
Camera, Monti: «Con questa manovra saremo più forti in Europa»
«Baratro, povertà, stagnazione, crollo del potere d’acquisto, isolamento e assenza di futuro per il paese: ecco che cosa rischiamo». Non usa giri di parole il presidente del Consiglio Mario Monti per presentare allaCamera il “decreto salva-Italia”, un insieme di tagli, tasse e interventi per la crescita dal valore di 30 miliardi di euro lordi. Tra il discorso del premier e le reazioni dei partiti, le parole più usate sono state “sacrificio” e “medicina amara”. «Non c’è alternativa ai sacrifici di oggi – continua Monti -, lo sforzo è grande ma urgentissimo e ci permetterà di costruire per i nostri figli un’Italia seria, europea, ancorata ai valori del lavoro e del risparmio».
Dopo aver presentato le misure ispirate a tre principi – «rigore, equità, sviluppo» – e aver ringraziato i partiti per la collaborazione e gli italiani per la comprensione, ha concluso parlando del suo prossimo viaggio in Europa: «Vi assicuro che armato di questo pacchetto di misure io potrò rappresentare con credibilità l’Italia in Europa. La credibilità deriva da quello che l’Italia fa e grazie a questa manovra potremo sostenere con più forza le posizioni che riteniamo migliori per uno sviluppo dell’Unione Europea».
Al termine del suo intervento la parola è passata ai partiti, che hanno elogiato il governo ma anche chiesto più interventi a favore di lavoro, crescita ed equità. Al termine della seduta, Silvio Berlusconi ha dichiarato: «Devono porre la fiducia, altrimenti non credo che ci sia la possibilità di approvare la manovra, che contiene diverse cose su cui non siamo aperti. Tuttavia, il problema non è una singola parte, ma la necessità di approvarla per intero per la situazione che si è creata. Noi sosteniamo il governo lealmente e continueremo a sostenerlo. E lo faremo anche se ci saranno, dopo il lavoro della Commissioni, delle cose su cui non avremmo un’opinione positiva».
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IL DISCORSO DEL PREMIER MINUTO PER MINUTO:
16 – Mario Monti: «Le misure mirano a disegnare un’Italia seria, europea, ancorata ai valori del lavoro e del risparmio. Lo facciamo per i nostri figli. Non fare questi sacrifici significa farne di più gravi tra poche settimane e forse tra pochi giorni e mettere a rischio il benessere accumulato. La stabilizzazione della nostra economia rappresenta un contributo decisivo per risolvere la crisi europea. È bene avere presente anche questo».
16.10 – Mario Monti: «Baratro, povertà, stagnazione, crollo del potere d’acquisto, isolamento e assenza di futuro per il paese: ecco cosa rischiamo. Non c’è alternativa ai sacrifici di oggi, che ci danno la speranza di costruire per i prossimi mesi una fase di crescita. Il nostro paese è ricco ma cresce poco. Lo sforzo è grande e urgentissimo».
16.15 – Mario Monti: «Le misure si basano su tre principi: rigore, equità, sviluppo. Il rigore è il presupposto essenziale per l’equità e il volano per lo sviluppo. Destino del nostro Paese e Europa sono intrecciate».
16.15 – Mario Monti: «Il futuro dell’euro dipende anche dalle nostre scelte. Se l’Italia non inverte la spirale negativa di crescita del debito, le conseguenze saranno drammatiche e la moneta comune sarà a rischio. La crisi dell’unione monetaria destabilizzerebbe l’economia mondiale. Tutti guardano a noi oggi. Ridurre il debito pubblico è una esigenza vitale altrimenti rischiamo l’abisso. L’esempio della Grecia è vicino, la tabella sugli spread è eloquente. Le raccomandazioni che tutta l’Europa ci rivolge in questi mesi mostrano che la crisi del debito sovrano non è solo di finanza pubblica ma di riforme mancate. L’assenza di crescita ha frustrato i sacrifici fatti nel corso degli ultimi dieci anni. Bisogna consolidare i conti pubblici e fare le riforme».
16.20 – Mario Monti: «Ieri abbiamo preso le decisioni che danno risposta all’emergenza ma che danno l’avvio alle riforme strutturale per ridare dinamismo all’economia italiana. Ritengo che saremmo così in grado di superare con tranquillità la crisi, evitando le trappole dell’alto debito e della bassa crescita. Il pacchetto di misure necessario a salvare l’Italia interviene sul lato delle entrate e della riduzione delle spese, per migliorare il saldo dei conti pubblici. Abbiamo agito per preservare e agevolare la capacità produttiva del paese. L’aumento delle imposte non pesa sulle imprese, per le quali favoriamo la crescita il lavoro. La ricchezza finanziaria viene fatta partecipare allo sforzo comune attraverso l’imposta di bollo. Per l’equità sociale, intervento una tantum per i capitali fatti rientrare in Italia con lo scudo fiscale».
