
Bucarest. Secondo no secco (e bipartisan) alle unioni civili: le chiede l’Europa, la Romania respinge
La Romania non introdurrà nel suo ordinamento le unioni civili nonostante l'”incoraggiamento” dell’Unione Europea. Tutto è cominciato all’inizio di marzo quando l’inter-gruppo dei diritti Lgbt del parlamento europeo ha inviato alle camere rumene una lettera firmata da Michael Chasman e da Urlike Lunacek, in cui si chiedeva l’adeguamento alla legislazione di altri paesi europei.
Ma la commissione Giustizia della Camera ha respinto il conseguente disegno di legge, che era già stato bocciato anche dal Senato con una maggioranza di 105 voti contro 2.
IL DDL E L’OPPOSIZIONE. Il padre del testo, Remus Cernea, noto per il suo laicismo, aveva presentato la norma parlando di non discriminazione delle coppie «eterosessuali e omosessuali», per «ottenere diritti all’eredità, all’assicurazione medica del compagno e della proprietà».
Diverse associazioni hanno però inviato al parlamento delle note in cui emergeva che, in quanto a diritti, le coppie di fatto godono già di quelli citati nel testo e che il riconoscimento civile delle convivenze avrebbe avuto solo l’effetto di indebolire l’istituzione matrimoniale. Contro la norma si sono battuti insieme socialisti e democristiani. Daniel Florea, membro del Partito socialista democratico, ha spiegato così alla tv nazionale quella che ritiene essere la reale intenzione del movimento Lgbt: «La loro preferenza è per il loro business».
ABBIAMO GIÀ AVUTO IL COMUNISMO. Diana Tusha, del Partito democratico cristiano nazionale dei contadini, ha dichiarato: «Il tentativo di legiferare sulle unioni civili serve a dimostrare che è sufficiente adottare una serie di leggi che mirano a cambiare la testa delle persone, introducendo l’idea che sia possibile ridisegnare gli ideali e i valori umani secondo la propria volontà». Tusha ha poi aggiunto: «Penso che ne abbiamo già avuto abbastanza della dannosa esperienza di cinquant’anni di comunismo, in cui le leggi ci furono imposte forzatamente, senza riguardo per l’identità rumena. Non c’è bisogno di traumatizzare altre generazioni in nome di qualche progresso illusorio portato avanti attraverso ricette straniere (è il marxismo culturale rappresentato dal signor Cernea). Così si promuove la distruzione della famiglia e si decostruisce la condotta umana, eliminando i pilastri necessari al suo compimento».
Articoli correlati
27 commenti
I commenti sono chiusi.
I commenti sono aperti solo per gli utenti registrati. Abbonati subito per commentare!
bravissima diana tusha. le sue parole riportare a fine articolo dicono se non tutto quasi tutto.
L’approvazione per fortuna scongiurata delle “unioni civili” con gli stessi diritti del matrimonio sarebbe ingiusta perché di fatto rappresenterebbe una alternativa “low cost” che in poco tempo farebbe definitivamente fuori il matrimonio, istituzione che per sua natura richiede certi “doveri”…
Ma se i cattolici che a sentir voi sono la maggioranza e sono convinti della superiorità morale del matrimonio per coerenza dovrebbero continuare a sposarsi e lasciare a noi eretici la convivenza.
Sono completamente d’accordo con bifocale e secondo me ê Michele a sbagliarsi: il comunismo era si uguagliante ma certamente in senso negativo e come dice bifocale se ne vedono ancora molto gli effetti…..non è un caso che i popoli di quella’ex area geo.politica abbiano introiettata una maggior rigidità nei confronti di alcune tematiche quali per esempio le llibertà individuali. Ciao
A
Naturalmente tutte le persone capaci di ragionare capiscono benissimo che questa opposizione ai valori dell’uguaglianza e della non discriminazione, che sono fondanti nell’Unione Europea, sono esattamente il risultato (sub)culturale della dannosa esperienza di cinquant’anni di comunismo sovietico.
Ti sbagli, il comunismo sovietico era quanto di più uguagliante esistente al mondo!. Fa bene la Romania a controbattere alla UE. l’ideologia gender è una falsa uguaglianza, laddove, invece, la natura presenta delle oggettive differenze.
Eh no caro Michele il comunismo sovietico non era uguagliante, era appiattente, omologante, tutti dovevano pensare, vivere ed essere secondo un solo ed unico ‘modello’ nel quale ovviamente non vi era posto per le diversità che esistono nella popolazione ma solo l’ottusa rigidità mentale del Pensiero Unico, un solo ed esclusivo modello rigorosamente eterosessista al quale da queste pagine ci viene quotidianamente ricordato dovrebbero derivare tutti i diritti: a chi non rientra nel modello e non si omologa dovrebbero essere negati pari dignità, status sociale e diritti (vedasi gli ‘applausi’ alla Romania per continuare a discriminare contro le coppie dello stesso sesso).
