
Bolton e Blackpool si sfidano in FA Cup. Ricordando la gara dei due “Stans”
Bei tempi quando la maglia arancione del Blackpool era il velluto dei due Stans. Impossibile non pensare a loro due, due leggende del pallone british di metà Novecento, nel giorno in cui la FA Cup si prepara ad assistere al terzo round che metterà contro i Seasiders al Bolton, oggi nella gara delle 14 al Reebok Stadium. Ad accompagnare i ricordi di un match che sessant’anni fa voleva dire molto di più di una semplice gara invernale è un cocktail che si mescola con la genuinità e l’immediatezza del calcio vecchio stampo, dove le competizioni erano poche e a Wembley ci potevi finire solo attraverso un’unica strada, quella della magica coppa di lega inglese. E dove gli ingredienti nel mixer hanno marchi orgogliosamente anglosassoni, ognuno a suo modo simbolo di qualcosa.
“THE MATTHEWS FINAL”. I due Stans, infatti, sono Stanley Matthews e Stanley Mortensen. Per presentare il primo basta poco: è stato il primo Pallone d’oro di sempre nel 1956, onorificenza cui arrivò all’età di 41 anni, davanti ad un mostro sacro come Alfonso Di Stefano, a premiare una carriera che lo avrebbe visto in campo per altre 9 primavere. Il suo era un calcio di dribbling e velocità, impegno e fedeltà alle maglie, quelle di Stoke e Blackpool che hanno accompagnato tutta la sua carriera calcistica. A diritto è tra i più forti inglesi di sempre: curioso pensare che il solo trofeo che portò in bacheca fu quella FA Cup, ottenuta in una finale vinta 4-3 che tutti ricordano come “The Matthews Final”, la sua finale, la gara perfetta. Per molti, una delle partite più belle mai viste a Wembley.
LA TRIPLETTA DI MORTENSEN. Eppure Matthews quel giorno non segnò nemmeno una rete. Dalla fascia destra dove galoppava continuava a mettere palle in mezzo, perché il ruolo di goleador fosse rispettato dal compagno Mortensen, l’altro Stan, che chiuse il match con una tripletta, record personale che nessuno ha mai uguagliato in una finale di FA Cup. L’andamento della gara fu folle, come nelle migliori tradizioni di pallone britannico: i buchi difensivi del Blackpool regalarono ai 100mila di Wembley una gara palpitante, che al 55esimo sorrideva al Bolton con un 3-1 siglato da Eric Bell, in campo nonostante l’infortunio al ginocchio.
RIMONTA AL 92ESIMO. E pareva che il risultato potesse reggere fino alla fine, se nei 20 minuti finali i due Stan non si fossero messi d’accordo per inventarsi l’impensabile. Era il 68esimo: Matthews crossò, Mortensen mise dentro con l’aiuto del portiere, 3-2. Ventuno minuti dopo, ecco finalmente il 3-3: ancora lui, Mortensen. Ma c’era ancora spazio per le sorprese: al 92esimo Matthews scendeva dalla destra, palla in area per il compagno omonimo. Che però, questa volta, era troppo avanti e si fece superare dalla palla: ci pensò l’accorrente Bill Perry a coprire il buco e siglare il 4-3. Matthews fu portato in trionfo dai compagni, Mortensen si “accontentò” di iscrivere il suo nome nella Hall of Fame di Wembley. Bei tempi quando per vincere sotto le due torri di Londra bastava avere in squadra due Stans.
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1 commento
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bravo, bell’articolo. riesci a raccontare la passione negli animi dei calciatori e dei tifosi.