La Resistenza social ha un nuovo eroe, il partigiano Hysaj

Di Caterina Giojelli
19 Luglio 2021
Peggio dell’equivoco dei tifosi che insultano il neoacquisto della Lazio che canta Bella ciao c’è quello dei giornali che trasformano una goliardata in simbolo di antifascismo
Il calciatore Elseid Hysaj si presenta alla Lazio cantando Bella Ciao

Siamo alle solite: ieri era tutto un inno al partigiano Hysaj, l’indomito terzino albanese che si presenta alla Lazio cantando Bella ciao. E siccome tifare Lazio è prova certa di fascismo, ai giornali non pareva vero di avere tra le mani il caso di un kamikaze della resistenza insultato dai nazistoidi.

Fa niente che Eleseid Hysaj si ostinasse a spiegare che lui quel canto intonato per rompere il ghiaccio in ritiro (come vuole il rito iniziatico dei nuovi acquisti di serie A), lo avesse scelto perché lo intonano i protagonisti della Casa di Carta: abbiamo un partigiano, albanese, che ad Auronzo di Cadore canta Bella ciao e abbiamo quattro cani di Pavlov che commentano: «Se cantavi l’inno della Roma era meglio», «ma lo sa di non essere a Livorno?», «è meglio giocare in dieci». Insomma ce ne è abbastanza per parlare di «valanga di insulti fascisti». Un tizio scrive pure «magari se spacca er crociato»: benissimo, c’è anche il titolo.

https://www.youtube.com/watch?v=mfXgITtXx7Y

Hysaj eroe della Resistenza

Il video di Bella Ciao, cantato inconsapevolmente e altrettanto inconsapevolmente caricato dal compare spagnolo Luis Alberto – uno che sta a Roma da cinque anni e parla italiano come Suarez all’esame dell’università per stranieri di Perugia, e che in questi giorni non è esattamente cintura nera di tempismo (ad Auronzo c’è arrivato dopo qualche giorno e molte polemiche dopo) –, è stato rimosso da Luis Alberto stesso, tanto è bastato alle forze della liberazione per parlare di «gravità inaudita», «insulto alla libertà di espressione», «siamo tutti e tutte Hysaj, siamo tutti e tutte dalla parte giusta della storia».

«Odio di matrice fascista»

Santa Maradona, mentre compagni di squadra, radio e fan rimuovevano il video, i giornali lo pompavano, Hysaj diventava di tendenza, «ha cantato quell’inno con grande partecipazione emotiva. E quando ha mulinato il pugno verso l’alto ha toccato l’apice dell’esibizione condotta con molta enfasi», sottolineano a Fanpage. Mentre altrove è tutto uno «scandalo per l’odio di matrice fascista», «ennesimo episodio di intolleranza fascista», ricordare gli adesivi di Anna Frank con la maglietta della Roma.

Non tutti, eh? La democristiana Gazzetta tifa bicchiere mezzo pieno:

«Ci sono anche molti tifosi che hanno condiviso il filmato perché contenti proprio che l’immagine della Lazio, spesso associata all’estrema destra, venga rivalutata in Italia e in Europa. “Lazio e fascismo non sono sinonimi”, la considerazione che in molti aggiungono come didascalia al video».

«Hysaj non teme i fascisti»

E Hysaj? Entrato nelle grazie di Lorenzo Tosa per avere intonato «col pugno alzato “Bella ciao”, che è ormai un inno mondiale alla Resistenza, specie nella sua Albania», «giovane uomo che non ha paura, in un mondo di ipocrisia e nuovi fascismi, di esporsi ed essere se stesso anche quando non è facile o non è comodo», Hysaj è diventato un «eroe», «lanciato a bomba contro l’ingiustizia».

E poco importa che Hysaj avesse cantato Bella Ciao mosso dagli stessi ideali che potevano aver portato Higuain a cantare Despacito, poco importa che tutto sia nato da un gigantesco equivoco, iniziato con la “sigla” della Casa di Carta«scelta particolarmente coraggiosa, anche se forse inconsapevole» smussa il Post –, alimentato dal tifoso da tastiera che si è sentito violato nei suoi tre quarti di nobiltà fascista e fomentato del giornalista blogger a caccia di odiatori della rete.

Hysaj come Nenni e i Blm

Poco importa perché Hysaj, pantaloncino arrotolato, cantava Bella ciao seguendo il testo su Google, e nei suoi occhi illuminati dallo schermo le forze del male (gli imbecilli della rete) e quelle del bene (i saggi dell’informazione) vedevano la stessa gelida premeditazione che brillava in quelli di Nenni, il partigiano Johnny, Paolo Sollier, Santoro e i Blm. Una volta si aspettavano i partigiani che scendevano dalla montagna, ora basta che in montagna salgano sulle sedie a cantare a favore di fotocamera dell’iPhone.

Donnarumma salva la giornata

A salvarci dal ridicolo è stato ancora una volta, lui, Gigio Donnarumma, con una prestazione e un post su Instagram da far crollare le quotazioni del povero Hysaj, eroe antifa del giorno.

«È sempre un onore e un privilegio incontrare il presidente Berlusconi», scrive santo Gigione nostro mostrandosi addivanato in Sardegna di fianco al cavaliere nazionale. Tutta un’altra shitstorm, messaggio questa volta chiarissimo, insulti questa volta irriferibili. Eppure, ferocemente, visceralmente, sinceramente trasversali.

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