16.20 – Mario Monti: «Siamo convinti che dobbiamo procedere a superare le province, ci impegniamo per favorire iniziative legislative in tale direzione. Il rigore per essere accettato richiede una premessa: ci vuole trasparenza. Questo è il primo e più importante mezzo di equità e giustizia. La trasparenza deve applicarsi ai membri del governo. Equità significa dar voce alla società che vuole la riduzione dei costi della politica».
16.25 – Mario Monti: «Riduciamo innanzitutto i costi delle province. I consigli provinciali avranno dieci componenti, eliminate le giunte provinciali, ridotti i consiglieri».
16.25 – Mario Monti: «Nel chiedere forti sacrifici, non intendo minimizzare l’entità di ciò che chiediamo agli italiani, dico che sono temporanei, circoscritti e divisi in modo equo, essenziali per doppiare questo capo difficile della nostra vita economica e sociale. Sosterremo il settore del trasporto pubblico locale, in grave difficoltà. Nel decreto legge sono previsti provvedimenti concreti che mirano a favorire la competitività delle imprese, internazionalizzazione e creazione di posti di lavoro. Ci sarà presto un intervento sistematico per la competitività dell’Italia. Accelerare l’utilizzo dei fondi europei».
16.30 – Mario Monti: «Il costo del lavoro sarà interamente deducibile dall’Irap. Così si elimina una forte penalizzazione alle imprese che assumono lavoratori. Clausola di favore per l’impiego di giovani e donne. Riduzione di imposte sugli utili commisurata al capitale immesso nelle imprese. Riaperto il credito per le piccole e medie imprese».
16.30 – Mario Monti: «Agevolazioni estese per le strutture e le costruzioni, specie in quei luoghi colpiti da calamità naturali. Sbloccheremo presto fondi per interventi straordinari e infrastrutture. Diversi interventi saranno fatti anche nel Mezzogiorno. L’Italia risanerà la propria economia quando spingerà verso l’emersione l’economia sommersa e l’evasione».
16.35 – Mario Monti: «Contro l’evasione favoriamo l’uso della moneta elettronica. Il contante ammesso solo per transazioni fino a mille euro. La diffusione del contante è anomalia del sistema italiano. Auspico che all’accresciuto volume di transazioni corrisponda una diminuzione dei costi dei servizi».
16.35 – Mario Monti: «È previsto un forte pacchetto di liberalizzazioni, anche dei servizi pubblici locali. Liberalizzata la vendita di farmaci di fascia C».
16.35 – Mario Monti: «Per ridurre la spesa un completamento della sistematizzazione della previdenza. Il calcolo contributivo sarà esteso a tutti come criterio di calcolo delle pensioni. Accelerazione del processo di convergenza del trattamento pensionistico di uomini e donne. Le lavoratrici dipendenti del settore privato e autonomo e la progressiva equiparazione dei lavoratori uomini. Si innalza di un anno ogni 24 mesi, completamento nel 2018. Le pensioni minime e quelle pari a due volte il minimo avranno l’adeguazione all’inflazione dell’importo, le altre no per tutto il 2012».
16.40 – Mario Monti: «Viene reintrodotta l’Ici attraverso l’Imu. La tassazione della prima casa è effettuata con una aliquota ridotta e una franchigia di 200 euro. Incremento delle accise sui carburanti. Tutte le tasse servono per raggiungere il pareggio di bilancio nel 2013. Gli interventi di natura fiscale si concludono con un intervento sui beni segno di manifesta ricchezza. A partire da settembre 2012 ci sarà un aumento dell’Iva del 2% per non fare tagli drastici delle riduzioni a favore delle famiglie, che verranno rimodulate nei prossimi mesi».
16.40 – Mario Monti: «Vi chiedo pazienza, sono passati 17 giorni dalla fiducia e ieri. In passato i tempi per una finanziaria erano dell’ordine delle cinque settimane. In secondo luogo, devo chiedere la vostra comprensione per un fatto caratteristico di questo nostro governo: nessuno di voi sarà contento, non potete esserlo, è nella natura di questo governo di cercare di far contribuire il paese con sacrifici ragionevoli a una operazione nell’interesse comune. Grato a voi per la discrezione e l’incisività con cui mi avete dato le vostre opinioni e consigli. Noi siamo estranei al vostro mondo e col vostro aiuto abbiamo preparato questo pacchetto. Questo è solo l’inizio, non dal punto di vista dei carichi».
