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Non c’è nessuna esperienza politica nel mondo contemporaneo che descriva le tendenze autolesioniste della sinistra progressista come il lungo governo di Justin Trudeau in Canada, una storia d’insuccesso durata nove anni e finita nel disdoro fra dimissioni polemiche nel governo, mozioni di sfiducia, tumulti interni ai liberali e insulti vari. La sua è una vicenda esemplare, un saggio del nostro tempo.
Ci sono molti attori e circostanze che hanno contribuito alla caduta del primo ministro, ma in ultima analisi il responsabile della fine di Trudeau è Trudeau stesso. Non sono stati i suoi avversari politici a farlo fuori. È stato il suo protagonismo, sono stati i suoi modi moralizzatori, è stata la crescente disconnessione della sua agenda progressista dalla realtà, è stata la sicumera con cui ha dato lezioni al mondo intero mentre il paese s’indebitava e gettava risorse in politiche woke e corsi Dei. È stata la smisurata ambizione di fare del Canada un laboratorio ultraprogressista, nell...
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