Caro Michele hai perfettamente ragione. Si tratta di un marxismo depurato dall’elemento rivoluzionario comunista.
Inoltre sulla buona fede di certe affermazioni mi permetto di farti osservare, dalle discussioni qui improntate, l’elasticità di visione assunta nel giudicare la Cina: questo è un paese totalitario che presenta delle aperture all’ideologia in argomento. Ciò consente ad alcuni elementi di spicco nelle discussioni su questo sito, a riservare alla Cina un giudizio più tenero . Deduco che se nel comunismo sovietico fosse stato garantito un tipo di matrimonio per ogni tipo di gender partorito dalla loro mente si sarebbe perdonato l’intero stalinismo.
Ammetto la mia ignoranza, spiegamela tu o dimmi dove la posso trovare
OK ci sono arrivata… la moneta buona ecc. Non mi ricordavo il nome di gresham. Il fatto è che prima di tutto li si parla di economia e qui di diritti civili. Poi c’è il pregiudizio di fondo che il matrimonio è intrinsecamente buono….il che non è necessariamente vero
Ammetto che la legge di Gresham, per chi mastica poco di economia e se la deve cercare su wikipedia, apparentemente ha poca attinenza col problema in esame, tuttavia, per chi ha dimestichezza con certi concetti e certe strutture logiche non è propriamente così.
Semplificando il più possibile cerco di spiegarmi:
come in un sistema monetario bimetallico (mettiamo oro e argento) la gente tende ad accumulare la moneta che ha più valore (oro) e pertanto finiscono per circolare solo le monete di minor valore (argento), così se in un ordinamento giuridico vigono due istituti che offrono gli stessi diritti con doveri differenti, ecco che logicamente nella popolazione si verificherà automaticamente la tendenza ad accantonare il matrimonio (più impegnativo e più stabile in modo da garantire la prole e il soggetto debole della coppia) preferendo la convivenza (meno impegnativa e meno stabile ma con diritti assimilati al matrimonio).
Ora lo capisci perché l’introduzione di privilegi per le coppie di fatto disincentiva il matrimonio?
OK la legge la conoscevo anche se in modo superficiale E’ che non la associavo al nome. Apparentemente è logico il paragone ma allora tu stesso ammetti che la convivenza è comunque più attraente per la maggior parte delle coppie comprese quelle cattoliche, cosa che in realtà non sarebbe coerente con quanto sostengono in generale i conservatori e in particolare i cattolici.
E’ più attraente per i superficiali, che desiderano vivere alla giornata, che non credono in un serio impegno verso le persone che hanno vicino. Che non hanno la sensibilità dei danni che possono arrecare ai più deboli, magari propinando ricette facili come aborto ed eutanasia. Quelli che seguono l’impulso del “se mi va”.
I giocherelloni… !
E però è troppo facile dire questo e cioè che questa sarebbe a torto o a ragione la maggioranza e poi sostenere che invece i cattolici sono mossi da sani principi e si impegnano nel matrimonio perché chiunque capirebbe che antropologicamente è giusto. Se siete così convinti e rappresentate la maggioranza delle persone di buon senso non dovreste essere attratti dalla convivenza. Ergo una regolamentazione delle coppie di fatto non dovrebbe rappresentare una minaccia per il matrimonio.
Filomena,
non si può essere cattolici e nello stesso tempo proclamarsi a favore delle allegre visioni a cui ho fatto riferimento nel mio post. So benissimo che esistono persone che sostengono tale possibilità, ma è una posizione schizofrenica. Significa crearsi una visione allegra della propria religione, cucita addosso a proprio uso e consumo ( confermandosi i soliti … giocherelloni).
Sull’esortazione …. “ e lasciare a noi eretici la convivenza” riportata alcuni post sotto, mi confermi che aldilà della tua dichiarata propensione al dialogo, in effetti non ascolti e non ti interessa minimamente l’argomentazione del tuo interlocutore. Il post di Giannino Stoppani, tra le cose importanti che dice, accenna alla tutela “della prole e il soggetto debole della coppia”. Queste “cosette” sembrano scivolarti addosso con la massima indifferenza …. Noncuranza bene espressa nell’egoistico “ lasciare a noi eretici la convivenza”.
Forse bisognerebbe chiarire maggiormente il fatto che regolamentare le coppie di fatto non serve solo I gay ma anche agli eterosessuali che non vogliono sposarsi e che questo in nessun modo limitirebbe la libera scelta di chi desidera porsi i vincoli del matrimonio. Non si capisce perché la regolamentazione delle coppie di fatto indebolirebbe il matrimonio e tanto meno perché rapprenterebbe una volontà imposta dai gay, probabilmente loro preferirebbero potersi sposare mentre gli etero che già lo possono fare vorrebbero avere la possibilità di accedere ad un istituto meno vincolante ma che garantisse loro un minimo di tutela da parte dello stato.
