
L’inquinamento ad Acerra è alto. Ma non per colpa del termovalorizzatore

Quanto inquina l’inceneritore di Acerra, che tanto ha scaldato gli animi della cittadina in provincia di Napoli? A questa domanda ha risposto il Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) chiamato a valutare gli effetti del termovalorizzatore (Tmv). E i dati dicono che le emissioni sono «ampiamente inferiori ai limiti di legge» e pesano in maniera «trascurabile» sull’inquinamento atmosferico della zona. Vicenda chiusa? Non ancora, perché c’è chi pone qualche obiezione e dubbio sulla imparzialità della ricerca.
I DUBBI DEL VESCOVO. Il vescovo di Acerra, monsignor Antonio Di Donna, in una lunga lettera pubblicata sul sito di Avvenire, scrive che «lo studio del Cnr rimane ancora uno studio “di parte”: da chi è stato finanziato? Con quale partecipazione di esperti provenienti dalla cittadinanza di Acerra?». La ricerca è stata chiesta alla società che gestisce il Tmv, A2A, dalla Regione Campania e il Cnr è stato individuato dalla stessa Regione in accordo con il Comune di Acerra.
«BASTA ALLARMISMI». I risultati della ricerca dovrebbero spegnere ogni tipo di allarmismo: «Il male dei mali non sono i termovalorizzatori ma i rifiuti in discarica», commenta il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti. Lo studio è stato svolto su un’area di 625 chilometri quadrati attorno al Tmv dove sono stati rilevati campioni sia con mezzi stradali sia con ripetuti voli a quote, ore e periodi diversi. Per il biossido di azoto il contributo massimo del Tmv «è inferiore allo 0,75 per cento del valore limite», mentre il superamento è dovuto «in maniera dominante alle emissioni da traffico». Per il particolato «le concentrazioni dovute al Tmv sono ovunque inferiori allo 0,1 per cento del valore limite».
«MILLE VOLTE INFERIORE AL LIMITE». Per quanto riguarda il microinquinamento, prosegue lo studio del Cnr, l’impianto di Acerra «contribuisce in misura inferiore allo 0,2 per cento rispetto ai valori limite per i metalli». E gli idrocarburi? Le diossine? L’impatto del Tmv è rispettivamente «1.000 volte inferiore al limite riferito al solo benzo-a-pirene, mentre l’unica criticità nell’area è legata al riscaldamento civile», in particolare alla combustione di legna e pellet, e «100.000 volte inferiori al valore guida suggerito dall’Oms».
Il rapporto del Cnr conclude affermando che i fattori di maggiore impatto sull’inquinamento ambientale sono legati alle «emissioni del traffico» e a quelle derivate da «riscaldamento, porto di Napoli e industrie». Non sembra comunque contento il sindaco di Acerra, che chiede alle istituzioni di rispettare gli impegni assunti con la popolazione per bilanciare il livello di inquinamento del territorio. Ma, se non dovesse essere smentito lo studio del Cnr, per fare un «bilancio ambientale» si dovranno trovare soluzioni a problemi ben più gravi, anche se meno visibili, di quelli creati dal grande termovalorizzatore di Acerra.
Foto Ansa
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6 commenti
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i termovalorizzatori sono utilissimi:
evitano di costruire discariche su discariche di rifiuti,
producono elettricità e calore,
naturalmente eliminano i rifiuti,
e inquinano pochissimo.
abbinati alla raccolta differenziata sono un’ottima soluzione .
Lavoisier diceva (più o meno) che nulla si crea, nulla si distrugge tutto si trasforma.
Sulla base di questo principio elementare della fisica che i nostri baldi amministratori ignorano bellamente, l’inceneritore non elimina un fico secco ma trasforma i rifiuti da roba che puoi vedere e toccare in roba che non puoi vedere e toccare, ma con la quale ti ci riempi ben bene i polmoni.
P.S.: l’uso del termine “termovalorizzatore” è stato vietato dalla UE perché considerato ingannevole.
Come spiegato nell’articolo il contributo degli inceneritori all’inquinamento dell’aria è bassissimo,
il “grosso” arriva dai trasporti e dal riscaldamento.
Soluzioni migliori per risolvere il problema dei rifiuti io non ne vedo, ma se qualcuno ha proposte da fare, le faccia pure.
Io non volevo entrare in polemica con lei, egregio Soldo, ma con le balle che i nostri in larga parte corrotti e in larghissima parte incapaci amministratori ci raccontano per qualche dollaro in più.
Io, anche se non sono direttamente competente in queste materie, mi son dovuto informare e ho trovato che sugli inceneritori i corrotti ci raccontano un sacco di balle.
proposta
COPIARE BRESCIA
a Brescia hanno un Tmv piu’ grosso di quello di Acerra, i filtri non fanno emettere schifezze ma CO2 si!! Come hanno risolto? Con il Teleriscaldamento: cioè dal Termovalorizzatore (che brucia in continuazione robifiuti) passano dei tubi che riscaldano l’acqua contenuta e la mandano alle abitazioni dei quartiri vicini: HANNO SMANTELLATO DECINE DI MIGLIAIA DI SIMPATICHE CALDAIETTE A METANO CHE EMETTEVANO PURE LORO CO2
IN QUESTO MODO LA CO2 DEL termovalorizzatore E’ STATA COMPENSATA dalla mancata co2 delle caldaiette spente.
Perchè A2A a Brescia ha fatto questo e ad Acerra non lo fa? Chi non vuol farlo? Chi si oppone?
Coi filtri passa solo CO2?
Certo, come no!
Insieme a tonnellate di nanoparticelle cancerogene!