
Cairo: 12 copti uccisi dai tank? “Sì, ma non è colpa dell’esercito”
Il 9 ottobre al Cairo, davanti alla sede della televisione di Stato, 27 cristiani copti sono rimasti uccisi, oltre 329 persone ferite, ma l’esercito non ha alcuna responsabilità, neanche per le 12 persone che sono rimaste schiacciate sotto i cingoli dei carri armati. E’ quanto ha stabilito il Consiglio nazionale egiziano per i diritti umani (Nchr), commissione istituita dal Consiglio supremo delle forze armate, il maggiore indiziato in questione – incaricato di verificare e stabilire la verità sugli incidenti del Cairo e che nei giorni scorsi ha presentato un rapporto ufficiale di 14 pagine.
«Il rapporto assolve l’esercito dall’accusa di aver sparato sulla folla, però non porta prove» spiega Naguib Gabriel, capo dell’Unione egiziana delle organizzazioni per i diritti umani. Secondo il Nchr a sparare sui cristiani sono stati dei non meglio identificati civili: «Non abbiamo potuto appurare l’identità degli aggressori, ma li abbiamo descritti nel rapporto come civili perché erano vestiti come normali cittadini» spiega un membro del Nchr durante la conferenza stampa. Però, protestano le Ong egiziane, questo non può essere affermato senza «investigare davvero su quanto avvenuto: chi dice che non fossero militari in abiti civili?».
Nel rapporto, inoltre, sono presenti alcune contraddzioni: la manifestazione dei copti viene definita “pacifica”, anche se a pagina 3 e 14 si parla di pietre e coltelli che molti manifestanti avrebbero portato con sé. Un vescovo copto ortodosso ha dichiarato: «Mi importa solo quello che il rapporto chiarisce, cioè che i dimostranti non avevano armi. Credo che avrebbero dovuto meritare la protezione dell’esercito, invece l’esercito li ha attaccati». A far dubitare della sincerità della verità stabilita dalla commissione governativa è la conferma che 12 copti sono stati schiacciati dai carri armati, e la contemporanea affermazione che la responsabilità non è dell’esercito perché i veicoli servivano solo a disperdere i manifestanti. Purtroppo, però, andavano troppo veloci in mezzo alla folla. Errori, dunque, ma involontari.
E per quanto riguarda la tv di Stato, che ha incitato a dare la caccia ai copti, il rapporto parla di “errori professionali” e non di crimini di incitamento contro i cristiani. In seguito alle proteste di tantissime persone, per la lacunosità e la mancanza di scientificità del rapporto, il giudice Amir Ramzi, membro della Commissione nazionale di giustizia, ha assicurato che settimana prossima presenterà un nuovo rapporto suffragato da testimonianze video e audio.
0 commenti
Non ci sono ancora commenti.
I commenti sono aperti solo per gli utenti registrati. Abbonati subito per commentare!