
Burkina Faso sotto i colpi del jihad: cristiani trucidati in chiesa in tutto il paese

Un commando di jihadisti ha fatto irruzione in una chiesa protestante domenica, durante la funzione, uccidendo cinque cristiani, inclusi il pastore e due suoi figli. L’attentato, come riporta la Bbc, è avvenuto nella piccola città di Silgadji, vicino a Djibo, la capitale della provincia settentrionale di Soum.
Il numero di attacchi da parte di terroristi islamici nel paese dell’Africa occidentale è aumentato esponenzialmente negli ultimi anni. Secondo l’Armed Conflict Location & Event Data Project (Acled), Al Qaeda, Stato islamico e il gruppo locale Ansarul Islam ne hanno effettuati almeno 12 nel 2016, 33 nel 2017 e 158 nel 2018. Dal 2015, almeno 350 persone sono morte nelle violenze.
CHIESE E SCUOLE SOTTO ATTACCO
Solo pochi giorni prima dell’attentato alla chiesa, venerdì, un gruppo di jihadisti ha attaccato il villaggio orientale di Maitaougou, uccidendo sei persone, tra le quali cinque insegnanti e un dipendente del Comune.
Il 5 aprile, presso un villaggio della diocesi settentrionale di Dori, durante la celebrazione della Via Crucis alcuni uomini armati sono entrati nella chiesa cattolica e dopo aver separato gli uomini dalle donne e dai bambini hanno ucciso quattro fedeli che avevano tentato la fuga. Come dichiarato a Fides dal vescovo Laurent Dabiré, «prima di andarsene i banditi hanno saccheggiato il villaggio». Solo tra il 31 marzo e il 2 aprile almeno 62 persone hanno perso la vita nei pressi di Arbinda, nel nord del paese, in un attacco jihadista.
NOTIZIE FALSE SUL SACERDOTE RAPITO
Il 17 marzo inoltre è stato rapito il parroco di Djibo, don Joel Yougbaré, e da allora non si sa nulla delle sue condizioni. Ieri sui social network è uscita la notizia del presunto ritrovamento del suo corpo, impiccato a un albero. Sempre secondo il vescovo, però, la notizia è falsa: «Si tratta di una notizia diffusa sui social media e poi ripresa da alcuni organi di stampa. Si indicava un luogo dove si sarebbe trovato il corpo impiccato di don Joël. Abbiamo effettuato delle ricerche nel luogo indicato ma non abbiamo trovato nulla. Non sappiamo chi ha diffuso questa notizia e perché».
LA CRISI DEL SAHEL INVESTE IL BURKINA FASO
La guerra che coinvolge il Sahel e che fino a pochi anni fa ha riguardato soprattutto il Mali, si è estesa al confinate Burkina Faso a partire dal 2015. Dapprima gli attacchi hanno coinvolto quasi esclusivamente il nord del paese e sono stati condotti da Ansarul Islam, il cui leader Malam Ibrahim Dicko, predicatore islamico, era diventato famoso per aver messo in discussione l’ordine sociale e religioso vigente nel nord.
Il gruppo jihadista, che usa il Mali come base logistica, ha approfittato dello scontento della popolazione verso il governo statale (accusato di non sviluppare dal punto di vista economico e infrastrutturale l’area) e della debolezza dello Stato. L’insurrezione, cominciata nel nord, si è rapidamente estesa anche alla parte orientale del paese. Uno degli obiettivi dei terroristi islamici, secondo gli analisti di Crisis Group, sarebbe quello di estendere gli attacchi a tutto il paese per distrarre le forze anti-terrorismo francesi presenti nel Sahel e mettere in difficoltà la forza militare congiunta G5 Sahel. A farne le spese sono ancora una volta i cristiani, che sempre più spesso vengono presi di mira da gruppi jihadisti per garantirsi maggiore eco in tutto il mondo.
Foto Ansa
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