
«Il burqa è un’arma jihadista e non c’entra con l’islam». Parola di imam inglese, che raccoglie firme per proibirlo
«La moda crescente fra le giovani musulmane inglesi di portare il burqa (contrariamente alle loro madri, che non lo portano) è uno degli sviluppi più sinistri dei nostri tempi». Ne è convinto Taj Hargey, imam della Congregazione islamica e del Centro di educazione di Oxford, che ha lanciato una petizione per raccogliere 100 mila firme necessarie a far discutere in Parlamento di un eventuale divieto di girare con il volto coperto. Un’iniziativa nuova, perché «è la prima volta che viene condotta dai musulmani», ha chiarito Hargey sul Daily Mail.
LA RELIGIONE NON C’ENTRA. Oltre a farne una questione di sicurezza le argomentazioni dell’imam svelano l’inganno di chi «finge che questo sia un simbolo del multiculturalismo, della diversità e della filosofia della tolleranza della nostra società». Questa convinzione «è completamente sbagliata», infatti «il burqa è un arcaico e tribale pezzo di stoffa usato ansiosamente dai fanatici fondamentalisti».
Rifacendosi al ricorso, poi perso, della pakistana francese alla Corte europea dei diritti dell’uomo, che chiedeva di poter portare il velo integrale per motivi religiosi, Hargey ha spiegato che «non c’è nessun obbligo religioso che imponga ai musulmani di portare il burqa», e che non è nemmeno «una peculiarità della cultura pakistana, dove il 90 per cento delle donne non lo indossa». Da dove arriva quindi questa usanza? «È un costume che ha origine nell’antica Persia e a Bisanzio più di mille anni prima della nascita dell’islam. Fu voluto dai maschi aristocratici per una ragione sociale di snobismo e non religiosa, dal momento che non volevano che le loro donne, mogli, figlie, sorelle o madri fossero viste dai contadini». Nonostante questo, parte del clero islamico oggi sostiene che il burqa sia necessario, sulla base della credenza che le mogli del profeta Maometto si coprissero il volto in pubblico. L’imam però ha sottolineato che ciò non è riportato dal Corano, ma solo in alcuni hadith, testi «riuniti 250 anni dopo la morte del profeta».
«BURQA ARMA JIHADISTA». Ma, «teologia a parte», il burqa «minaccia la coesione sociale inibendo l’effettiva interazione tra i musulmani e i non musulmani nell’arena pubblica». Di più, perché sarebbe anche «un vero affronto alla parità di genere», tanto sbandierata dalla Gran Bretagna. Ricordando che qualunque uomo che si copra la faccia verrebbe subito arrestato, Hargey ha sottolineato che «in questo caso le femministe dovrebbero chiedere che gli uomini e le donne vengano trattati allo stesso modo. O tutti hanno il diritto di coprirsi la faccia oppure nessuno ce l’ha». Anche perché il burqa mette a repentaglio «la salute delle donne, che non sono mai esposte alla luce del sole», come rivela «uno studio recente sulle donne degli emirati Arabi».
Inoltre, chi vuole nascondano il loro volto «parla di libertà di scelta, ma non è a loro che viene data la libertà bensì agli uomini che impongono la loro volontà». E questo non è progresso, ma imprigionamento. Il burqa è solo «un’altra arma nell’arsenale misogino dei jihadisti, così come i matrimoni forzati, le mutilazioni genitali femminili e le discriminazioni sessiste». Perciò Hargey ribadisce che «tollerandolo stiamo permettendo a una nuova forma di apartheid femminile di crescere fra di noi».
NON È ISLAMOFOBIA. Ma le «implicazioni sono enormi anche per la pubblica sicurezza, dopo diversi casi di terroristi e criminali che hanno usato il burqa per evadere la detenzione». Tutti gli inglesi, dunque, si dovrebbero opporre all’uso del velo integrale, perché invece che portare tolleranza, «imprigiona le donne, minaccia l’armonia sociale, alimenta il sospetto, ha gravi implicazioni sulla salute e mette pesantemente a rischio la sicurezza». Inoltre, questo modo di vestirsi non avrebbe «nulla a che fare con l’islam, ma è una moda culturale imposta dall’Arabia Saudita e dalle frange arretrate del mondo islamico». Musulmani e non, quindi, hanno il dovere di «sfidare i fondamentalisti religiosi che hanno cinicamente sfruttato le tradizioni inglesi di tolleranza e libertà individuale per imporre la loro agenda faziosa e completamente importata dal Medio Oriente arabo».
