C’è vita prima della morte? Così ci siamo trasformati nella “società delle pantofole”

Di Mauro Zanon
03 Novembre 2022
Nel suo nuovo saggio il filosofo francese Bruckner denuncia il mondo post Covid: «Corpi stantii per una società stantia che mira a mantenere le persone tranquille, a casa, per consegnarle meglio alle rapine cerebrali». Ma una speranza c'è
uomo divano

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Parigi. Era il 1983 quando un giovane filosofo di nome Pascal Bruckner pubblicò Il singhiozzo dell’uomo bianco, pamphlet corrosivo contro una certa borghesia bianca occidentale che, consumata dal senso di colpa, aveva deciso di abbracciare la religione terzomondista, aprendo la strada al politically correct e alla futura cancel culture. Oggi, a distanza di quarant’anni, dopo una vita di crociate intellettuali e di engagements sempre controcorrente, Bruckner continua a essere uno dei più lucidi pensatori francesi in circolazione e a scuotere con le sue riflessioni le anime belle del progressismo.

Il j’accuse di Bruckner contro l’occidente nichilista

Il suo ultimo libro, Le Sacre des pantoufles. Du renoncement au monde (Grasset), è un severo j’accuse contro l’occidente nichilista che ha rinunciato a vivere, tutto smartphone e divano, e si è trasformato nella «civiltà delle pantofole». «Apro le persiane, vedo i barbari che si uccidono, infuriano le tempeste e chiudo le persiane. Da fuori può venire solo il male. L’annidamento è il modo più semplice per sfuggire ai tormenti della storia», scrive Bruckner, sbertucciando l’uomo e la donna contemporanei che osservano la loro decadenza dal divano, connessi con il mondo esterno solo tramite dispositivi.

«La grande domanda religiosa era: c’è vita dopo la morte? La grande domanda delle società secolarizzate è il contrario: c’è vita prima della morte? Corpi stantii per una società stantia che mira a mantenere le persone tranquille, a casa, per consegnarle meglio alle rapine cerebrali. L’emblema della civiltà post-Covid non è né il razzo, né i grattacieli, né i reattori nucleari ma, più umilmente, la poltrona connessa, a metà strada tra la chaise longue e il letto, lo schienale reclinabile con relativi cavi».

Un futuro in cui «la sicurezza conta più della libertà»

Per il titolo del suo libro, Bruckner si è ispirato a una citazione dello scrittore e architetto elvetico Max Frisch: «Peggio del rumore degli stivali, il silenzio delle pantofole». Le pantofole indossate da un occidente che si proietta in un «futuro disciplinato» dove «la sicurezza conta più della libertà», e che ha smesso di vivere. «Con gli schermi, riceviamo il mondo a casa. Non abbiamo più bisogno di andare verso il mondo. Questa unione tra la paura dell’esterno e l’irruzione dell’universo nelle nostre case fa sì che la nostra relazione a ciò che sta fuori è diventata più problematica», constata Pascal Bruckner, prima di aggiungere: «Le democrazie sono talmente legate al loro confort che sono pronte, forse, a sacrificare per esso la loro libertà. E se il confort prende il sopravvento sui diritti fondamentali, allora diventeremo un popolo di schiavi ingenui e immersi nel divertimento».

La rinuncia al mondo e la bancarotta dell’eros

Il Covid-19 e i successivi confinamenti hanno amplificato questa “rinuncia al mondo”, sottotitolo del libro. Una rinuncia che si allarga anche all’ambito erotico: al tema, Bruckner, dedica un intero capitolo, “La banqueroute d’Éros”. «La famosa zuppa dell’alfabeto Lgbtqi+++ si è trasformata in un campo di battaglia di tutti contro tutti, gay contro lesbiche, lesbiche contro trans, con querele, anatemi e minacce. Il culto del corpo ci ritorna adornato con l’orrenda maschera del dogmatismo», afferma il filosofo francese, prendendosela con le derive del neofemminismo.

«Se qualsiasi giovane uomo che comincia la sua vita amorosa è contento che il suo pene sia uno strumento di aggressione e se qualsiasi giovane donna è convinta che l’amore eterosessuale sia uno stupro, è normale che sia uno che l’altro esitino a lanciarsi in quella avventura sconvolgente che è l’amore carnale. Nel Vangelo del neofemminismo l’uomo non deve essere educato, ma rieducato».

E “il bacio”, scrive ironicamente, «è diventato una sorta di tesoro nazionale in pericolo da iscrivere al patrimonio dell’Unesco». Ma nonostante tutto, c’è ancora una speranza. Per Bruckner non siamo ancora nel momento della caduta dell’Impero romano: la vecchia Europa ha ancora delle risorse e delle energie nascoste, e lo sta dimostrando reagendo come un’unica entità nella guerra in Ucraina. «Forse c’era bisogno di una giovane nazione per dare una scossa ai paesi europei», ha detto Bruckner all’Express, prima di aggiungere: «La resistenza ucraina ha apportato nuova linfa all’Europa».

Foto di Elsa Donald su Unsplash

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