Capelli: «Lombardia testimonianza di buon governo ed esperienze positive»

Di Francesco Amicone
20 Febbraio 2013
Avvocato, figlio di un idraulico, è candidato a Bergamo per il Pdl alle elezioni regionali. «Bisogna difendere il lavoro fatto: qui c'è un progetto politico costruito a misura sulla persona».

Figlio di un idraulico, per qualche anno lavora nell’azienda del padre. «Poi ho deciso di andare all’università. Ho studiato giurisprudenza e oggi sono avvocato». Un anno fa, Angelo Capelli è diventato coordinatore provinciale del Pdl, oggi si candida per la regione Lombardia nel Bergamasco. «Sono entrato in politica come sindaco nel mio piccolo comune, nel 2004, e lo sono fino a oggi».

L’IMPEGNO IN POLITICA. «Ho deciso di impegnarmi nel Pdl nonostante le responsabilità politiche del partito nella crisi attuale». Una crisi che non viene dall’Italia, comunque. Ma a cui l’Italia dovrà rispondere, con il lavoro, soprattutto. «A Bergamo dovremo continuare a sostenere le opere pubbliche come la Brebemi e la Pedemontana, tenendo conto che ormai anche l’Aeroporto di Orio al Serio è diventato fondamentale per la nostra economia».

DIFENDERE IL BUON GONVERNO. Nonostante tutti i limiti del centrodestra lombardo e delle vicende che hanno coinvolto Roberto Formigoni e la giunta, «la Regione Lombardia, in questi anni, è stato una testimonianza di buon governo, fatta di esperienze positive, che vanno ben al di là da quelle responsabilità soggettive dei singoli episodi giudiziari che sono emersi ultimamente». «È necessario difendere il lavoro fatto», dice Capelli. «Il governo lombardo di centrodestra ha avuto il merito di costruire un progetto politico e di attuarlo mettendo sulla misura della persona».

RINNOVAMENTO CLASSE DIRIGENTE. Sul rinnovamento della classe dirigente, Capelli, che è un amministratore locale apprezzato, pensa che bisogna impegnarsi soprattutto nei comuni. «Da sindaco, posso dire che è chiaro che per il rinnovo della classe dirigente, bisogna iniziare da qui. Dove la partecipazione e l’interesse sono attivi, dove la persona è protagonista, il popolo è in grado di misurare le opere della politica meglio di quanto farebbe qualsiasi comitato di garanzia».

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