La colpa è anche dei politici che «nonostante la preoccupazione crescente dei cittadini», si «sono rifiutati di prendere posizione» a causa della «paura di essere accusati di “islamofobia” dai militanti fondamentalisti. Beh, sarebbe ora di mettere i bisogni della società inglese davanti a quelli delle rimostranze costruite ad hoc dai fondamentalisti, il cui scopo è di rimpiazzare la nostra democrazia liberale con la teocrazia totalitaria, che usa il burqa come un’arma».
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6 commenti
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Meno male che il mondo islamico mostra grazie a queste persone anche un volto tollerante e rispettoso.. L’Inghilterra come molti paesi del nord europa si sta lentamente piegando a questa dittatura che sfrutta le armi della democrazie e del pluralismo per imporsi a casa degli altri.. E le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti.. Ragazze europee stuprate dagli islamici perché”troppo emancipate” chiese bruciate cristiani ed ebrei intimiditi leggi cambiate ad hoc per assecondare l’islam.. E chiunque si opponga viene bollato come razzista.. Beh svegliamoci l’Europa è il continente dove é nata la democrazia e le libertà i diritti civili tanto faticosamente conquistati e ora minacciati da questa invasione silenziosa.. Non possiamo accettarlo..
Menomale che il mondo islamico mostra grazie a queste persone anche un volto tollerante e rispettoso.. L’Inghilterra come molti paesi del nord europa si sta lentamente piegando a questa dittatura che sfrutta le armi della democrazie e del pluralismo per imporsi a casa degli altri.. E le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti.. Ragazze europee stuprate dagli islamici perché”troppo emancipate” chiese bruciate cristiani ed ebrei intimiditi leggi cambiate ad hoc per assecondare l’islam.. E chiunque si opponga viene bollato come razzista.. Beh svegliamici l’Europa è il continente dove é nata la democrazia e le libertà i diritti civili tanto faticosamente conquistati e ora minacciati da questa invasione silenziosa.. Non possiamo accettarlo..
Incredibile, un’Iman che rimprovera giustamente il mondo politico inglese di essere troppo indulgente nei confronti dell’islamismo dilagante,,,,,povera inghilterra e rispetto per l’Imam in questione !
Ben venga l’iniziativa, ma rimango molto scettico.
L’obbligo di velarsi riviene direttamente dal Corano:
“E di’ alle credenti di abbassare i loro sguardi ed essere caste e di non mostrare, dei loro ornamenti, se non quello che appare; di lasciar scendere il loro velo fin sul petto e non mostrare i loro ornamenti ad altri che ai loro mariti, ai loro padri, ai padri dei loro mariti, ai loro figli, ai figli dei loro mariti, ai loro fratelli, ai figli dei loro fratelli, ai figli delle loro sorelle, alle loro donne, alle schiave che possiedono, ai servi maschi che non hanno desiderio, ai ragazzi impuberi che non hanno interesse per le parti nascoste delle donne. E non battano i piedi sì da mostrare gli ornamenti che celano.” (Sura 24:31)
“O Profeta, di’ alle tue spose, alle tue figlie e alle donne dei credenti di coprirsi dei loro veli, così da essere riconosciute e non essere molestate . Allah e’ perdonatore, misericordioso” (Sura 33:59)
Tant’è che vi sono numerosi autorevoli imam che hanno confermato l’obbligo di velarsi per le donne, appunto perchè il Corano è direttamente la legge di Dio.
Il punto è sempre uno e uno solo: nell’islam non c’è un’autorità suprema (come il Papa) che possa decidere cosa è o non è islam.
Quindi l’unico ‘faro’ per il credente islamico rimane il Corano, con tutto ciò che questo comporta.
Come dici “da essere riconosciute”. E come dovrebbbero riconoscersi tra loro con un burqa che lascia scoperti solo gli occhi e a volte neanche quelli? Mi sa che non parla del burqa ma di hijab, chador e fulard vari.