Le volpi e l’uva delle candidature europee

Di Emanuele Boffi
30 Aprile 2024
Polemiche perché alcuni leader guideranno le liste, pur non andando poi a Strasburgo. Ma chi denuncia l'imbroglio, farebbe lo stesso, se gli convenisse
Giorgia Meloni, convention di Fratelli d'Italia, Pescara, 28 aprile 2024 (Ansa)
Giorgia Meloni, convention di Fratelli d'Italia, Pescara, 28 aprile 2024 (Ansa)

Qui non è che si voglia far l’elogio della furbizia dei leader politici (Meloni, Tajani, Calenda) che si candidano alle Europee pur sapendo che a Bruxelles non ci andranno mai – e, insomma, lo sappiamo tutti che candidature del genere servono per “tirare la volata” al partito, per far pesare il risultato sul fronte domestico interno, dar l’idea di essere politicamente in forma (Meloni – Tajani) o superare la soglia di sbarramento (Calenda).

Ma non si può nemmeno cadere nell’ipocrisia opposta, quella di denunciare l'”imbroglio” solo perché tu – lo stesso imbroglio – non sei riuscito ad architettarlo.

Insomma, le polemiche sollevate da altri leader di partito, come Renzi o Conte, ricordano tanto la favola della volpe e l’uva e quasi un’ammissione di impotenza, a ben vedere.

Giorgia, ma anche Elly

Ecco, almeno l’ipocrisia e la retorica sul “rispetto che si deve agli elettori”, almeno questo, no. Perché è chiaro che, a parti invertite – e cioè se fosse a loro conveniente personalizzare lo scontro – farebbero lo stesso. Essendo in situazione di subalternità, ci rifilano la predica.

E vale lo stesso per la questione del nome nel simbolo. Il Pd lo fece con Veltroni, anche Schlein (che pure ha cognome complicato, quasi da codice fiscale) avrebbe voluto farlo e se ha rinunciato è perché osteggiata internamente – se va male, lo sa anche lei, lascerà la segreteria e finirà in Europa – non certo perché non le conveniva. Anzi, saputo quel che ha fatto “Giorgia”, s’è premurata, sulla scheda, di poter validare “Elly“.

Conte e Renzi sanno benissimo che – ora come ora – non sono valore aggiunto, ma inciampo ad attirare consensi, altrimenti ci avrebbero rifilato la predica opposta. Tra l’altro, non c’è elettore che non sappia come funziona il giochino, quindi: perché trattare da stupido chi stupido non è?

Sulla politica ridotta a comunicazione e sui partiti circoscritti a comitato del leader abbiamo scritto tanto, e non lo rinneghiamo. Ma è tema che riguarda tutte le formazioni politiche, nessuno escluso: quindi il sermone sulla legittimità delle candidature, almeno quello, risparmiatecelo.

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