C’è solo un ‘rischio educativo’ che val la pena di conoscere

Alcuni anni fa stavo pranzando col vicepresidente per gli affari economici di una famosa Università cattolica negli Usa. Si trattava di un sacerdote di un ordine religioso dedito principalmente all’educazione. Mi disse: «Sto per dirle due cose che la sorprenderanno». La prima riguardava la quantità di denaro a disposizione dell’università. Era eccezionalmente abbondante. «A questo punto, potremmo fare letteralmente qualunque cosa senza problemi finanziari». La seconda cosa riguardava l’assoluta povertà di idee su quel che si doveva fare per offrire un’educazione che riflettesse la matura specificamente cattolica dell’università. «Non abbiamo veramente nuove idee. Il mio ordine si sta estinguendo. L’università è l’unica cosa ben riuscita che stiamo facendo, e tuttavia non sappiamo cosa fare». Mi chiese consiglio. Lo avvisai che ero stato cacciato da ogni posto di rilievo che avevo occupato nell’ambito dell’educazione, a causa del fatto che le mie idee erano considerate troppo forti e radicali. «è proprio per questo che mi rivolgo a lei. So che lei è di Comunione e Liberazione, e so del successo che il movimento ha con gli universitari, perciò spero che possa darmi qualche idea». Volevo dirgli di darmi tutti i soldi che aveva, e che ci avrei pensato io a progettare qualcosa, ma vinsi la tentazione e gli dissi: «Trovi un gruppo di persone che condivide la sua preoccupazione. Includa degli studenti. Diventate amici e leggete e giudicate insieme il libro Il Rischio educativo di don Luigi Giussani».
Recentemente due studenti del movimento che studiano in una delle più prestigiose università degli Usa (un’università privata non cattolica) sono stati avvicinati dal cappellano cattolico, l’uomo indicato dall’arcidiocesi come il rappresentante della Chiesa cattolica presso il campus. So che è un uomo molto brillante e membro di una congregazione religiosa che ha una vasta esperienza nel campo dell’educazione nella Chiesa cattolica. E tuttavia sollecitava l’aiuto di questi studenti per aiutarlo a capire cosa doveva fare perché il suo apostolato universitario fosse fruttuoso. «Gli studenti vengono da noi e nel campus ci sono molti gruppi ed associazioni cattolici», spiegò. «Però il loro orizzonte è troppo limitato. Manca loro una visione complessiva del rapporto fra educazione, fede e cultura». Tuttavia il nostro piccolo gruppo lì presente sembrava avere quello che quest’uomo cercava. Gli studenti vennero da me per avere un consiglio. Così dissi loro: «Dite a quest’uomo di mettere insieme un gruppo di amici che condivide la sua preoccupazione, che vi includa nel gruppo, e leggete e studiate insieme Il Rischio educativo di don Luigi Giussani».
Giorni fa il vicepresidente ed il decano di un’università cattolica del Midwest sono venuti a trovarmi. La loro università sta attraversando un periodo di crescita, e volevano scrivere una nuova “dichiarazione di mission” che riassumesse la filosofia educativa, per così dire, dell’università. Questa università è famosa per essere riuscita a mantenere una chiara identità cattolica mentre molte altre hanno perso tutto nella rincorsa con le università secolari. E pur tuttavia, diversamente dalle nuove università fondate per enfatizzare l’ortodossia e la fedeltà al Magistero, questa università ha dietro di sé una tradizione educativa che precede di molto la crisi dell’educazione cattolica. Non è un’istituzione “reazionaria”, Ha veramente una tradizione da proporre. Eppure ecco che due sue importanti figure ci chiedevano cosa dovevano fare per essere un luogo di incontro fra la tradizione intellettuale cattolica e la cultura moderna. Non credo di dovervi dire perché sono venuti da me e che consiglio ho dato loro. Anche qui negli Stati Uniti Il Rischio educativo è probabilmente il più importante libro cattolico che sia stato pubblicato da molto tempo a questa parte.

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