“Non si capisce perché la regolamentazione delle coppie di fatto indebolirebbe il matrimonio”.
Non lo capisci perché non conosci la legge di Gresham.
giannino sei il solito casinista!! Non era Gresham, ti confondi col russo pochitvoski
Mancano nella politica delle persone che possano essere prese come vero e sicuro punto di riferimento… Probabilmente la politica e la societa’ odierna non permettono alle persone che amano veramente il prossimo, il loro paese, che vedono la politica come un occasione di servizio umile verso gli altri… Stavo dicendo che non permettono nella stragrande maggioranza dei casi, a queste persone di emergere.
Peggio: quando qualcuno riesce ad emergere, fanno di tutto per “levarlo di torno”. Faccio due esempi. Patrizia Paoletti Tangheroni, che aveva ottenuto l’alta onorificenza vaticana della “Rosa d’Oro”, proprio per l’azione compiuta, nei parlamenti italiano ed europeo, a favore e difesa della vita e della famiglia, poco dopo è stata, come si suol dire, “bruciata”, in una quasi impossibile sfida col candidato locale del centrosinistra per l’elezione a sindaco di Pisa. Dopo la sconfitta, ha ritenuto più utile tornare ad occuparsi, come tecnico-laureato dell’Università di Pisa, dei “suoi” (nel senso che è nata al Cairo) africani. Alfredo Mantovano era arrivato a ricoprire, nei governi di centro-destra, la carica di sottosegretario, anche se di un ministero “sbagliato”, quello degli interni, anzi che la giustizia, dove, come magistrato e autore di molti libri sui problemi della medesima, sarebbe stato più “al suo posto”. Mentre si preparavano le liste, sono successe le cose più strane, intorno alla sua possibile candidatura “di qua o di là”, che lo hanno indotto a tornare a fare il magistrato. Comunque, l’amico non demorde, e continua a scrivere, sulla “Bussola” e nel “Foglietto” di Tempi. E scrive sempre cose sensate, anche dal punto di vista politico. Ma è soprattutto la gente comune che deve, che dobbiamo mobilitarci: un altro bel “Family day” mentre i partiti si preparano, e litigano al loro interno, per la composizione delle liste, forse farebbe rinsavire qualcheduno di loro…
Un’altra batosta per la troika…..viva la Romania !
E questo dimostra che non c’è bisogno di essere proni e di svendere la propria sovranità a quel mostro, fazioso ed ideologico, della UE; comunque sia, con le nuove elezioni europee in avvicinamento a questi signori rimane molto poco tempo per attuare le loro porcate, e questo li fa infuriare: pensavano di avere in mano un continente ed invece…
Il problema dele prossime elezioni europee, per noi italiani, è ormai questo: chi possiamo mandare a Strasburgo, senza il rischio che tradisca all’ultimo momento? Forza Italia – che, nei sondaggi, sembra riscuotere ancora la maggioranza dei consensi nell’area, sociologica prima ancora che politica, definibile “di centro-destra” – sta rotolando sempre di più lungo la china radicaleggiante delle varie Prestigiacomo, Brambilla & C.; e i partiti minori non si sa se nemmeno riusciranno a mandare rappresentanti al parlamento europeo. In ogni caso, alle europee ci sono ancora le preferenze, mi sembra: dobbiamo cercare, anche con un mezzo modesto come questo, di orientarle verso candidati, di qualunque partito, sinceramente e combattivamente “pro vita et familia”; sarebbe un avvertimento per chi pensa di diventare “accettabile” mostrandosi “politicamente corretto”…
l’unica speranza per amicone e i firmatari del suo appello sull’europa modello svizzera sono proprio i paesi dell’est, che hanno conosciuto il centralismo e non lo rivogliono. gli italiani, destra,centro o sinistra sono pieni della sbronza “europa dei popoli, senza frontiere”. gli altri sono gelosi della loro sovranità, noi popolo senza identità, basta che ci lamentiamo. oltre alle prestigiacomo e brambilla io ci metterei pure i rispettabilissimi prodi, napolitano e m. mauro, fautori dell’incremento di sovranità da parte dei governi accentratori di bruxelles-strasburgo, ponti fra germania e francia che se ne fregano dell’italia.
Votare la sinistra? E’ da escludere nel modo più assoluto! Il partito della brambilla? Mi auto-censuro! N.C.D.? Ho la sensazione che si adattano velocemente al ruolo, e alle poltrone, a loro assegnate, mauro più di altri. La lega o qualche partito dello 0,001? Ipotesi da non prendere seriamente in considerazione. E allora? Boh!!!!
Una buona notizia!!! Dalla Romania una risposta democratica al totalitarismo dell’UE