mettere il dito in piaghe aperte (mi si perdoni l’immagine truculenta in stile Halloween…). Non se ne curi, l’importante è seminare.
La reale valenza attuale è un mezzo carnevale di inizio inverno.
La voglia di mascherarsi, di festeggiare, di trasgredire.
Cresce il bisogno di diversità e di rottura.
Certo che taluni sacerdoti sono proprio degli “ignorantoni”:
“Uno dei modi più confusi e deviati è la festa di Halloween. La fede ha realtà molto più interessanti e ragionevoli da consegnarci rispetto alle zucche vuote, ai bambini (e anche adulti!) travestiti da streghe, fantasmi, vampiri e diavoli, al girovagare di casa in casa con la domanda sulle labbra: «Dolcetto o scherzetto?», che è l’ingenua traduzione di una formula dell’antico cerimoniale pagano, e al dilagare di discutibili feste serali e notturne dei ragazzi più grandi storditi dal volume della “musica” (se così si può chiamare) e ambigui divertimenti”.
I sacerdoti del Decanato
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-i-santi-uomini-che-non-portano-maschere-7599.htm
Card. Piacenza: “Non mi sfugge, peraltro, che in taluni casi questo tipo di manifestazioni abbiano origine spiritistica e perfino satanica e, pertanto, alimentarle e non correggerle può trasformarci in inconsapevoli alimentatori di quel “fumo di satana”, che già troppo intossica il mondo. Dobbiamo stare tutti attenti a non respirare fumi tossici; talvolta ciò accade quasi inavvertitamente. Ricordiamoci che una zucca, anche se benedetta, rimane sempre una zucca. Quelle di Halloween non sono nemmeno benedette!”
http://www.zenit.org/it/articles/una-zucca-anche-se-di-moda-rimane-sempre-una-zucca
Fabio Flx ha delle intuzioni geniali,è sprecato da queste parti !
Io sono cresciuto nel Nord della Germania, e quando ero ragazzino da quelle parti già si festeggiava Hallloween, anche se la cosa non coinvolgeva così tante persone come al giorno d’oggi.Sinceramente io e i miei amici , sia Italiani che Tedeschi, non abbiamo mai partecipato a tali “festeggiamenti”.Ci sembravano una grande ca..ata già allora e io, personalmente , non ho più cambiato parere.
la penso come maria cristina berra: occorre semplicità. poi se la sig.ra jacob ha i nervi scoperti problemi suoi, e parla pure di galateo dopo aver “consigliato” ad altri di non interloquire senza aver letto l’articolo. il punto è qui: articolo lungo e incasinato. non sono riuscito a leggerlo tutto. che si vuole dire? che halloween è cristiano? entrando nel merito i mostri nelle cattedrali per me esprimono una sensibilità non cristiana, ed idem le tradizioni “cristiane” citate. esprimono il paganesimo che sotto sotto mai è scomparso del tutto in europa. ad esempio il duomo di lucca è pieno (di fuori ai lati dell’entrata) di simboli esoterici. cristianesimo? ma facendo casi concreti è tradizione ancora presente il farsi “segnare” con l’olio per vedere se c’è e per scacciare il malocchio, e l’olio mica è olio benedetto. cristianesimo? halloween di cristiano non ha nulla, anche a partire da delle usanze antiche che sono state un residuo di paganesimo.
tra l’altro i mostri scolpiti nelle cattedrali caratterizzano molto la francia, paese che per me mai fu cristianizzato bene, altro che figlia primogenita della chiesa. il catarismo fece molti adepti a sud e ci volle una crociata. poi la rivoluzione francese. davvero la francia (e viene da dire l’europa) furono cristianizzati bene? io ho dubbi.
Purtroppo io mi sono laureata in storia dell’arte e quindi certe cose le so bene. La tesi secondo cui i mostri nelle cattedrali esprimerebbero dei residui di paganesimo andava forte in epoca romantica (la stessa epoca in cui si immaginavano radici pagane ad Halloween) ma è stata confutata da tempo, finendo nella discarica delle teorie morte.
Se osservasse un poco le cattedrali che ci sono in Italia, si accorgerebbe che rigurgitano di mostri e immagini macabre come quelle francesi, Io avrei voluto corredare l’articolo con fotografie scattate da me stessa a Sant’Ambrogio e nel Duomo di Milano. Dunque anche l’Italia non era pienamente cristianizzata? D’altra parte, dal suo punto di vista neppure Dante dovrebbe esserlo: nel suo Inferno c’è più splatter che in “Hostel”.
