Berlusconi, Ruby e la nostra giustizia trasformata in Vernacoliere

Di Luigi Amicone
15 Maggio 2013
Su 5 milioni di processi penali pendenti in Italia, solo al Cavaliere è stato assicurato il minority report, inchieste a raffica e, se solo avesse evitato di difendersi, processi di una rapidità eccezionale

L’edizione di maggio del Vernacoliere, “mensile di satira, umorismo e mancanza di rispetto in livornese e in italiano”, strilla nelle edicole il seguente titolo: “E Grillo propone telecamere tra le gambe delle deputate per controllare il traffico dei membri”.

Neppure immaginano i titolisti del mensile toscano quanto siano vicini alla realtà più che alla satira greve. Lo Zeitgeist, o spirito dei tempi, è infatti quello: tutti sotto controllo, tutti in streaming. Pace se poi ci ritroviamo in Parlamento ragazzotti che sono stati beneficiati di un seggio, vuoi perché nella vita fanno “clic”, vuoi perché alle “parlamentarie” hanno preso ben quarantaquattro “like”.
E comunque, il fatto straordinario di tutto ciò è che, da Craxi in avanti, la magistratura è divenuta l’unico potere italiano che lo spirito di trasparenza lo ha comunicato bene, lo ha comunicato a tutti, specialmente a qualcuno e mai a se stessa.

Per esempio, quel Berlusconi che nel processo Ruby è l’emblema di tutti i membri sotto controllo. In effetti non sappiamo come sia nato il fascicolo Ruby, perché la fase investigativa è segreta. Ma sappiamo che, essendo l’azione penale obbligatoria, su 5 milioni di processi penali pendenti in Italia, solo a Berlusconi è stato assicurato il minority report, inchieste a raffica e, se solo avesse evitato di difendersi, processi di una rapidità e tempestività eccezionali. Ciò gli ha anche procurato l’installazione tra le gambe di una neanche tanto metaforica telecamera. E neanche a circuito chiuso. Ma così aperto che i giornaletti pornomanettari ci hanno sguazzato e ci sguazzano facendo un sacco di soldi.

Ora, come lo vogliamo chiamare questo tipico tratto italiano, Giustizia o Vernacoliere?

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    5 commenti

    1. Giovanna Jacob

      Pazzesco: quelli che ieri facevano il Sessantotto e urlavano “se non me la dai sei fascista” alle compagne di occupazioni universitarie, oggi decidono che una donna che fa la anti-fascista fra le lenzuola in cambio di cene e regali è “prostituta” e chi le da paga cene e regali è colpevole di avviamento alla prostituzione. Ma se l’annassero a pijà…

    2. giuliano

      la famosa “giustizia” è andata KO e quindi ha perso ogni credibilità
      processo senza accusatore
      processo senza prova
      processo con intercettazioni illegali
      processo con la presunta vittima nemmeno ascoltata come teste
      processo dove la presunta vittima si sgola per scagionare il presunto colpevole
      tutto questo schifo è iniziato con la nascita di MD ovvero di magistratura Democratica (indovinate di che partito ??) ed è peggiorato da quando Berlusconi è sceso in politica nel 1994 e si è voluto colpirlo in ogni modo anche in barba al buon senso e alla logica dei fatti. Il comunismo dicono che è finito nel 1989, ma a me pare che è sempre vivo e vegeto e se stiamo andando a fondo è per colpa loro

      1. pikassopablo

        quando la verità si fa ideologia, complimenti…imbarazzante!

    3. pikassopablo

      papaparappappaaapaaaaa ….e la trombetta Amicone continua ad imbarazzare 😀

    4. Cisco

      La giustizia-vernacoliere e’ diretta conseguenza della politica-vernacoliere. E i giornalisti ci hanno sempre sguazzato.

    I commenti sono chiusi.