
Cairo acquista la «patata bollente» La7. «Margini di crescita enormi per la parte commerciale»
Affare fatto tra Telecom Italia e Urbano Cairo. A dare l’annuncio è stato un giornalista che può tirare un sospiro di sollievo: Gad Lerner. Il conduttore di Zeta, insieme a Michele Santoro e Enrico Mentana può dormire sonni tranquilli, almeno per i prossimi due anni, anche se la Consob ha aperto un’inchiesta proprio sul tweet che il giornalista presentatore ha pubblicato ieri: «È fatta. Telecom cede La7 a Urbano Cairo».
UNA SCELTA AZZECCATA. «Una patata bollente»: così l’imprenditore della comunicazione e presidente del Torino calcio ha definito La7. Non ha tutti i torti se si guardano i dati: l’emittente televisiva perde mediamente 100 milioni di euro l’anno, ma la forza di Cairo sta nel piano industriale in grado di rilanciare l’azienda. «Non poteva cadere in mani migliori» dicono alcuni responsabili della Cairo, contattati da tempi.it. «Abbiamo dei margini di crescita enormi per la parte commerciale. Fino ad ora, come concessionaria pubblicitaria eravamo legati a causa di una linea editoriale molto decisa e un po’ snob, non potevamo quindi promuovere delle strategie particolari come Sky, con ottimi risultati».
QUALCHE TAGLIO CI SARÀ. Per quanto riguarda la linea editoriale, non si prevedono grossi cambiamenti: i big dovrebbero essere confermati, anche se «per tagliare i costi qualche modifica al palinsesto dovrà essere fatta: ci sono trasmissioni che rendono poco e non convengono affatto, altre invece che raggiungono ascolti interessanti e con alte probabilità resteranno». Urbano Cairo rileva una realtà indebitata fino al collo, ma che con l’accordo messo in atto ieri prende un po’ di respiro. Telecom, nella cessione della quota di partecipazione, dovrà ricapitalizzare l’azienda fino al raggiungimento di 88 milioni di euro di posizione finanziaria netta e aumentare il patrimonio verso quota 138 milioni. Inoltre, l’accordo prevede che Telecom rinunci a 100 milioni di euro di crediti finanziari che vanta nei confronti di TiMedia (società che detiene il pacchetto azionario di La7). Nella galassia Telecom rimarrà la banda utilizzata dal canale e Cairo dovrà pagare l’affitto annuale.
NON SI SPECULA. Cairo non potrà rivendere La7 nei prossimi 24 mesi e dalla sua azienda smentiscono all’unanimità che l’operazione possa avere scopo speculativo. La sfida è trasformare un’azienda in perdita in una realtà in grado di generare ricchezza. Secondo ItaliaOggi Cairo potrebbe risparmiare 60 milioni di euro senza «intaccare troppo i delicati equilibri propri di un canale tv».
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2 commenti
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E se dietro Cairo ci fosse proprio “Il Cairo”, vale a dire i Fratelli Mussulmani? Certo, uno può anche, come me, chiamarsi Guerra e non aver mai fatto, causa diabete, il servizio militare. Ma certe omonimie non sembrano casuali: se uno si chiama Cairo, “a orecchio” qualche antenato egiziano ce lo dovrebbe avere…
Seguendo la sua logica caro Guerra, che dovremmo dire di Woodcock?