Comunque, ne approfitto per ribadire le mie fonti:
Father Augustine Thompson, “Catholic origins of Halloween”, Catholic Parent magazine, 2000,
Father Steve Grunow, “Halloween and Catholicism”, World on fire,
Scott P. Richert, “Should Catholics celebrate Halloween?”, catholicism.about.com
http://www.wordonfire.org/resources/blog/its-time-for-catholics-to-embrace-halloween/2133/
LA prego di contattare questi teologi, tutti religiosi, per dire loro quanto brutto e pagano è Halloween.
io infatti ho citato lucca, visitata qualche anno fa, e siccome l’italia un pò l’ho vista confermo che ci sono mostri ed immagini macabre. solo che un conto è un affresco dove ci sono raffigurati demoni, un altro mostri o immagini macabre o simboli esoterici. i residui pagani per me ci sono. e c’è anche altro: anni fa lessi che gli affreschi a san pietro in fondo contenevano lettere dell’alfabeto ebraico. per cui nel mondo cristiano ci son sempre stati personaggi affascinati dal paganesimo o dall’ebraismo o da altro o semplicemente non cristiani, e o volevano rappresentare le loro idee negli edifici o se artisti lo facevano in barba ai committenti.
altra prova che l’europa non fu cristianizzata in toto è il seguente elenco: eresie primi 3 secoli, eresie secoli dopo il mille, la riforma, l’illuminismo, il comunismo, il nazismo, in generale poi tutte le superstizioni ancora presenti. inoltre spesso le torri dei palazzi comunali medievali hanno la forma che ricorda i minareti. specie in toscana, e in toscana ma anche molto intorno (liguria, sardegna, umbria vedere duomo di orvieto, sud francese specie marsiglia e tolosa) ci sono chiese a tinta bicroma bianca e nera e non solo negli archi. in andalusia e nord africa il bicromo è rosso e nero ma tanto… . per me ciò esprime simpatia verso l’islam da parte di persone potenti dell’epoca, o comunque astio verso il cristianesimo. oggi come oggi poi la toscana è regione rossa e il sud francese fu la patria del catarismo, uno dei problemi maggiori per la chiesa in 2000 anni, e sempre da quelle parti c’è montpellier la principale città gay francese ossia uno dei simboli del laicismo francese. tutto un caso? per me, per secoli, parte della società europea era cristiana ma solo all’apparenza.
Nella speranza di mettere in soggezione i lettori col suo “latinorum”, lei affastella in maniera incoerente cose diverse, che non c’entrano nulla le une con le altre. Ad esempio, lei dice: i mostri sulle cattedrali dimostrano che l’Europa non era pienamente cristianizzata, e infatti c’erano u sacco di eresie, poi è venuto l’umanesimo, l’illuminismo. Perfetto, allora dal suo punto di vista il cristianesimo non si è mai affermato in nessun punto del pianeta, anzi il cristianesimo non è mai esistito. Infatti, sempre e ovunque il cristianesimo ha dovuto convivere e scontrarsi con forze che lo negavano: le eresie prima, deismo e ateismo poi. Ma le forze che si oppongono al cristianesimo non hanno impedito al cristianesimo di essere cristianesimo e basta, cristianesimo puro. Se non fosse puro, non ci sarebbero i santi. Invece, proprio nel Medioevo pullulavano i santi. Se conoscesse un poco meglio la storia, saprebbe che la grande arte delle cattedrali gotiche non solo non assorbe nulla dal catarismo, ma nasce per combattere il catarismo. I catari dicevano: l’esistenza materiale è male, tutte le cose che esistono sono cattive, bisogna uccidere e suicidarsi per liberare l’umanità dalla prigione dell’universo materiale. Per affermare che il creato di Dio è cosa buona, che tutte le creature son buone, nonostante il veleno della corruzione introdotto dal peccato originale, gli scultori e gli artisti illustravano sulle pareti delle cattedrali tutta la vita del mondo, enumerando animali, piante, ogni genere di uomini e donne intenti alle più varie mansioni. Se si esamina anche l’arte dell’arte medioevo, si scoprono tanti messaggi contro le eresie dominanti in quel periodo: nestorianesimo, arianesimo eccetera.
Per il resto, quello che dice appartiene al repertorio dei vecchi luoghi comuni di certa storiografia obsoleta, secondo cui l’arte medievale sarebbe stata solo una mescolanza senza originalità di elementi provenienti dai più vari paesi: dalla Persia all’Arabia…. a momenti perfino il Giappone. Il fine era di dimostrare che, appunto, il Medioevo fosse percorso da umori pagani che la Chiesa non sarebbe riuscita ad estirpare (e naturalmente, per questa storiografia gli umori pagani erano positivi, mentre la chiesa era una istituzione tirannica oppressiva eccetera). Le sembrerà difficile da credere, ma la gente può benissimo costruire una torre senza avere in mente un minareto e senza averne mai visto uno.
Le premetto che non ho nessuna preparazione in materia, e non conoscendo l’inglese e diffidando su traduzioni web che spesso depistano più che chiarire, non posso accedere alle fonti che Lei suggerisce. Quindi sono consapevole dei limiti e del rischio di dire corbellerie. Ho solo rovistato sulle varie interpretazioni di halloween reperibili su internet, le quali, tra l’altro, sono spesso discordanti tra di loro.
Pur condividendo gran parte del suo intervento mi pare che minimizza le diverse finalità tra due cose apparentemente molto simili. Ovvero, mi viene da pensare che non è, in due tradizioni diverse, la co-presenza di elementi comuni che devono necessariamente far pensare ad unica radice, ma tener conto e distinguere la finalità (appunto) delle stesse. Se nell’Halloween americano (dico così per semplificare) trovi componenti celtiche, la scelta oculata di una data che rimanda al giorno di un particolare rituale, la presenza di zucche, streghe, figure orripilanti e un “dolcetto o scherzetto” che a sua volta rimanda (se non sbaglio) ad un atavico “penitenza o maledizione” trovo che non si possa equiparare ad una tradizione cattolica che magari usa gli stessi elementi ma indicare assolutamente altro. Infatti un orrendo diavolo che regge una acquasantiera, gargoyles , figure terribili presenti nelle cattedrali gotiche non servono a far paura, ma a fare emergere, al popolo di Dio, che tutte le fonti delle nostre paure, i mostri, sono imbrigliati e sottomessi e che non c’è nulla da temere perché siamo adottati a figli di Dio. Per questa ragione credo che legittimamente i cattolici dovrebbero astenersi di usare zucche e streghe perché esalterebbero qualcosa che in fondo …che è comunque sconfitto e che non gli appartiene.