16.45 – Mario Monti: «Vi assicuro che armato di questo pacchetto io potrò a nome del governo e del paese in Europa rappresentare con più forza e credibilità, che deriva da quello che l’Italia fa, le posizioni che riteniamo migliori per uno sviluppo dell’Unione europea. Grazie».
LE REAZIONI AL DISCORSO DI MONTI:
16.50 – Fabrizio Cicchitto (Pdl): «Per i lavoratori abbiamo dato via libera al suo governo, presidente. Rivendichiamo l’azione che il nostro governo ha fatto sia sulle riforme, scuola, università, pubblica amministrazione, federalismo e politica economica. Noi però non avremmo rimesso mai l’Ici sulla prima casa che avevamo tolto. Siamo d’accordo invece sulle misure per la crescita».
16.50 – Fabrizio Cicchitto (Pdl): «Interpelliamo l’Europa. C’è un problema, chiediamoci: l’intervento di oggi, e quelli fatti ieri, non corrono il rischio di essere vanificati se a livello europeo, e la Merkel e Sarkozy devono riflettere, non si dà moneta unica con alle sue spalle un governo omogeneo e politiche economiche omogenee? Dobbiamo fare i conti con la realtà europea, e lei, presidente, deve misurarsi in termini non diplomatici con una realtà europea che ci crea dei problemi. E ci dobbiamo misurare».
16.55 – Dario Franceschini (Pd): «Noi avremmo fatto una riforma delle pensioni diversa e volevamo colpire di più le rendite. I cittadini devono sapere che non ci saranno più furbizie. Bene la scomparsa del contante, ma vogliamo di più contro l’evasione fiscale. Dico al Pdl: la lotta all’evasione non deve essere la nostra bandiera, ma una battaglia comune alle forze politiche italiane. Insisteremo su questo. Presidente, lei riceve forza da questo Parlamento, la usi per fare sentire il peso dell’Italia sui tavoli europei».
17 – Dario Franceschini (Pd): «Chieda una tassa sulle transazioni finanziarie. Lei deve salvare e costruire l’Europa».
17 – Marco Reguzzoni (Lega): «Non creerà un solo posto di lavoro, la sua manovra non è federalista, quindi non è equa, non fa i tagli degli sprechi e non aiuta il lavoro. La misura sulle pensioni è odiosa e colpisce la gente che lavora e che mantiene i parassiti. Fate la patrimoniale e colpite la ricchezza vera delle famiglie, cioè la prima casa. Voi la colpite e fate misure che sembrano degne del più centralista tra i governi. L’Imu non finisce ai Comuni ma nelle casse dello Stato».
17.05 – Marco Reguzzoni (Lega): «Franceschini, cosa farà il Pd a difesa dei lavoratori? Io vedo solo che si introduce l’Ice, un ente inutile e non si tagliano gli sprechi. La moneta elettronica non è lotta all’evasione. Ci guadagneranno le banche e chi ha sempre fatto nero, continueranno a farlo. L’avevamo detto: questa manovra è fatta per le banche. Voi toccate le province, poi, ma non le prefetture. La verità è, colleghi, che questa manovra non creerà un solo posto di lavoro. Presidente, lei non sa dove girarsi, getti la spugna».
17.10 – Pier Ferdinando Casini (Terzo polo): «Un Parlamento serio dovrebbe cercare di capire il momento che viviamo. L’euro e sotto attacco, l’Europa deve decidere se fare o no nuovi passi che comportano cessioni di sovranità per ogni singolo Stato. Siamo sull’orlo del baratro: tante aziende chiudono, le famiglie di ceto medio scivolano nella povertà. Ma sappiamo quanto costerebbe l’uscita dell’Italia dall’euro o il crollo dell’euro o dell’Europa».
17.10 – Pier Ferdinando Casini (Udc, Terzo polo): «Abbiamo sempre detto che ci volevano sacrifici. Lo facciamo da sei anni. Non siamo contenti ma convinti che la strada da percorrere è quella che abbiamo identificato in questi anni. Mi rivolgo anche a Pdl e Pd: abbiamo dato vita ad un governo dove siedono persone che stimiamo. In Parlamento questo governo non può essere figlio di nessuno, dobbiamo sostenerlo. La politica non è commissariata, la dignità del Parlamento si difende con i fatti, non con le parole. Il bene comune torni a essere la stella polare della politica. La manovra si può emendare o meno, si discuterà nelle commissioni prima di tutto. Noi abbiamo dato però un segnale all’Europa, l’Italia sa rispondere nelle emergenze con i fatti. Stiamo rispondendo al bisogno di futuro dei nostri figli».
