
Cancelleri (M5S Sicilia): «Il modello Sicilia continua. Noi vogliamo dialogare e costruire»
Cancelleri, ma quindi è finito il modello Sicilia? «Allora, non so come risponderti. Assolutamente no». Giancarlo Cancelleri, capogruppo all’Assemblea regionale siciliana del M5S, è reduce da un incontro con il presidente della Regione, Rosario Crocetta, e spiega: «Non è finito nulla, perché erroneamente viene sempre indicato con “modello Sicilia” un presunto accordo tra noi e il governo. Invece il modello Sicilia sostanzialmente vede un’opposizione, noi, che fa un lavoro di revisione di tutti gli atti che arrivano al Parlamento. Se sono buoni li votiamo, e Crocetta ha la maggioranza, altrimenti no: ma senza accordi precedenti. Capita a volte invece che non riteniamo buone le sue proposte e lo denunciamo».
È quello che è successo nel caso del Bilancio e della Finanziaria, per cui voi avete presentato 400 emendamenti. Ma sono stati tutti respinti.
Quando si presenta una finanziaria ci sta che i gruppi parlamentari la studino e cerchino di migliorarla. Tra i nostri emendamenti non c’è n’è nemmeno uno che chieda la soppressione di articoli: noi abbiamo preferito aggiungere all’idea finanziaria del governo le nostre, per migliorare degli interventi, inserendo o eliminando quelle parti che andavano a togliere qualcosa a qualcuno. Ma quando ieri, in commissione Bilancio, senza alcuna discussione, ma in modo “automatico” ci sono stati bocciati, grazie ad una maggioranza composta dai partiti Pd-Udc-Lista il Megafono-Democratici riformisti, senza nemmeno alcun voto, ecco a questo non ci stiamo. Così ieri abbiamo lanciato questa denuncia molto forte, lo abbiamo fatto anche sapendo che è necessario per farsi ascoltare. È stato perché volevamo che la cosa arrivasse alle orecchie di Crocetta, per capire se il suo è un governo che vuole il dialogo con noi o no. E abbiamo sortito l’effetto. Ho sentito ieri sera Crocetta e già oggi pomeriggio ci siamo incontrati.
E che vi siete detti? Avete ottenuto delle aperture da lui?
Sì. Gli abbiamo presentato anche delle migliorie a questa legge finanziaria. Vede, noi non vogliamo fondi liberi per farci “campagna elettorale”.
Che migliorie avete proposto, ad esempio?
Abbiamo chiesto sull’estrazione delle acque minerali royalties più alte, come avviene nel resto d’Italia: 8mila metri cubi di acqua estratti ogni anno in Sicilia, con royalties a 3 euro a metro cubo anziché l’attuale 1 euro a metro cubo, significa un nuovo gettito da 16 milioni di euro nelle casse della Regione. Abbiamo poi chiesto di innalzare le royalties sul petrolio, che da noi sono le più basse d’Italia, e portarle dal 4 per cento per l’estrazione off shore e il 7 per cento per quelle terrestri ad almeno il 15 per cento. Queste somme accantonate potrebbero essere usate per aiutare le zone più disastrate a livello ambientale. Ancora, sulle cave, dove la regione non fa pagare nulla per l’estrazione, abbiamo chiesto di introdurre un canone per metterci in linea con il resto d’Italia. Di contro chiediamo invece che la regione aggiunga altri 3 milioni di euro al Fondo di microcredito alle microimprese, che stiamo istituendo con questa Finanziaria e che sta in piedi con i soldi dei nostri stipendi cui abbiamo rinunciato. Noi contiamo di portare 1,5 milioni di euro nel fondo, con l’aiuto della regione vorremmo far partire subito, entro quest’anno, 250 prestiti alle microimprese. L’altra proposta che gli abbiamo fatto è l’introduzione del reddito minimo di dignità, una battaglia molto importante. Abbiamo chiesto un fondo per almeno 20 mila disoccupati.
Scusi, ma secondo lo Svimez, in Sicilia i disoccupati sono 400 mila. Perché e in che modo sceglierne 20 mila da aiutare?
È vero. Ma non ci sono fondi sufficienti per 400 mila persone, per cui bisognerebbe agire con una sorta di graduatoria: il reddito minimo prevedrebbe, a fronte di 110 milioni di euro che abbiamo trovato, un assegno pari a quello sociale minimo di 400 euro per 20 mila persone, cioé i poverissimi che non hanno nessuna forma di reddito (e a prescindere dall’età). A fronte del fatto che altri fondi non si riescono a reperire, potremmo allora dare questo assegno alle famiglie più bisognose, per andare a diminuire il numero, rispetto ai 400mila disoccupati. Un’altra proposta che abbiamo fatto è quella delle fattorie sociali. L’Esa ha dei terreni abbandonati: abbiamo proposto di creare fattorie da dare in gestione a persone che non hanno reddito, in cui la regione potrebbe installare pannelli fotovoltaici: in questo modo, la Regione potrebbe chiedere dei fondi europei per le fattorie. Il 20 per cento del ricavato della vendita dell’energia, proponiamo, verrebbe restituito alla Regione come royalties, il 20 tornerebbe alla fattoria per essere reinvestito. Inoltre il 50 per cento del raccolto agricolo andrebbe alle Caritas, mentre l’altro 50 per cento andrebbe a chi lo coltiva. Noi vogliamo essere propositivi: quando ieri ci siamo visti bloccare tutto senza alcuna discussione, come è avvenuto in Commissione, ci siamo irrigiditi. Noi invece vogliamo lavorare per cambiare le cose. Crocetta ha mostrato un’apertura su queste proposte e abbiamo parlato, intanto. Ora vediamo cosa succede in aula.
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