Mi madre, da piccolo, mi faceva trovare la mattina della ricorrenza dei defunti i tradizionali dolci siciliani. Lei mi aveva spiegato che i nostri morti pregano per noi per avere l’aiuto di Dio, e che non vogliono farci paura e che sono nostri amici. Mori mia nonna io piccolo, con questa idea in testa, non ho avuto nessuna paura. Non credo che halloween ti porta a questo.
@ Giovanna Jacob
un mio post (al momento in moderazione) è indirizzato a Lei.
Gentile signora Jacob,
desidero esprimerLe la mia riconoscenza per le informazioni storiche che apprendo da Lei, Non condivido né gli argomenti nè i toni usati con Lei: e non lo dico per polemizzare con qualche altro, ma perchè il mio interesse nel leggerLa e il senso del mio intervento iniziale vanno in una direzione diversa dalla logica dello scontro fra tradizioni diverse che isipra molti interventi: non sono le radici che mi interessano, ma i “frutti.” Noi cristiani abbiamo cristianizzato festività e forme di culto pagane, espressione di una religiosità naturale; se altri vuole paganizzare feste cristiane per esprimere qualcos’altro, li compiango, mi guardo dal farmi coinvolgere in queste forme di sofisticazione, ma non mi scandalizzo.
Ho riportato la tradizione siciliana del giorno dei defunti perchè essa ha origini molto antiche e per nulla cristiane: ma il significato di essa ricorda e dimostra, in coerenza con gli insegnamenti della fede cattolica, che anche il paganesimo contiene la pietas e quei semi di verità che la Rivelazione cristiana ha esaltato. La festa, in Sicilia, è dei morti e dei bambini, è un modo per sacralizzare la vita e il rapporto fra le generazioni così come può essere compreso dai bambini, almeno, in età pre-scolare: con i doni e in un’amtosfera che vuole essere di serenità e di gioia e anche di giochi, oltre che di raccoglimento e di preghiera. C’è da essere grati ai Sumeri per averci trasmesso questo specifico senso della festa dei defunti, che anche loro onorovano: e che nell’isola in cui abito si è mantenuto malgrado la modernità. Mi piacerebbe, anzi, sapere dagli amici che intervengono qui come si festeggia o si festaggiava in altre parti della nostra amata Italia.
Il punto, per me, è proprio questo: che Halloween sia una festa cristiana o no, è sicuro che non appartiene alle nostre tradizioni. Adottarne di estranee, cancellando le nostre, lo trovo non solo una forma di geno(sui)cidio/eutanasia culturale, ma la prova di una subalternitò ideologica, di un’acquiescenza e complicità nel subire condizionamenti culturali anche in ambiti come quelli su cui, qui, polemizziamo, forse, più a ragion veduta. E quindi, signora Jacob, mi pare incomprensibile o se non altro, mi lascia molto perplesso la Sua affermazione che il Medioevo cristiano fosse una sorta di melassa senza popoli e nazioni o in contrapposizione a popoli e nazioni, anche se lei parla – soppesando le parole in modo che il senso del discorso non si legga del tutto in trasparenza – di nazionalismo. Mentre proprio l’universalismo cristiano non negava, anzi, riconosceva spazio e valore alla famosa “ricchezza” delle identità locali, che, oggi, valgono solo quando si vorrebbe che tutti ci inchinassimo a un multiculturalismo in cui “tutte le vacche sono nere”: e che è la premessa a un mondo in cui Halloween è uguale per tutti, togliendo di mezzo proprio la diversità e molteplicità di tradizioni, culture, popoli e nazioni che trova salvaguardia nell’umanesimo cristiano.
Grazie per l’attenzione che vorrà dedicarmi.
Più sopra ho citato un paio di tradizioni, rispettivamente lucchese-garfagnina e ciociara, oltre ad un paio carnevalesche. Altro non so, sono un chimico, non un etnologo.
La ringrazio, Giulio, avevo notato la cosa, che non detta era solo a lei né escludeva solo lei. Le nostre tradizioni vanno riscoperte e valorizzate: il folclore non solo d’importazione, ma mediaticamente indotto dovrebbe fare insorgere particolarmente coloro che rigurgitano indignazione di fronte al “colonialismo culturale.” Inevce, vede come sono tutti qui a applaudire a Halloween e a tifare contro ogni tradizione che non rientri nei programmi per il lavaggio del cervello fin dalla più tenera età predisposti dal Pensiero Unico. Film, pubblicità, video-giochi: la globalizzazione delle coscienze e delle identità ha dalla sua la fomidabile macchina da guerra hollywoodiana. Rispondiamo civilmente con la nostra migliore eredità civile.
