
La preghiera del mattino (2011-2017)
Veronesi è così in disaccordo con Benedetto XVI che non riesce nemmeno a essere d’accordo con se stesso
Nella sua caccia al commento più esilarante sulla rinuncia al pontificato di Benedetto XVI, il Correttore di bozze – non pago delle surreali opioni sparse nei giorni scorsi da Roberto Saviano, Dario Fo, Gianni Vattimo, Beppe Grillo, Hans Küng, Francesco Merlo, eccetera – ha preso il coraggio a due mani e ha deciso di tuffarsi nella lettura dell’articolo vergato dal celebre oncologo Umberto Veronesi per l’Huffington Post Italia. Lettura che lo obbliga ad aggiornare la classifica, dal momento che, a quanto pare, Veronesi non solo non è d’accordo con il Santo Padre (il post si intitola “Perché un Papa non può dimettersi”) ma non è tanto d’accordo nemmeno con se stesso.
IN UNA PAROLA, SONO UN GURU
Faccio il medico e sono di orientamento laico, ma da sempre ho cercato di approfondire la storia delle religioni, perché hanno avuto e continuano ad avere un grande influsso sulla società e sulle vicende umane, ci piaccia o no.
RIPENSACI JO
Per questo e pur con grande stima per Benedetto XVI, trovo la sua decisione inopportuna.
UN GESTO PER NIENTE MODERNO
Non sono nemmeno d’accordo sull’opinione di maggioranza che ne fa un gesto moderno.
UN GESTO TROPPO MODERNO
Proprio l’alone sacrale che circonda i successori di Pietro mi spinge a dire che non applaudo alla rinuncia di Benedetto XVI, e la considero l’inizio di una “secolarizzazione” che forse porterà la Chiesa più vicina alla gente, ma anche più vicina al pericolo di perdere la propria identità.
MANCO LO CONOSCO IO, QUESTO VERONESI
Non mi permetto di criticare la decisione di Benedetto XVI.
SONO SCONCERTATO MA NON CRITICO
Da laico che per tutta la vita ha cercato di approfondire la storia delle religioni, mi chiedo con emozione e sconcerto se sia stata un decisione giusta.
MICA È UN QUALUNQUE AMMINISTRATORE DELEGATO
Ma si è dimesso, il Papa? No, ha rinunciato. (…) I Papi non possono nemmeno presentare le dimissioni, come un qualunque amministratore delegato. (…) La “rinuncia” di un Papa resta un fatto in sé, insindacabile e intangibile.
È UN QUALSIASI PRESIDENTE DI AZIENDA
Ecco perché questo gesto (le dimissioni come di qualsiasi presidente di azienda) rafforza la secolarizzazione della fede che come laico, vedo con piacere, ma non è un buon servizio per chi vede nella religione la grande forza metafisica della trascendenza.
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