La preghiera del mattino

Se i guardiani del nostro atlantismo sono Conte e Letta, siamo a posto

Giuseppe Conte e Enrico Letta
Il presidente del M5s Giuseppe Conte e il segretario del Pd Enrico Letta (foto Ansa)

Su Huffington Post Italia Federica Olivo scrive: «“È la sua debolezza principale: si considera il centro del mondo. E, così, non fa altro che collezionare autogol”. Quando parla di Silvio Berlusconi, Giuliano Urbani – tra i fondatori di Forza Italia, professore universitario ed ex ministro dei Beni culturali – non riesce a mettere da parte la tenerezza che lo lega all’amico di vecchia data».

Urbani è uno dei “fondatori di Forza Italia” sempre mediocremente a disposizione dei media per dire qualcosa di banale su Silvio Berlusconi. Magari questa volta ha ragione: l’antico patron di Mediaset non regge il non essere al centro delle luci della ribalta, e si lancia in dichiarazioni insensate per poter apparire ancora sulle prime pagine dei giornali. Forse questa tesi è più fondata di quella della Repubblica che suggerisce i rapporti economici con Mosca di Berlusconi come la causa di prese di posizione che appaiono tendenzialmente suicide. La realtà è che pesano inesorabilmente trenta anni di disgregazione della democrazia italiana, prima determinata dalla politicizzazione di settori della magistratura, poi dalla tragica scelta di Giorgio Napolitano di tentare di guidare dall’alto (e dal fuori) la politica nazionale.

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Su Dagospia si scrive: «Di una cosa potete essere certi: Renzi non ha nessuna voglia di fare il numero due di Carlo Calenda. Il senatore semplice di Rignano briga, vede tutti, parla, si informa e non sta mai fermo. Stamattina ha incontrato Licia Ronzulli, con cui ha scambiato quattro chiacchiere».

Ecco un altro evidente esempio di “macerie” tra le quali si muove la politica italiana.

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Su Affaritaliani si scrive: «“Le parole di Berlusconi delineano una politica estera inaccettabile per l’Italia. Si pone adesso un problema serio per il nostro paese: non credo che possa essere accettato che Forza Italia esprima il ministro degli Esteri. È un problema serio per la credibilità del nostro paese. È una questione che poniamo con forza e la porremo con chiarezza anche al presidente Mattarella nel corso delle consultazioni”. Lo ha detto il leader M5s Giuseppe Conte parlando con i giornalisti fuori dalla Camera. Enrico Letta, segretario nazionale del Pd, ha affermato: “Le dichiarazioni di Berlusconi sono gravissime, incompatibili con il posizionamento dell’Italia e dell’Europa. Sono parole che pongono il nostro paese fuori dalle scelte europee e occidentali e che minano alla base la credibilità del possibile nuovo esecutivo. Ogni governo che nasce in Europa oggi deve scegliere se stare con Putin o stare con l’Ucraina e con l’Unione Europea. Il governo Meloni sta nascendo sotto il segno della peggiore ambiguità”».

Giuseppe Conte da un lato organizza manifestazioni che mettono sullo stesso piano Kiev e Mosca, dall’altra denuncia Berlusconi perché mette sullo stesso piano le responsabilità di Kiev e di Mosca. Enrico Lettino si lancia anche lui in accuse contro Berlusconi per i suoi cedimenti a Mosca, mentre ha già iniziato a preparare un’alleanza strategica con i 5 stelle che al fondo concordano con alcune affermazioni di fondo del leader di Forza Italia. Ecco di che cosa si parla quando s’invita a fare i conti con le macerie della democrazia italiana.

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Su Fanpage Giorgia Meloni dice: «“Su una cosa sono stata, sono, e sarò sempre chiara”, scrive la premier in pectore in una nota. “Intendo guidare un governo con una linea di politica estera chiara e inequivocabile. L’Italia è a pieno titolo, e a testa alta, parte dell’Europa e dell’Alleanza atlantica. Chi non fosse d’accordo con questo caposaldo”, sottolinea, “non potrà far parte del governo, a costo di non fare il governo”».

Ce la farà Giorgia Meloni a sgombrare almeno un po’ delle macerie che soffocano la democrazia italiana? Non lo so proprio. Forse è un tentativo che non riuscirà se non prenderà forma anche una sinistra responsabile, magari guidata da una delle poche personalità “dem” dotate di buon senso e basi popolari, cioè Stefano Bonaccini. Comunque va detto che la leader di Fratelli d’Italia, al momento, è quella che con la sua chiarezza e con più coerenza si sta impegnando a sgombrare un po’ di quelle macerie di cui scriviamo e che, come già detto, si sono accumulate in trenta anni.

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