Beh, a proposito di “diavoli beffati”, mi sono tornate alla mente un paio di “leggende”, sempre della mia terra lucchese. Una è quella del “ponte del diavolo”, e riguarda la costruzione, credo nel X secolo, del Ponte alla Maddalena, presso Borgo a Mozzano. Si racconta che i costruttori, non riuscendo a “voltare” l’arditissimo arco principale, perché la corrente del fiume faceva crollare le centine, chiesero aiuto al diavolo, promettendogli “in compenso” l’anima del primo di loro che fosse passato sul ponte. Il diavolo costruì l’arco, ma non s’era accorto che, insieme coi costruttori, c’era anche un cane, che fu fatto passare per primo sul ponte! La seconda, che riguarda proprio il 2 novembre, è la “leggenda di Bernabò”, che ha anche un fondamento storico, sia pure “tenue”: un atto notarile del XVII secolo, conservato nell’archivio della pieve di Brancoli, con cui un contadino – di nome, appunto, Bernabò, scusate se non ricordo il cognome – donava alla chiesa tutti i suoi averi, e si ritirava a vita eremitica, “per ottenere da Dio il perdono del suo gravissimo peccato”. Ovviamente, nell’atto non si dice quale fosse, un peccato si dice al confessore, non al notaio. Ma qui s’innesta la leggenda, che dice che Bernabò era anche un bravissimo violinista, che si esibiva anche a pagamento nelle feste. Bene, la sera d’un 2 novembre gli saltò in testa d’uscire di casa per andare a suonare il violino; non ostante che i suoi familiari gli facessero presente che, quella sera, non si suonava il violino, ma si pregava per i morti, disse che l’avrebbe fatto comunque, anche, se occorreva, “a casa del diavolo”. Ed uscì col suo violino in spalla. Dopo avere camminato un po’ si trovò in un luogo sconosciuto, davanti ad un palazzo signorile, con sulla porta un uomo vestito tutto di nero, che lo invitò a suonare a casa sua. Dopo avere fissato il compenso in cinque monete d’argento, Bernabò s’esibì, un po’ meravigliato del fatto che ci fosse un unico ascoltatore, e che preferisse musiche piuttosto disarmoniche alle più belle sinfonie dell’epoca. Finito, il committente lo lasciò un attimo da solo nel salone; mentre aspettava, Bernabò udì una voce che lo chiamava da una finestra. S’affacciò, e vide un burrone di cui non scorgeva il fondo. La voce risuonò più chiara: “Bernabò, sono tuo zio.. (uno zio che, andato a lavorare nei campi un giorno di festa, era stato trovato morto la mattina dopo); tu sei veramente a casa del diavolo. Guarda, non ti dico questo perché ti voglio bene, quaggiù non si può più voler bebe a nessuno; te lo dico solo per far dispetto al padron di casa. Fra un po’ lui tornerà qui e ti farà vedere una stanza piena di tesori: non farti tentare dall’avidità, fatti dare solo le cinque monete pattuite”. Bernabò fece come gli era stato detto, e, avute le cinque monete, uscì e s’allontanò il più velocemente possibile da quel luogo maledetto. Quando riconobbe i monti della sua Brancoleria, guardò le cinque monete che aveva ancora in mano: erano diventate cinque pezzi di carbone!
Forse sono stato troppo lungo, ma credo che queste storie meritino d’essere conosciute, e, magari, diventare spunti di meditazione.
Scusi se non ho potuto risponderle prima. Io non sono una fautrice del multiculturalismo e della sottomissione dell’intero orbe terracqueo ad un unico modello culturale cosmopolita. Purtroppo il mio articolo era già fin troppo lungo, e quindi molti punti non li ho potuti approfondire, favorendo così travisamenti. Ma sebbene ermetico, ho espresso un giudizio chiaro: nel Medioevo si era realizzato un perfetto equilibrio fra identità locale e “globalizzazione”. Tutti i luoghi erano in rapporto fra loro e si influenzavano a vicenda, ma poi ogni luogo manteneva la sua identità (vedi somiglianze e differenze fra cattedrale di Chartres e duomo di Monreale). Auspico che anche oggi possa avvenire lo stesso: subire l’influenza di altre culture – specialmente della cultura americana, portatrice di Halloween – senza perdere la propria identità. A contatto con altre culture, l’identità evolve, divenendo più forte.
signora jacob io ho solo detto che il cristianesimo non si è mai affermato al 100% in europa. e ho mostrato come certi elementi architettonici possono dimostrarlo, e senza che occorra una laurea in architettura. io infatti non ce l’ho. e lo mostra anche tutta la storia europea in cui molte cose avvenute (cfr il secondo commento) avevano come costante che ci rimetteva il cristianesimo. una parte della società era non cristiana, e se talvolta poteva cercava di diffondere le sue idee (=eresie) o comunque se arrivava a comandare in un posto edificavano cosettine meno cristiane di quanto possibile.
sull’aspetto teorico non vanno confuse le eresie tipo il catarismo con la riforma protestante. sono stati due tentativi, il primo ha fallito il secondo no ed ecco mezza europa separarsi dal papato. sui catari dico una cosa che poche volte ho detto: fin qui sarà chiaro che per me c’è un potere nascosto che da 2000 anni lotta contro la chiesa (=le porte degli inferi di evangelica memoria), e per me la loro manifestazione più forte nel medioevo fu proprio il catarismo. dopo oltre 1000 anni la chiesa si trovò diremmo a viso aperto col nemico, o almeno con la sua manifestazione storica più palese. ed ecco come mai la reazione durissima come l’eccidio di beziers. poi penserò cose assurde ma per trovare un paragone col catarismo occorre andare in india dove c’è una religione dove sono contenute molte idee moderne, il jainismo. solo una cosa per quanto ne so manca ed è il riferimento all’omosessualità. ma esso è rintracciabile nella sua variante occidentale, la filosofia greca (cfr Platone).
