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Il testacoda dei giornalisti che si chiedono se criticare Biden vuol dire riabilitare Trump

Di Giovanni Maddalena
16 Dicembre 2021
Il dilemma paradossale dei media liberal americani (e non) di fronte al presidente democratico che fa scelte ed errori simili al predecessore, dipinto per anni come il male assoluto. Ora l'ideologia non tiene più
Donald Trump, a sinistra, e Joe Biden durante l'ultimo dibattito televisivo prima delle elezioni presidenziali del 2020, il 22 ottobre (foto Ansa)

Adesso i giornalisti americani litigano sul comportamento da tenere verso Joe Biden. Il celebre Washington Post ha pubblicato un editoriale che esamina i dati di copertura e sostiene che la stampa tratta Biden peggio di Trump. Il richiamo ovviamente è a un giornalismo più partigiano – nei confronti della democrazia, dice – che continui a battersi contro i repubblicani, accusati di voler sovvertire la democrazia. Rispondono in tanti del settore che non è vero che Biden sia trattato peggio e che, comunque, non si fanno sconti a nessuno: se Biden è pessimo, è pessimo, persino se è un democrat, pur restando fermo che i repubblicani sono il nemico della democrazia.
La rivoluzione di Biden non arriva. Che fare?
La verità è che la categoria dei giornalisti è arrivata al testacoda e negli Stati Uniti, come sempre, si vede di più e in anticipo. Il testacoda consiste in questo: coltivata nell’ormai uniforme panorama liberal accademico statunitense, la categoria si è scagliata contro Trump, ciec...

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