
Lettere al direttore
«Astuti come serpenti e puri come colombe». Vale anche per le battaglie pro life
Articolo tratto dal numero di settembre 2020 di Tempi. Questo contenuto è riservato agli abbonati: grazie al tuo abbonamento puoi scegliere se sfogliare la versione digitale del mensile o accedere online ai singoli contenuti del numero.
Caro direttore, questo governo ha dichiarato l’emergenza coronavirus il 31 gennaio 2020, ma ha preso le prime serie decisioni il 21 febbraio. Ventun giorni sono una eternità per una pandemia. Abbiamo saputo che il 12 febbraio questo governo era già a conoscenza della gravità della situazione e per 9 giorni è stato zitto: un’altra eternità! Mi chiedo: chissà se le procure d’Italia, così solerti, anche a causa di avvocati famelici, verso le povere Rsa, avranno qualcosa da dire nei confronti di questo governo?
Peppino Zola via email
E a queste date, possiamo aggiungerne altre: il capo dello Stato in visita a una scuola cinese il 6 febbraio (perché, allora, il virus era il «razzismo»), le due tonnellate di mascherine inviate in Cina il 15 febbraio, l’aperitivo di Zingaretti a Milano il 27 febbraio. Ma, pur pensando tutto il male possibile di questo governo e ben sapendo come si ragiona in certe procure, io continuo a pensare che sia destra sia sinistra, sia sopra che sotto, tutti abbiano sottovalutato questa pandemia. E se proprio vogliamo cercare un colpevole, io andrei a cercarlo in Cina, dalle parti di Xi Jinping. Quindi mi auguro che le procure italiane, a meno di casi clamorosi ed evidentemente dolosi, se ne stiano fuori e lontano da qualsiasi tipo di inchiesta.
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Carissimo direttore, mi riferisco all’articolo di Elena Fruganti “Cari pro life, cercate di essere un po’ più furbi” (luglio 2020). Ho faticato molto a cogliere il significato dell’articolo, forse perché non ho avuto voglia di cercare i (non) riferimenti, ad altri articoli su Tempi (sto invecchiando e fatico a leggere il giornale che un tempo leggevo dall’ultima alla prima pagina e memorizzavo tutto). Se ho capito, anche il titolo, l’occhiello, il sottotitolo e la conclusione, mi sembra che la dittatura delle minoranze, il pensiero unico anticattolico, sia prevalente al punto che ci voglia una équipe di esperti da contattare, per fare qualunque cosa, per non urtare la sensibilità di nessuno, forse anche prima di pensare? O non ho colto l’ironia? Grazie.
Arcangelo Costa via email
Caro Arcangelo, purtroppo, come avrai visto, quanto preventivato in quell’articolo è avvenuto. Il ministro Roberto Speranza ha annunciato il via libera all’aborto farmacologico in privato, quello che abbiamo sempre descritto come “l’aborto fai da te”, tra le mura di casa, nemmeno più in ospedale, con la Ru486. Beninteso, un aborto è un aborto, comunque avvenga, ma che esso diventi ancor più un “fatto totalmente privato” è un ulteriore passo avanti verso una società che, a parole, parla di libertà per le donne, ma, di fatto, le lascia ancor più sole in questa terribile scelta (per non parlare dei rischi per la loro salute). L’articolo della Fruganti e la titolazione di Tempi mettevano in rilievo che quella che era stata una decisione eminentemente amministrativa (la governatrice Tesei non ne ha mai fatto una questione valoriale) era stata salutata da una parte del centrodestra (Fdi e Lega più ambienti pro life) come una vittoria contro l’aborto. Cosa che non era perché, appunto, nessun aborto veniva vietato, semplicemente (e giustamente) si ribadiva che le nostre leggi prevedono che debba svolgersi in ospedale. Questa “esultanza immotivata” aveva provocato la reazione della sinistra, Cgil, Boldrini e tutto il giro che conosciamo: manifestazioni di piazza, lunghi articoli sui giornali, il solito ritornello sul Medioevo eccetera. Risultato? Quello che ha annunciato ora il ministro Speranza. Per questo abbiamo titolato “Cari pro life, cercate di essere più furbi”, perché rivendicare vittorie laddove non vi sono, sfidare sul piano ideologico un governo che trova nelle materie bioetiche il suo unico collante, diventa facilmente un boomerang. Come, infatti, è successo. Vale sempre il consiglio evangelico: «Siate astuti come serpenti e puri come colombe».
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Caro direttore, guardi cosa scriveva Luigi Einaudi in tempi non sospetti: «Il rischio di un governo che, per fare, chiede il segreto e l’assoluzione dai pubblici dibattiti è un rischio troppo forte. Altri ha detto che se si lascia tempo al pubblico di sapere e discutere ciò che si vuol fare, non si può più far niente, perché gli interessi contrari all’opera buona si coalizzano, congiurano, sommuovono e creano ostacoli insormontabili: è vero il contrario. Il vero ostacolo all’opera feconda sta nel segreto. Sotto la sua egida, i soli che riescono a farsi sentire sono gli interessi dei potenti della terra, degli uomini astuti, delle clientele fortemente costituite». Da Il Buongoverno (Einaudi).
Angelo Pacini via email
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Una meraviglia le lezioni di Fabrice Hadjadj. Lette e rilette, ridanno fiducia allo spirito!
Giuseppe Reato via email
Foto Ansa
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