Anche tu cadi un tranello. I mostri gotici sono rappresemtazioni del peccato edcesortano i fedeli ad astenersene. Sui doccioni, poi, sono un segno della beedizione esorcistica alle pareti durante la consacrazione.
Quali mai “simboli esoterici” sarebbero sulla facciata del duomo di Lucca? L’esoterismo è un’invenzione, quasi esclusivamente, settecentesca, quando i massoni, per darsi una “patina” di nobiltà e di antichità, attribuirono significati di fantasia a quelli che erano stati i simboli delle antiche corporazioni muratorie. Forse un po’ prima, gli alchimisti “filosofici” – mentre nasceva la chimica scientifica, di cui sono cultore – attribuivano significati “magici” a quelli che erano stati solo i simboli dell’arte dei medici e degli speziali. Siccome a quest’arte appartenevano i pittori, e alla precedente gli architetti, è ovvio che abbiano lasciato i propri simboli sulle facciate e sugli affreschi. En passant: Lucca non ha mai fatto parte della “Toscana rossa”, ha sempre fatto “repubblica” a parte. Le sinistre al “governo” ce le hanno portate solo i ripetuti tradimenti della Democrazia Cristiana prima, e dei suoi eredi nel centro-destra poi.
Il tuo intervento dà la misura della tua cortesia, Giulio, più di quanto chi non risponde per nulla dà la misura di una cortesia meno sollecita. La memoria e il foloclore locale sono beni preziosi, altro che Halloween. Grazie per quello che avete in Lucchesia, magnifica terra, magnifica gente.
Un abbraccio.
Grazie per questa preziosa puntualizzazione, è ora di finirla con queste visioni post-romantiche secondo cui l’arte medievale sarebbe una accozzaglia senza oroginalità di elementi eterodossi, che esprimerebbero la ribellione alla chiesa. E grazie anche per le sue preziose testimonianze circa feste, riti e leggende locali italiane.
Non si puó….e non possono
Per quanto mi riguarda, la festa di Ognissanti coi vampiri e gli spiritelli non c’entra un bel niente, non fosse altro perché indica, sin dal principio, la bellezza della vita nella Fede ed il trionfo proprio contro le forze del male, protagoniste invece di Halloween. Non credo che questa “festa” sia da demonizzare, semplicemente ritengo stolto “festeggiarla”, per diversi motivi: anzitutto perché non appartiene alla tradizione culturale italiana bensì è un rimaneggiamento in salsa consumistica di una festa nord-europea (per giunta con probabile origine pagana), impostoci ingiustamente e senza fiatare dalla nostra bacata mentalità che vede tutti gli altri Paesi (specie quelli nordici ed al di là dell’Atlantico) culturalmente e civilmente superiori rispetto a noi; poi perché oscura la grandiosa festa di Ognissanti la quale, purtroppo, pur essendo festa di precetto viene spesso ingiustamente sottovalutata dalla cristianità; ed infine, perché propone ai giovane il grottesco e l’orrore andando proprio a sostituire il bello ed il ragionevole. In questo senso Halloween è da condannare: perché non ci appartiene, è brutta ed oscura Ognissanti, non tanto perché i satanisti festeggiano i loro riti blasfemi ed abominevoli quella notte (se è per questo lo fanno anche la notte di San Giovanni), ma perché è stupida. Piuttosto che incoraggiare e scusare questa festa straniera, pensiamo piuttosto a festeggiare bene Ognissanti, invece di piegarsi all’ennesimo diktat dei “soliti noti”.
Non condivido per nulla questo tentativo di verboso SDOGANAMENTO di una vera e propria festa pagana, che non ha mai fatto parte di alcuna tradizione cattolica, e certamente non della cattolicità universale e latina. Oggi Halloween va combattuta. Punto. La Vigilia di una Festa, per ogni cattolico, è appunto VIGILIA, ossia preparazione, riflessione, penitenza (se del caso) e, comunque, di “ritiro” spirituale, per entrare in sintonia con la imminente celebrazione. Presentare la “vigilia” cattolica come licenza di bagordi, o quant’altro, è pura assurdità. Presentare il Martedì grasso come “vigilia del mercoledì delle ceneri”, è altrettanto discutibile, se non assurdo! Il mercoledì delle Ceneri è l’inizio della Quaresima, il martedì grasso è l’ultimo giorno di carnevale, che è pagano e nulla a che vedere con il calendario cristiano. Trovo questo lunghissimo articolo veramente fuorviante ed indegno di “Tempi”.
Bagordi, peraltro, proibiti dal Diritto Canonico.
