
Scritto con gli occhi
Susanna di nuovo sotto canestro. E la Dinamo Sassari torna a volare
Dopo essere andata alla partita di basket della Dinamo del 30 dicembre, e averlo raccontato su tempi.it, la mia amica Marisella mi ha chiesto: “Perché il 14 aprile non andiamo a vedere Dinamo-Roma? Nella Roma gioca mio nipote e quindi, oltre che conoscerci di persona, assistiamo alla partita da amiche-avversarie”. Potevo dirle di no? Potevo deluderla? Mentre lei brigava col nipote, io ho organizzato la comitiva e ho scritto a Stefano Sardara, il presidente della mia amata squadra. Sia lui, sia il presidente della Roma sono stati fantastici e hanno organizzato tutto per il meglio. Il “meglio” è dire poco. Mi hanno pure regalato la canotta della squadra (io volevo comprarla, ho insistito – giuro! – ma non c’è stato niente da fare) con tutti gli autografi, compresi quello di Meo Sacchetti (l’allenatore) e del presidente Stefano.
Ora, se avete letto la mia cronaca della precedente partita, saprete già che Susanna Campus non è solo una straordinaria patita di basket, non è solo una mega esperta di pallone a spicchi, ma è anche un portentoso amuleto portafortuna (come vedete, anche in fatto di modestia sono una campionessa). Bene, conscia di tutte queste mie qualità, pochi giorni prima della partita, sono andata a un allenamento per incoraggiare un po’ i ragazzi. Ho dato anche qualche consiglio, spero che Meo non se la prenda, ma ho detto loro di essere veloci nei passaggi e di andare subito a canestro. Così sarebbero stati imprendibili e – mi sono raccomandata – se avessero seguito quelle due mie indicazioni a quelli della Roma non sarebbe restato altro che tornare a casa con le “pive nel sacco”! Dopo aver fatto tutte le mie raccomandazioni (mute, naturalmente) ho dato loro appuntamento a domenica.
Il giorno del match io e Marisella eravamo elettriche dall’emozione e abbiamo chiacchierato “col cartello” (che è il modo con cui parliamo noi malati di Sla quando non abbiamo il computer a disposizione). Il presidente Sardara ci ha riservato due posti come se fossimo “due vip”. E che vip! Ho incontrato anche e per la prima volta Stefania l’artefice del gruppo Facebook (era ora che ci incontrassimo!). L’incontro con Marisella è stato molto commovente ed emozionante. Ci hanno messe di fronte, e ci siamo “parlate” con gli occhi. Io l’ho ringraziata di aver affrontato la fatica di un viaggio così disagevole e, grazie a mia sorella Immacolata che mi ha preso la mano e l’ha appoggiata sul suo braccio, ho potuto darle una carezza. Avrei voluto dargliela sulla guancia, ma non ci arrivavo, tuttavia sono sicura che lei ha capito le mie intenzioni. Per tutti voi una carezza può sembrare un gesto insignificante, ma per chi come noi non può muovere un muscolo, assume un significato importantissimo. Vuol dire “eccomi sono con te” e questo semplice tocco ci unirà per la vita!
Quando stava per iniziare la partita, lo speaker ha annunciato la nostra premiazione. Sono venuti verso di noi i capitani che ci hanno consegnato la maglia. Da me è venuto il “magico” Manuel Vanuzzo che mi ha consegnato la sua maglia, per Marisella il nipote Luigi Datome. Appena Manuel mi ha messo la sua maglia (credetemi, un lenzuolo da quanto è grande il mio capitano), gli ho detto: “Manuel, vincete per me!”. E lui mi ha risposto: “Sarà fatto, tranquilla!”. Ho raccomandato i ragazzi di essere veloci e di non stare a perdere tempo con passaggi “inutili”, e speravo mi ascoltassero!
Nei primi minuti della partita nessuno riusciva a fare canestro; dopo esserci “sbloccati”, abbiamo imbroccato la marcia giusta, ma, quando siamo andati sotto, allora ho “strigliato” per bene i ragazzi e ho detto: ma volete che vi “insegni” IO a fare canestro? Ma volete che vi spinga? Ma vi date una mossa?
