Non solo Caivano. Serve un fronte costituente per rilanciare il Sud Italia

Lavoro, immigrazione, ripresa economica da non mollare, politiche sociali e autonomia. Idee e persone per affrontare in modo efficace la questione meridionale. Rassegna ragionata dal web

La premier Giorgia Meloni durante la conferenza stampa al Parco Verde di Caivano, lo scorso 31 agosto (foto Ansa)

Sul sito di Tgcom 24 si scrive: «Secondo Occhiuto, apre a diverse possibilità: “Molte famiglie si sono offerte di accogliere minori non accompagnati e forse li integrerebbero meglio di tante cooperative pagate dallo Stato. Un ruolo importante può essere svolto anche da disoccupati che diventano imprenditori dell’accoglienza, in una regione che deve convivere con questo problema e trasformarlo in un’opportunità. Fa bene il governo a tentare di arginare i flussi ma io vorrei che la politica avesse la maturità di dire che i flussi possono essere arginati ma non arrestati. C’è una parte del mondo in cui ci sono ancora guerre e povertà ed è normale aspettarsi che molte persone scappino. Mi piacerebbe che riuscissimo a governare questo fenomeno trovando il modo di sviluppare una migrazione da domanda che può essere un’occasione per tante imprese e per il nostro tessuto economico”».

L’interessante idea (che forse avrebbe bisogno di essere meglio elaborata) di Occhiuto di trovare un rapporto tra i problemi del lavoro al Sud e quelli dell’immigrazione, fa parte di un’ampia riflessione del centrodestra sulle questioni del Meridione (dal Ponte di Messina agli interventi di Giuseppe Valditara di potenziamento del sistema scolastico del Sud) che andrebbe inquadrata in una visione più sistemica.

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Sulla lavoce.info Luca Bianchi e Carmelo Petraglia scrivono: «Questa volta, il Mezzogiorno ha agganciato la ripresa nazionale, a differenza di altre fasi, quando il Sud aveva mostrato più difficoltà a ripartire ai ritmi del Nord. A mostrarlo sono le anticipazioni del Rapporto Svimez 2023 sull’economia e la società del Mezzogiorno (che sarà pubblicato il prossimo novembre). Ne riprendiamo qui le principali evidenze macroregionali su andamento di Pil e occupazione nel 2021-2022 e previsioni economiche per il 2023-2025. La novità di una ripresa allineata tra Sud e Nord sconta l’eccezionalità del contesto post-Covid per il tenore straordinariamente espansivo delle politiche e la peculiare composizione settoriale della ripresa (costruzioni e servizi). Due elementi che tenderanno a esaurirsi. Ci troviamo dunque di fronte a un passaggio nel quale le politiche dovrebbero puntare a radicare e consolidare tale tendenza».

Bianchi e Petraglia sottolineano come oggi vi siano alcune condizioni che consentono di affrontare in modo più efficace la questione meridionale.

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Su First online Nunzio Ingiusto scrive: «Sulla solidarietà e sui programmi di reinserimento sociale ed economico, nel Parco di Caivano degradato si proietta anche l’azione di persone positive. Bruno Mazza, ex spacciatore ed ex detenuto ha fondato l’associazione “Un’infanzia da vivere” ed è tra i più attivi a contrastare devianze e abbandoni scolastici. Cerca imprenditori, artigiani, luoghi di impegno e parla con le istituzioni “perché”, ha raccontato, “quando siamo arrivati qui dovevamo vivere la noia”. Chi aveva progettato questi luoghi si era dimenticato degli esseri umani? E la domanda ritorna potente oggi: perché mobilitarsi solo davanti a misfatti che affliggono l’Italia intera? La premier ha assicurato l’impegno e le risorse economiche da parte di tutto il governo. “Ma noi”, ha detto di recente Carlo Borgomeo già presidente della Fondazione con il Sud, “dobbiamo denunciarla una realtà così, denunciarla ed evitare che vada sotto i riflettori solo quando si verificano fatti di cronaca così drammatici”. La Fondazione ha dedicato uno studio socio-economico al Parco Verde cui è sfuggito poco o nulla. Ed ha ancora ragione Borgomeo che nel suo libro Il capitale che serve scrive che dopo 70 anni dall’Unità d’Italia è arrivato il momento di fare politiche con il Sud e non più per il Sud. La faccia conta, le azioni molto di più».

Accanto al peronismo cinquestellato (in parte notevole assorbito da Maurizio Landini) c’è anche un approccio come quello di Borgomeo, esponente di una scuola Cisl assai più concreta e utile per aiutare un rilancio del Sud.

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Su Formiche Angelo Lucarella scrive: «Quanto a De Luca, poi, la chiara fama di anti-Schlein porterà il rapporto politico tra la segreteria e il leader regionale a incriccarsi maggiormente in vista delle europee. Sorge quindi una riflessione: posto che De Luca ha il suo bacino elettorale consolidato in Campania e visto che il Movimento 5 stelle ha surrogato il voto nazionale Pd in questi territori, la segreteria Schlein non potrà che optare per offrirgli le europee in formula certe (ma difatti giungendo a un cambio di linea politica indirettamente) oppure rinunciare ad essere determinante in Campania in vista di una ipotetica compensazione volta a non sostenere De Luca per la questione “terzo mandato”».

De Luca ha avuto un incontro, come al solito non privo di polemiche ma costruttivo, con Giorgia Meloni. Il presidente della Regione Campania ha poi un dialogo ininterrotto e positivo con Luca Zaia sui temi dell’autonomia regionale. Oggi il centrodestra al governo deve i fare i conti non solo con scelte politiche che spettano alla maggioranza, ma anche con questioni di rilievo costituzionale, come quella delle autonomie regionali, che hanno anche particolare rilevanza sulla tenuta dell’unità nazionale e che richiederebbero dunque convergenze con aree politiche molto ampie. L’orientamento tendenzialmente peronista del trio SchleinConteLandini (oggi spesso sostenuto dal goffo Carlo Calenda) non aiuta queste convergenze, Matteo Renzi non basta ad ampliare seriamente il sostegno a interventi su autonomie regionali e rilancio della questione meridionale. Diventano così preziose forze di sinistra come quelle rappresentate da Vincenzo De Luca e da tanti esponenti della Cisl, che potrebbero aiutare a formare un vero e proprio solido fronte costituente.

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