Al di là del proibiti o no, il discorso è che, sarà stata una festa originariamente cristiana, ma oggi non conserva più nullacdi quella radice, soprattutto in Italia. Tanto che in Irlanda solo i protestanti la festeggiano, mentre i cattolici se ne astengono con orgoglio.
Oltre alla penitenza, la riflessione e il ritiro spirituale io se fossi in voi aggiungerei anche il digiuno e il cilicio. Così siete in sintonia con lo spirito del diritto/dovere canonico.
Dov’è finita la libertà di espressione che tanto difendete se non si possono nemmeno far festa?
Questi sono affari nostri; la “festa” di Halloween, cristianamente, non è praticabile. Quello che vogliono fare gli altri, compreso spendere quattrini vanamente, è affare loro. E lascia stare l’ironia, nessuno ha detto che bisogna passare alle punizioni corporali o che sia obbligatoria il digiuno (che, infatti, non lo è); solo che non vogliamo interferenze da parte di feste consumistiche e contrarie alle tradizioni italiane.
Certo che tu, cara Filomena, sei proprio una maestra di divertimenti !
La regina della tristezza, della depressione e , soprattutto, della noia più totale e assoluta, che viene ad insegnare come si festeggia !
Eddai….un po’ di ritegno femminista carampano non guasterebbe .
E, come al solito, manco hai letto l’articolo, di cui, secondo me, la parte più bella è proprio la descrizione del grande desiderio dei cristiani di festeggiare, perché la vita è un dono e ogni occasione è buona per festeggiare quel dono.
Cara Filom-ena, saluti a L-ena e El-ena e le altre (i)ene !
Vedo che nel magnificare l’aborto, allegrissimo aborto, uccisione di un figlio nel ventre materno, in questi giorni hai ceduto la mano ad altri nick !
Da morire dalle risate !
Filo- mena……. “la regina della tristezza e della depressione” vuole festeggiare halloween? Ahahahahahahahah!
Filomena come al solito capisce fischi per fiaschi! ah ah ah
Spiritosa Filomena, lascia perdere il cilicio, cosa di cui non immagini il significato ed il fine, e curati di cose familiari negli ambienti che frequenti … tipo il frustino sado-maso.
Gentile signor Ilfocohadaardere, non ho nessun interesse a farle cambiare idea, quindi la lascio alle sua (per me tristi) opinioni. Però ci tengo a fare sapere a lei a ad altri, che magari se lo stanno chiedendo, che tutte le affermazioni che faccio nel mio aticolo sono supportate da fonti fidate e autorevoli. Nello specifico, ho spulciato siti cattolici americani, dove studiosi di teologia in tonaca si battono da anni contro le calunnie puritane anti-Halloween. Anche la notizia circa l’abitudine medievale di festeggiare (letteralmente festeggiare in stile martedì grasso, non fare gli esercizi spirituali a pane e acqua e a letto alle 10, che allora facciamo prima a farci puritani) tutte le vigilie le ho tratte dai loro testi. Se permettete, ecco a voi le mie fonti:
Father Augustine Thompson, “Catholic origins of Halloween”, Catholic Parent magazine, 2000,
Father Steve Grunow, “Halloween and Catholicism”, World on fire,
Scott P. Richert, “Should Catholics celebrate Halloween?”, catholicism.about.com
E’ appena uscito, disponibile sul web, anche questo articolo:
http://www.wordonfire.org/resources/blog/its-time-for-catholics-to-embrace-halloween/2133/
Quindi vi prego di contattare questi religiosi e di discutere con loro dell’immoralità delle feste della vigilia.
Va bene, cara Giovanna Jacob, però leggere che il martedì grasso è la vigilia delle Ceneri, suona male parecchio, dai !
Sinceramente, la festa di Halloween la lascio volentieri agli americani e a chiunque voglia festeggiarla, io continuo a festeggiare i Santi e a ricordare ( NON festeggiare ! ) i miei morti !
Guardi che il carnevale – come insegnava un mio grande amico, lo storico medievalista Marco Tangheroni – è nato proprio nel Medio Evo come “preparazione” alla quaresima. Si irridevano le vanità del mondo, per potersene distaccare più facilmente. E si irrideva anche il diavolo: non soltanto la maschera carnevalesca di Arlecchino – non a caso “servitore di due padroni” – altro non è che il dantesco diavolo Alichino delle Malebolge, ma ancora più “parodie di diavoli” sono “sos mamuthones” sardi, che sfilano nei carnevali della Barbagia, oggi, purtroppo, ridotti, forse, a spettacoli per turisti, ma non nati certo in questo modo. Passando dalla mia ascendenza materna a quella paterna, ricorderò l’usanza, presente nella Mediavalle lucchese e nella Garfagnana fino almeno ad un centinaio d’anni fa, di lasciare, nella notte fra il 1° e il 2 novembre, sulla tavola apparecchiata il “cibo per i morti”: cibo rigorosamente a base di carne, perché, tanto, si sapeva benissimo che l’avrebbe mangiato il gatto! Ne parla anche Giovanni Pascoli nella poesia “La tovaglia”, reinterpretandola, ovviamente, secondo la sua sensibilità “religiosa”, di tipo panteistico. Un altro mio amico, divenuto poi direttore dell’ufficio italiano dell’Aiuto alla Chiesa che soffre, raccontava che, al suo paese in Ciociaria, i ragazzini fino a 12 anni circa facevano, la sera del 10 novembre, la “processione” delle “corna di San Martino”, portando a giro per il paese una zucca vuota, con una “faccia” ritagliata sopra e due corna di bue applicate lateralmente: una cosa molto somigliante, anche se spostata di qualche giorno, a Hallowe’en, ma risalente, per quanto lo riguardava, agli anni 1950-58, quindi totalmente indipendente.
