Sardine che sconfiggono cose

La sardina dice basta, la sardina risolve

Di Tino Missol
22 Novembre 2019

Sardine

Cari populisti, lo avete capito. È finita la pacchia.

Per troppo tempo avete tirato la corda dei nostri sentimenti. E tira. E tira. E tira che tiritira, alla fine la corda si è spezzata e adesso sono guai. Mannaggia se sono guai! Basta con la vostra caciara, basta con le fake news, basta con l’odio e il fascismo e i muri e i campionati falsati e la cellulite. Basta. E quando diciamo basta è basta, ok?

Ora tocca a noi. Ci avete risvegliato e mo’ vedete. Vi colpiremo dove più vi fa male, cari populisti del cappero: vi sommergeremo di laik, anzi, che dico laik, vi sommergeremo di dislaik, vi ruberemo i followers, vi colpiremo duro con brani di Lucio Dalla e Raf e i Ricchi e poveri, commenteremo i vostri post con arguzia, vi appiccicheremo gli emoticon imbronciati.

Ah! Adesso state muti eh? Paura eh? Bravi populisti malandrini, bricconi che non siete altro, fate bene ad avere paura, perché siamo scesi in piazza, ci siamo guardati negli occhi, ci siamo fatti un sacco di selfie, ma veramente un sacco, manco ne avete idea quanti, e lo sapete cosa abbiamo capito? Eh? Lo sapete? Ora ve lo diciamo. Anzi dopo. Adesso ancora un po’ di retorica.

Siamo già centinaia di migliaia, di più, trilioni di fantastilioni, forse mille mila, e siamo pronti a dirvi basta. Ma basta basta. Condivideremo questo messaggio fino a farvi morire d’invidia. Leggete cosa scrive il Corriere:

«Il testo è stato pubblicato sulla pagina Facebook “6000 Sardine”, balzata a quasi 90 mila follower».

Novantamila, capito populisti? Siete fregati carini, vi abbiamo battuto.

Non avrete pace, populisti marameo. Ovunque voi andrete a raccattare la feccia del mondo con la vostra propaganda intrisa di antipatia, noi saremo là con la nostra irresistibile bontà a sconfiggervi ogni volta.

È il motivo per cui abbiamo aperto questo blog, per ricordarvi quante volte ve le abbiamo suonate, cari populisti calpestatori dei nostri sentimenti. Sì perché “Sardine che sconfiggono cose” è il seguito naturale di “Trump che rovina cose”. Lo apriamo a grande richiesta, abbiamo già tre adesioni su Facebook. No, aspettate: adesso quattro. Tiè populisti, tiè.

* * *

Che le sardine sconfiggano cose, comunque, non lo dice questo blog. Pur essendo un blog senza bandiere, proprio come le fulgide sardine, capiamo bene che possa sembrare a volte un po’ partigiano (ah, come ci piace questa parola). Perciò, onde fugare ogni dubbio di strumentalizzazione partitica, lasceremo parlare solo personalità insospettabili. Certo, magari molto severe con i populisti, ma comunque educate e grandi campioni nella vita, prima ancora che in politica.

Per esempio, giusto ieri il signor Graziano Delrio, senza sventolare bandiere ma animato solo dal desiderio di spaventare un populista, ha acutamente notato come «le #Sardine portano avanti le istanze della società civile da valorizzare. Sono la politica che non urla e non odia, ma risolve».

Dunque non solo le sardine sconfiggono i populisti e i nemici dell’igiene, esse altresì «risolvono». Risolvono cosa? Ovvio, le cose. Le sardine risolvono cose. Non sono mica come i populisti che inondano le coscienze di frasi generiche per abbindolare gli ingenui. Basta con gli slogan e gli insulti. È ora di risolvere le cose. Chiaro? Se condividi, metti un like.

Se invece vuoi sconfiggere un populista comodamente dal divano di casa tua, senza nemmeno scendere in piazza, potresti eseguire una sardina all’uncinetto. Proprio così. Tu sferruzzi, e il populista muore. Sferruzzi due volte, e crepano in due. Entrambi populisti. Se credete che spariamo cazzate, leggete qui: è la coraggiosa iniziativa ideata da un’insegnante di Torino e prontamente rilanciata oggi da Repubblica, giornale senza bandiere e però sempre inflessibile con i populisti.

La fantasiosa prof ha decisamente vinto la «gara di creatività» partita tra gli aderenti al «banco delle cinquantamila sardine sotto la Mole – traguardo tagliato ieri alle sei della sera». Naturalmente ora all’insegnante accade quel che accade ogni volta che una sardina fa qualcosa: «In tanti la contattano», scrive Repubblica. Di conseguenza, tanti populisti soccombono. E «non è escluso» che le sardine all’uncinetto «diventino uno dei gadget distribuiti in piazza», «in quindici giorni c’è il tempo di produrne in quantità». Che commozione. Caso vuole che proprio oggi Aldo Cazzullo sul Corriere ricordi come Eugenio Scalfari, fondatore di Repubblica, da piccolo balilla si destreggiasse con l’uncinetto. È il fil rouge che intesse la nobile storia di noi paladini della democrazia. Libro e uncinetto, sardino perfetto.

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