Canta che ti passa (la guerra)

Di Curreri Gaetano
14 Aprile 1999
Divagazioni d’autore

Non sopporto la guerra. Non sopporto vedere la gente soffrire. Sono deluso: la gente perde la vita per colpa di politici (credo che sia addirittura esagerato chiamare politici gente del tutto irresponsabile) che, per affermare la propria logica, sganciano bombe. Non lo concepisco. Sono realmente angosciato, soprattutto nel vedere come la gente viva nel più totale menefreghismo. Così urlo questa mia angoscia cantando, cioè dialogando, perché sono convinto che col dialogo si può fare tutto. Credo nella forza della parola, la stessa parola che i politici, oggi, hanno buttato nel cestino per far spazio alle bombe che piovono a pochi chilometri da casa nostra come noccioline. Voglio cantare sempre di più l’amore, con la speranza di non dover più vedere le facce di uomini costretti a scappare dalla propria terra e dalla propria casa, per colpa di un violento nazionalismo che va contro con l’idea, ormai falsa, di una grande Europa. Avrei voluto salutare questo secolo sicuramente in un altro modo.

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