Concordo, questa festa è da proibire e punto. Si comincia con Halloween e si finisce con baccanali orgiastici o con le messe nere, magari con morti veri.
Breve excursus storico su Ognissanti. Nel calendario romano antico le viglie delle grandi feste, comprese quelle che non sono in Avvento e Quaresima, avevano i paramenti viola. Senza spimgere al cilicio, invitavano a concentrarsi sulla festa imminente. La vigilia di Ognissanti aveva ufficiatura propria.
Sarò sincero, l’articolo mi ha colpito e interessato per i dettagli storici, culturali e religiosi ma…., c’è un ma…. l’equazione “nelle cattedrali medievali e nelle chiese barocche c’erano queste immagini e quindi le maschere macabre di oggi sono discendenti” mi pare un’annotazione intelligente e giusta dal punto di vista storico ma totalmente sballata dalla realtà attuale.
Nella società medievale e moderna la morte era una presenza quotidiana e visibile, si moriva al parto, c’era una mortalità infantile terribile, si moriva per malattie devastanti e la vita media era molto più breve di adesso, in questo contesto esorcizzare la morte come lei ha scritto aveva un senso.
Nelle società occidentali (come giustamente lei ha detto anche consumistiche) viviamo chiudendo la morte all’interno delle mura degli hospice e delle case di riposo, i genitori non portano i figli ai funerali dei nonni per non turbarli, non sia mai che si facciano domande sulla morte a cui nessuno vuole rispondere seriamente.
Viviamo in un mondo in cui la morte non deve esistere, basta consumare finchè si può, le grandi domande sulla morte che hanno i miei alunni devono essere subito distratte (non esorcizzate) con un dolcetto, con uno scherzetto o con un film horror. Se fossimo nel medioevo mi vedrebbe domani sera vestito da diavolo in mutande (veramente un’immagine orribile) ma festeggerò i santi bevendo vino rosso, mangiando castagne calde e cantando in compagnia. Dopodomani andrò a pregare sulle tombe di amici defunti e dopo probabilmente continuerò a bere qualche bicchiere di vino rosso, poi provi a chiedere a quei bambini travestiti da vampirelli se sono mai stati a pregare in un cimitero e allora forse capirà che purtroppo c’è poco da travestirsi e festeggiare e che i bei tempi delle feste del medioevo forse sono un po’ andati. Ripartiamo dal prendere sul serio le domande semplici dei miei alunni e dei nostri figli: “Perché c’è la morte?” Poi magari tra qualche anno parliamo anche di travestirci…
Se non altro l’imporsi di questa simil-festività ci obbligherà ad andare a fondo delle nostre vere tradizioni e a guardare bene dove esse hanno le radici (come in modo magistrale vedo fare in questo prezioso articolo, che trovo documentato e chiaro).
Non vedo però, nella pratica di tutti i giorni, altri aspetti positivi, nella demenza cronica delle scuole italiane, che solennizzano senza alcuna conoscenza reale questa macabra ostensione di spiriti cattivi e decomposti, incuranti di qualsiasi conseguenza “educativa” (parola fuori moda anche a scuola…) distorta.
L’anno scorso un bambino di seconda elementare mi ha confessato che lui la notte di Hallowen non ha dormito, per la paura dell’arrivo dei morti….c’è qualcosa che non torna…
Rimane solo lo squallido mercato che, rimasto a corto di idee in questo periodo prenatalizio, ha abbracciato con una certa fretta la nuova risorsa economica e non se la fa scappare.
A me questa sembra una festa satanica in tutto e per tutto, poi non stupiamoci se i ragazzi che partecipano a queste pagliacciate ce gli ritroviamo sulle pagine dei giornali perchè hanno ammazzato i genitori o sono finiti in coma etilico oppure il lunedì mattina abortiscono perchè il fine settimana erano “troppo su di giri”.
Risoloviamo la cosa dal principio: proibiamo Halloween e chi vuole abbandonarsi a queste frivolezze che vada in un altro paese.
ritengo buona cosa recuperare il senso della festa proprio del cristianesimo.
Halloween fa pensare infatti a “when the saints go marching in”….e qualcuno mi ricordava che questa parola può essere letta come rivisitazione di “all allow in”, cioè “tutti dentro” “tutti possono entrare…”. ecco allora un buon motivo per fa festa…
Fatto sta che , in pratica, questa festa di Hallowen ha completamente oscurato la festa di Tutti i Santi, che pur essendo festa nazionale, è diventata, ormai, nel sentire comune dei giovani , “il giorno dopo di Hallowen ” !
Tanto è vero che in una quinta elementare dell’anno scorso, la maestra chiese come mai non si andasse a scuola il primo novembre e tutta la classe, di bambini che frequentavano regolarmente il catechismo, rispose in coro “per Hallowen ” !