17.15 – Benedetto Della Vedova (Fli, Terzo polo): «L’Italia si deve rimettere in carreggiata. Ma lei presidente sproni l’Europa a risolvere la crisi in modo comunitario. Le misure che ha presentato oggi sono impopolari, ma può servire e servirà a scongiurare una situazione drammatica in cui a pagare di più sarebbero i più deboli. Era necessario che i sacrifici fossero ripartiti in modo equo. L’obiettivo delle misure è quello di favorire il credito alle famiglie e alle imprese. Necessario fare questa misura nell’interesse delle giovani generazioni».
17.20 – Benedetto Della Vedova (Fli, Terzo polo): «Siamo solo all’inizio, dobbiamo recuperare tempo. Ma ci siamo rimessi in carreggiata, ci stiamo riuscendo».
17.25 – Silvano Moffa (Popolo e territorio): «Poco fa qualcuno ha richiamato l’attenzione sulla singolarità della situazione che viviamo in Parlamento, dove esiste una maggioranza inedita. Si rischia di essere grotteschi, a sentire Franceschini con il suo “vorrei ma non posso” e Casini che ha detto tutto e il contrario di tutto. Lei ha un compito titanico e noi lo guardiamo con rispetto».
17.25 – Silvano Moffa (Popolo e territorio): «Rigore, equità e crescita siano armonici. Ha annunciato la riforma del mercato del lavoro ma ancora non l’ha presentato. Vogliamo capire quali saranno le misure per facilitare l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro e per consentire alle imprese di occupare senza vincoli. Sa che abbiamo rigidità soprattutto in uscita dal sistema produttivo. Non vorrei che dopo la chirurgia il paziente sia deceduto. E oggi ci preoccupiamo della salute del paese e degli italiani. Qui manca il sostegno al reddito, occorre sistematizzare il meccanismo degli ammortizzatori sociali».
17.30 – Massimo Donadi (Idv): «La crisi è drammatica e fa tremare i polsi. Per lei, presidente, questa manovra salverà l’Italia. Non voglio negarlo, per il pareggio di bilancio è buona ma all’Europa e ai mercati non interessa come noi raggiungiamo quell’obiettivo, che invece interessa e molto a noi che siamo qui in Italia. In questa manovra l’equità la vede solo lei, non c’è. È una manovra di stampo ragionieristico».
17.35 – Massimo Donadi (Idv): «Le fasce sociali colpite sono i redditi medio-bassi e non alti. Ci sono troppe troppe tasse, siamo i più tartassati d’Europa e ora ne aggiungiamo altre. Il blocco della rivalutazioni delle pensioni non è equo, questa è una manovra intollerabile. Non si migliora l’efficienza del welfare, si fa cassa ma è inaccettabile. Noi volevamo il rigore, ma giusto. Non si colpiscono i grandi patrimoni. C’è la patrimoniale ma non la vogliamo sulla prima casa. L’evasione fiscale non è combattuta, la tracciabilità è troppo alta. La Guardia di finanza deve avere più potere, così si sconfigge l’evasione. Capisco Berlusconi, ma perché non l’avete fatto voi? La tracciabilità andava abbassata a 200 euro. Cancellare le giunte riduce dell’1% il costo delle province. E le settemila società improduttive e le consulenze inutili? Quelli non li avete toccati».
17.35 – Massimo Donadi (Idv): «Se mettete la fiducia diremo no e se la manovra resta questa la giudichiamo inaccettabile. Questo Parlamento è sovrano anche se il governo è tecnico».
17.40 – Linda Lanzillotta (Gruppo misto): «Gli italiani capiranno, è in gioco la salvezza del paese e capiranno il linguaggio austero e pieno di passione civile con cui lei parla. Tante le riforme da fare che la politica non ha avuto il coraggio di fare. Lei, Monti, con il suo governo è al capezzale di un malato grave. I partiti hanno un’ultima possibilità di dimostrare al paese che sanno assumersi le loro responsabilità».
17.40 – Adolfo Urso (Gruppo misto): «Doveva agire con coraggio, perché non deve mediare. Quella di oggi è una medicina amara, non è di destra né di sinistra, i partiti è giusto che ne parlino anche perché la tassa sulla casa è eccessiva. Le diamo fiducia ma agisca con certezza, superi ogni freno seguendo solo l’interesse generale. Più sviluppo e speranza ai giovani, nella manovra c’è qualcosa, la direzione è giusta ma è troppo poco. Detassiamo lavoro e assunzioni giovanili. Più liberalizzazioni e abolizione del valore legale del titolo di studio. L’Italia fa la sua parte, si accerti che la faccia anche l’Europa. Tocca all’Europa fare le riforme che cambiano davvero».
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