
Bisogna andare per stazioni e per treni per capire quanto è Africa questa Italia

Articolo tratto dal numero di agosto 2020 di Tempi. Questo contenuto è riservato agli abbonati: grazie al tuo abbonamento puoi scegliere se sfogliare la versione digitale del mensile o accedere online ai singoli contenuti del numero.
Qualcuno spieghi a Giuseppe Conte che nessun Mes e nessun Recovery Fund possono salvare un paese che non riaccende la miccia del lavoro. E nel quale i giovani vengono dopati con l’assegno di pensione anticipata di nome “reddito di cittadinanza”. È la vecchia storia del non c’è nessun vento favorevole per chi non sa dove andare. Il 2020 sarà l’anno per eccellenza degli ammortizzatori sociali. Se ne contano di 14 tipi con 23 causali diverse. Compreso il reddito d’emergenza. Che non esclude quello di cittadinanza.Anzi. In molti casi i due sussidi si sovrappongono, non favorendo certo la ripresa di un’attitudine a darsi da fare. Totale: 31,2 miliardi di euro stanziati dallo Stato solo nel 2020 (fonte: Sole 24 ore). Di questo fiume di denaro, ben 30,6 miliardi saranno spesi entro fine anno per le politiche passive. E per quelle attive? Solo 630 milioni!
Una sproporzione monstre. Significa che su 100 euro che lo Stato italiano mette a disposizione a sostegno dell’occupazione, 98 vanno in sussidi. E solo 2 per politiche attive. Vale a dire che nell’anno 2020, pencolando paurosamente sempre più verso la sponda sud del Mediterraneo, l’Italia conseguirà l’ennesimo record negativo in Europa: assistenzialismo al massimo, invece che iniziare finalmente una politica di servizi alla persona (formazione, ricollocamento). La magistratura va avanti a sfruculiare con la premiata ditta Gabanelli quei governanti da Bologna in su che non spendono 263 milioni di euro per un palazzo dichiarato “inagibile” e per sanità tecnicamente fallite messe sul gobbone dei contribuenti.
Divieti a regioni alterne
Quanto può durare ancora questa farsa di ministri cioccolatai e procuratori re di Prussia? Bisogna andare per stazioni e per treni in cui gli italiani sono minoranza per avere anche solo il polso impressionista di un paese che ha i numeri detti sopra sul lavoro. Tredici milioni di persone in cassa integrazione. E l’Africa che sbarca a Lampedusa costringendo il povero sindaco dell’ultimo scoglio d’Italia a dichiarare lo stato di emergenza.
Per dire. A Firenze, che è Firenze, il 70 per cento dei ristoranti non ha riaperto i battenti neanche per l’estate. E adesso Unioncamere chiede l’abolizione della Ztl. Che sarebbe un “muro del passato”. E siamo sempre più la Repubblica che ognuno fa come gli pare. Si è cominciato con la Sardegna che a marzo ha sequestrato una nave carica di mascherine regolarmente acquistate sul mercato dalla Liguria. Adesso se non hai la mascherina in Campania Vincenzo De Luca promette fuoco e fiamme e poi finisce tutto a risate su Dagospia. Però a Milano il verbale è di 400 euro e tranquilli che non ve lo toglie nessuno. Con ordinanza del 16 luglio la Toscana ha fatto la brillante: basta posti alternati sui treni, vi potete assembrare. Ma allora perché non hanno mai tolto il marchio rosso dai posti interdetti? Perché se esci dalla Toscana il divieto ricompare. Ecco come tocca girovagare alla gente che non se ne sta in smart working.
«Tu essere donna, io badrone»
Niente wc nell’unico bar della stazione Rifredi («la legge non lo prescrive»). E alla stazione Santa Maria Novella un neretto sbalestrato vorrebbe spiegare a una signora come funziona la biglietteria automatica, pantalone abbassato fino alle ginocchia e t-shirt lunga giusto a coprire le pudenda. Mi piace raccontare come si è conclusa questa scenetta in un’Italia in cui vorresti fidarti di più di polizia e carabinieri e non passa giorno che questi sembrano truppa demotivata. Sgamato da una guardia privata bassottella ma tosta, lo squinternato ha cercato l’insulto («tu essere donna, io badrone»), ma quella lo ha costretto a smammare (con mano ben in vista sulla fondina).
In una domenica di fine luglio Firenze è deserta. Come lo sono Roma e Milano. Tutti in spiaggia? Mica tanto. In Sardegna la stagione è appena iniziata. In Liguria è rigogliosa ma complicata dai tunnel di Autostrade che non ti fanno arrivare mai per i lavori in corso e ti rinviano alle code chilometriche a senso unico e a puntuale incidente mortale. Sto pellegrinando dalle fresche e chiare acque del Sannio alla zanzara di val padana.
C’è in giro nessuno. Tranne i barboni sudati, i piscioni barbonati e i neri coi pantaloni corti. La sensazione di un paese fermo, sudicio e sbroccato te la senti addosso come l’afa.
Foto Ansa
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