
Bombardare la Siria non avrebbe salvato l’Ucraina da Putin

Si dice spesso che l’uomo non riesce mai a imparare dalla storia, ma è difficile farlo quando il passato viene manipolato a uso e consumo degli obiettivi del presente. Ne è perfetta dimostrazione il commento di Tahar Ben Jelloun pubblicato ieri da Repubblica, dal titolo: L’errore siriano di Obama.
Se Obama avesse bombardato la Siria
La tesi dell’editoriale, infarcito di castronerie, è che se l’allora presidente degli Stati Uniti Barack Obama avesse bombardato e invaso la Siria, deponendo manu militari il dittatore Bashar al Assad, la Russia di Vladimir Putin non avrebbe rialzato la testa in Medio Oriente e, in ultima istanza, non avrebbe mai avuto la forza e il coraggio di invadere l’Ucraina.
Al di là della tesi in sé, che lascia il tempo che trova come ogni analisi fondata sui “se” e sui “ma”, la visione salvifica affidata dallo scrittore marocchino agli eventuali bombardamenti americani è pericolosa oltre che mal riposta, come la storia recente ha più volte dimostrato.
L’occupazione jihadista di Aleppo
Ben Jelloun dimostra fin dal principio del suo ragionamento di ricordare molto male quanto avvenuto nel disastroso conflitto siriano, una guerra per procura combattuta da potenze internazionali sulla pelle dei siriani. Lo scrittore su Repubblica parla infatti di «bombe russe su Aleppo nel 2013», pur essendo l’intervento russo iniziato nel settembre 2015. Il nostro non ricorda neanche che la città di Aleppo venne divisa in due e che la parte orientale era in mano a una coalizione di ribelli e jihadisti appartenenti ad Al Qaeda e allo Stato islamico. A soffrire degli incessanti bombardamenti durati anni tra Aleppo est e ovest sono stati i civili, ma Ben Jelloun dovrebbe riflettere sul fatto che la maggior parte della popolazione, soprattutto musulmana, scappò da Aleppo est verso l’ovest pur di non vivere sotto la sharia imposta dai jihadisti.
Lo scrittore marocchino afferma poi che Obama sarebbe dovuto intervenire in Siria a causa dell’utilizzo di armi chimiche da parte di Assad. Ma così facendo avrebbe consegnato il paese al caos e ai terroristi islamici, che anche senza l’aiuto americano non hanno impiegato molto tempo a soppiantare i ribelli moderati, posto che ce ne fossero davvero, e a seminare il terrore in Siria, Iraq ed Europa.
L’intervento di Putin in Siria
L’intervento russo in Siria è stato fondamentale per la sconfitta dell’Isis e di altre formazioni jihadiste e per la stabilizzazione del paese, anche se Putin non è certo intervenuto per ragioni umanitarie. Il presidente russo non poteva permettersi né di perdere un alleato storico e ottimo acquirente di armi, come Assad, né di rinunciare alla sua unica base navale con accesso al Mediterraneo, quella di Tartus.
Pensare che l’invasione americana, pur eliminando Assad, che resta un dittatore che si è macchiato di crimini di guerra al pari dei jihadisti, avrebbe reso la Siria un paese migliore è un’illusione: basta guardare che fine ha fatto la Libia. (Curiosa, tra l’altro, la notazione di Ben Jelloun secondo cui Putin «non fu consultato dai francesi quando hanno mandato i loro aerei in Libia», mentre in realtà la Russia partecipò e si astenne al Consiglio di sicurezza dell’Onu del 17 marzo 2011 quando l’intervento Nato in Libia fu approvato). E per sapere che cosa significa un paese in mano agli estremisti islamici non c’è bisogno di fantasticare: basta ricordare che cosa è accaduto a Mosul sotto l’Isis e che cos’è oggi l’Afghanistan sotto i talebani.
La Siria non c’entra con l’Ucraina
La deterrenza, compresa quella militare, è fondamentale per prevenire le guerre. Ma scrivere, come fa Ben Jelloun dopo aver collezionato errori e sviste, che «se Obama e gli europei avessero tenuto fede alle loro minacce contro Bashar, forse Putin non avrebbe invaso l’Ucraina», non ha alcun fondamento. L’unica certezza è che la Siria sarebbe diventata un’altra Libia o un altro Yemen, altri frutti avariati della Primavere arabe fomentate da Obama.
L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia di Putin è scellerata e ingiustificabile. L’invasione della Siria da parte degli Usa di Obama, anche se avrebbe danneggiato Mosca, sarebbe stato un errore imperdonabile. Non è falsificando e manipolando la storia passata che si troverà una soluzione per i problemi di quella presente.
Foto Ansa
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