Per questo motivo, noi non festeggiamo Hallowen , ma festeggiamo la bellissima festa dei Santi e il giorno dopo andiamo al cimitero nella ricorrenza ( non festa, cara Jacob ! ) dei morti.
Concordo. Pur non essendo un vietatore a tutti i costi, è palese che chi in Italia si fa alfiere di Halloween ignora o spinge ad ignorare la solennità del 1 novembre.
@Giovanna
Non sono d’accordo. Anzi, proprio perché la Ricorrenza (che è anche Festa da santificare come tutte le domeniche) di Ognissanti e’ stata paganizzata, occorre ricristianizzarla: pensi che se non si celebrasse Halloween i ragazzi festeggerebbero Ognissanti? Ormai è stato paganizzato pure il Natale, che facciamo lo aboliamo insieme alla Vigilia? Non scherziamo (ma senza dolcetto).
Infatti sono contsnto quando ad organizzare la festa sono oratori, che vi pongono determinati criteri. Conosco un missionario negli Usa che, però, mi attesta come la resistenza ad Halloween si sia radicata anche dove è impensabile.
Caro Cisco, l’articolo mi è sembrato molto interessante, ma nella PRATICA questa faccenda di cristianizzare questa festa di Halloween non la vedo proprio, dico proprio coi figli, in che modo, poi ? Voglio dire, non mi sembra che posso mettermi a fare lezioni di storia a dei bambini-ragazzini, quando poi tutto dice il contrario ! Veramente, poi, non saprei bene nemmeno cosa esattamente raccontare !
E allora, all’antica, continuo a ricordare loro la Festa dei Santi e ad andare al cimitero il 2 novembre, come hanno fatto i miei genitori, e i nonni, e i bisnonni e i trisnonni, e come sempre saranno gli unici tra tutti gli amici a sapere cosa si festeggia il primo novembre !
Poi, dai, paragonare la vigilia di Natale, che è “codificata” da secoli e secoli, a questa festa di Halloween, del tutto importata ( anche se c’era qualcosa di simile nel medioevo, mi sembra un po’ lontanuccio come riferimento ! ) , è piuttosto azzardato !
Voglio dire, posso capire un lavoro in questo senso da parte dei cattolici americani, ma da noi mi sembra comunque una forzatura, mah, vedremo.
Di sicuro il solo pensiero di aderire in prima persona a questa mascherata di scheletri e zombie , mi fa rabbrividire ! 🙂
Infine, dicendo che non è una ” festa”, non mi riferivo assolutamente alla Festa dei Santi, ma chiaramente alla ricorrenza dei morti, o commemorazione dei defunti, comunque non ” festa”, come scritto nell’articolo e ripetuto nel post !
Ottimo articolo! Niente male per una filo-americana 😉
In Sicilia, la festa dei morti la festeggiamo da sempre in modo festoso, senza perciò farne un carnevale fuori stagione, si fanno doni e si regalano dolci ai bambini dicendo loro che sono i nonni o altri parenti defunti che glieli hanno portati durante la notte, in modo non da intimorirli o suscitargli qualche familiarità malsana con il macabro, ma per fargli capire che fra la vita e la morte c’è una continuità e solidarietà di affetto e memoria (e i bamibini chiedono: ma perché il nonno non è rimasto? Se aspettava prima di andarsene, lo avrei ringraziato, è tanto buono!; e gli si dice di pregare per lui e di ricordarlo sempre con amore) e che non c’è da temere la morte, che i defunti continuano a vivere e a volerci bene. Questa tradizione sembra risalga ai popoli che venivano dalla Mesopotamia, da cui discendevano i Siculi, origine che parrebbe attestata anche da alcuni “fossili” della fonetica che ritroviamo nel nostro dialetto.
Purtroppo, anche da noi si è diffusa questa come altre usanze che cancellano pian piano le nostre tradizioni migliori, ma va detto che ciò è avvenuto e avviene non, ovviamente, per spontanea adesione dei bambini a queste novità, ma per l’infantilismo persistente di ragazzi e giovani esposti alle mode di ogni tipo e contro cui non dispongono di difese immunitarie critiche: ciò che che spiega molti altri e altrettanto discutibili (e peggio che discutibili) fenomeni, del resto.
Un’ultima cosa: signora Jacob, le radici etniche e culturali sono importanti, non sono un ammennicolo o un feticcio di cui disfarsi, come mi pare di capire da un passggio del suo articolo. L’Europa medievale, che aveva il suo collante, diciamo così, nella fede cristiana, era caratterizzata da quello che oggi chiamiamo, con implicita condanna al bando perpetuo, localismo o regionalismo, non certo un cosmopolitismo che omologava tutto in un insipido melting pot, come quello che sta distrugge le identità dei popoli per fare posto a Halloween, importato in Italia, probabilmente, anche grazie alle strip del pastore (presbiteriano, mi sembra) Charles Schultz, per dire la potenza e profondità dell’immaginario da cui scaturiscono mode destinate a soppiantare le specificità locali. Cosa che non trovo né divertente né così positiva.
Caro Raider, mi rendo conto da solo di scrivere una pinzillacchera, ma leggendo alcuni tuoi commenti dei giorni scorsi ti ho immaginato mentre maledivi un dannato aggeggio touch-screen…