Contenuto riservato agli abbonati

Bezos non ha ragione, ma anche i suoi critici hanno torto

Di Emanuele Boffi
31 Ottobre 2024
Il proprietario del Washington Post non schiera il giornale con Kamala Harris. Scandalo nel mondo liberal, che non accetta alcuna desistenza dalla lotta all’odiato Trump. Ma anche la pretesa neutralità di Mr Amazon è ambigua
Jeff Bezos, proprietario di Amazon e del Washington Post (foto Ansa)
Jeff Bezos, proprietario di Amazon e del Washington Post (foto Ansa)

Il concetto di fondo l’abbiamo già espresso nel titolo: Jeff Bezos non ha ragione, ma anche i suoi critici hanno torto. Da quando, qualche giorno fa, il proprietario di Amazon, il secondo uomo più ricco del mondo e proprietario del Washington Post, ha deciso di spiegare di suo pugno perché in queste elezioni il quotidiano non avrebbe fatto un endorsement per nessuno dei due candidati alla presidenza statunitense, tutto il mondo liberal ha gridato al sacrilegio.
Il quotidiano che, insieme al New York Times, è il più potente megafono delle istanze progressiste e che sin dal 1976 – cioè da quando due suoi giornalisti, Bob Woodward e Carl Bernstein, svelarono la scandalo Watergate – ad ogni elezione presidenziale ha esplicitato la propria preferenza per il candidato democratico, questa volta ha scelto di non farlo. Bezos ha motivato la sua scelta scrivendo che il Wp, così come altri giornali, oggi è considerato inaffidabile e ha un problema di reputazione che deve essere recuperato. C’è un...

Contenuto a pagamento
Per continuare a leggere accedi o abbonati
Abbonamento full
€60 / anno
oppure
Abbonamento digitale
€40 / anno

Articoli correlati