
Le volpi e l’uva delle candidature europee

Qui non è che si voglia far l’elogio della furbizia dei leader politici (Meloni, Tajani, Calenda) che si candidano alle Europee pur sapendo che a Bruxelles non ci andranno mai – e, insomma, lo sappiamo tutti che candidature del genere servono per “tirare la volata” al partito, per far pesare il risultato sul fronte domestico interno, dar l’idea di essere politicamente in forma (Meloni – Tajani) o superare la soglia di sbarramento (Calenda).
Ma non si può nemmeno cadere nell’ipocrisia opposta, quella di denunciare l'”imbroglio” solo perché tu – lo stesso imbroglio – non sei riuscito ad architettarlo.
Insomma, le polemiche sollevate da altri leader di partito, come Renzi o Conte, ricordano tanto la favola della volpe e l’uva e quasi un’ammissione di impotenza, a ben vedere.
Giorgia, ma anche Elly
Ecco, almeno l’ipocrisia e la retorica sul “rispetto che si deve agli elettori”, almeno questo, no. Perché è chiaro che, a parti invertite – e cioè se fosse a loro conveniente personalizzare lo scontro – farebbero lo stesso. Essendo in situazione di subalternità, ci rifilano la predica.
E vale lo stesso per la questione del nome nel simbolo. Il Pd lo fece con Veltroni, anche Schlein (che pure ha cognome complicato, quasi da codice fiscale) avrebbe voluto farlo e se ha rinunciato è perché osteggiata internamente – se va male, lo sa anche lei, lascerà la segreteria e finirà in Europa – non certo perché non le conveniva. Anzi, saputo quel che ha fatto “Giorgia”, s’è premurata, sulla scheda, di poter validare “Elly“.
Conte e Renzi sanno benissimo che – ora come ora – non sono valore aggiunto, ma inciampo ad attirare consensi, altrimenti ci avrebbero rifilato la predica opposta. Tra l’altro, non c’è elettore che non sappia come funziona il giochino, quindi: perché trattare da stupido chi stupido non è?
Sulla politica ridotta a comunicazione e sui partiti circoscritti a comitato del leader abbiamo scritto tanto, e non lo rinneghiamo. Ma è tema che riguarda tutte le formazioni politiche, nessuno escluso: quindi il sermone sulla legittimità delle candidature, almeno quello, risparmiatecelo.
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