Credo mi abbiano sentito alla grande perché abbiamo iniziato a “volare”! Addirittura quando il divario si è accorciato, ho detto ai ragazzi che “volevo almeno 20 punti di scarto”! Cari amici, mi hanno sentito e quasi mi hanno accontentata. Non proprio 20, ma 18 vanno bene lo stesso!
A dire la verità, io “molto sportivamente”, quando i giocatori della Roma prendevano palla, gridavo “buuuuuuuu” finché non la perdevano e i nostri ripartivano in contropiede per fare punto. Insomma, nel mio silenzio, mi sono sgolata con continui “così si fa! Sono fiera di voi! Bravi, bravi, bravi!”. Sono davvero fiera di loro. hanno lottato come leoni (e, fidatevi, sono una che sa molto bene cosa significa lottare).
Con la mia consueta sportività e senso del fair play che scorre in queste vene sarde, voglio dirvi che, a mio modesto avviso, li abbiamo “stracciati”, ne abbiamo fatto “uno spezzatino”, li abbiamo “massacrati” (Marisella, ascoltammé, tifa Dinamo!). Vabbè, scherzo, dai. La cosa bella è stata che appena è finita la partita, è venuto Manuel e mi ha detto: “Hai visto, abbiamo vinto!”. Dopo è venuto Jack mentre gli altri raccoglievano gli applausi del pubblico (e che pubblico visto che il palazzetto era strapieno di gente). Poi si sono avvicinati i dirigenti e lo staff della Dinamo e mi hanno detto: adesso ti “toccano i play-off”! Chissà! Mi piacerebbe molto! Vedremo! Intanto sono contenta per i ragazzi che hanno avuto una bella iniezione di fiducia e poi per Stefano che ha portato la Dinamo così in alto. A quel punto siamo state sommerse da amici e da tanti sconosciuti, ma credo abbia fatto piacere anche a Marisella.
Abbiamo aspettato che andasse via un po’ di gente per andare in campo a fare le foto. Ci hanno portato sotto il canestro, ed è iniziato il servizio fotografico, sembravamo in mezzo a tanti “paparazzi” (a noi Carla Bruni “ci fa un baffo”!) A un certo punto, abbiamo messo le nostre mani una sull’altra per dimostrare che insieme possiamo essere più forti. Ci siamo trovate in questa bellissima occasione perché siamo amiche per la vita, compagne di Sla e… nemiche in campo! Tra le “migliaia” di foto, ne abbiamo fatta una anche con Luigi Datome, praticamente “col nemico” (Luigi è un grande campione e di questo gliene devo dare merito, peccato giochi nella squadra sbagliata!).
Sono contenta di aver portato bene alla “mia Dinamo” e spero di poterla rivedere presto. Voglio ringraziare tutte le persone che hanno fatto in modo che io e Marisella realizzassimo il nostro sogno! Credetemi, sono tante: Marisella, innanzitutto, che ha avuto l’idea, poi il presidente Sardara che è stato nostro complice dall’inizio del nostro progetto, Luigi Peruzzu che si è reso disponibile per realizzare il nostro sogno con tutto lo staff, il dottor Vidili (che faccio impazzire con la mia voglia di vivere una vita “normale”), e tutti (quei matti) degli infermieri che cercano di realizzare i miei sogni di vita vera, e che fanno oltre le loro possibilità per regalarmi molti attimi di felicità. Le mie assistenti, il mio amico Vanni che mi ha permesso di rivedere la “mia Dinamo” e infine la persona che “mi sopporta” 24 ore su 24 e che mi assiste con tanto amore e che asseconda tutte le mie “manie per farmi vivere come tutti voi”: mia sorella Immacolata (una roccia).
Grazie a tutti con LA “MIA DINAMO” SEMPRE NEL CUORE!
Bacioni
Susanna
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