Berlusconi condannato per Unipol. E tutti i “segreti d’ufficio” spifferati impunemente da Repubblica?

Di Francesco Amicone
07 Giugno 2013
Dalle intercettazioni con Saccà alle porno-telefonate (reali o farlocche) su politiche e ministre, il quotidiano non è mai finito alla sbarra. Al contrario del leader del Pdl

31 DICEMBRE 2005. Silvio Berlusconi è al governo, a breve ci saranno le elezioni. Il Giornale pubblica un’intercettazione dell’allora capo dei Ds (ora Pd) Piero Fassino. La conversazione, coperta da segreto d’ufficio, nei giorni seguenti viene ripresa da altri giornali, compresa Repubblica (2 gennaio 2005).
Passano otto anni. Per aver ascoltato quella intercettazione, e averla fatta pubblicare nel giornale di famiglia, Silvio Berlusconi è condannato dal Tribunale di Milano a un anno di carcere. Repubblica e il direttore Ezio Mauro gioiscono, lamentando la natura infamante di quella pubblicazione (riferendosi allo scoop del Giornale). La conversazione di Fassino era irrilevante, segretata. Era fango, insomma, gettato contro il leader dell’opposizione. Un fatto gravissimo pubblicarla.

12 DICEMBRE 2007. Romano Prodi è al governo, a breve ci saranno le elezioni. Repubblica pubblica una conversazione tra Silvio Berlusconi e Agostino Saccà. Berlusconi è all’opposizione e l’intercettazione è coperta dal segreto d’ufficio. Il 20 dicembre 2007 l’Espresso ne pubblica l’audio. Per l’intera campagna elettorale e oltre, il gruppo editoriale di proprietà di Carlo De Benedetti, sedicente tessera numero 1 del neonato Partito democratico, continua la pubblicazione delle intercettazioni, illecitamente ricevute da una talpa della procura di Napoli. La procura di Roma, in seguito, dichiarerà che si trattava di intercettazioni irrilevanti.

UGUALI DI FRONTE ALLA LEGGE. «È pacifico che l’articolo del giornale conteneva riferimenti e accertamenti istruttori che al momento della divulgazione dello stesso dovevano considerarsi coperti dal segreto investigativo». Così, nel 2009, la procura di Roma, chiedendo l’archiviazione di Berlusconi e Saccà (e il macero delle intercettazioni, ritenute irrilevanti), commenta quello che è accaduto due anni prima a Napoli. Qualcuno aveva commesso un reato. La fuga di notizie che aveva consentito a Repubblica di ottenere informazioni sul capo dell’opposizione, in prossimità delle elezioni, non culminerà in un processo però (come invece è accaduto a Berlusconi e al Giornale). Vero, la procura di Napoli, subito dopo lo scoop (fango?) di Giuseppe D’Avanzo, manda la Guardia di Finanza nella sua abitazione. Però l’inchiesta si ferma lì. Nel cellulare del giornalista d’assalto vengono trovati numeri telefonici di molti magistrati campani.
Stesso reato, nessun processo. Allora tutto si concluse con una archiviazione. Non si poté trovare, spiegò la procura di Roma, nel 2008, il magistrato o il dipendente della procura di Napoli che aveva passato le intercettazioni a D’Avanzo. A Milano, stesso tipo di indagine per l’intercettazione di Fassino pubblicata sul Giornale. In questo caso, però, fu indagato anche il proprietario del giornale, Paolo Berlusconi, il fratello del proprietario, Silvio, il direttore del quotidiano e il giornalista che aveva pubblicato il pezzo. I fratelli Berlusconi furono rinviati a giudizio, nonostante la procura avesse chiesto l’archiviazione per Silvio Berlusconi. Poi la condanna a un anno di carcere per il leader del Pdl. La legge è uguale per tutti?

MACCHINA DEL FANGO. 7 luglio 2008. Cinque anni fa. I giornali di De Benedetti si battono con furore contro l’ipotesi di una legge sulle intercettazioni (in seguito, definita “legge bavaglio”) promossa dal neo-governo di centrodestra. Da mesi, su Berlusconi, esce di tutto, dalle procure di tutta Italia, pubblicato con costanza su Repubblica e sull’Espresso. Tanto e tale è il materiale reperibile sulla rete che ogni tanto si incappa anche in una bufala. Come accade all’agenzia Adnkronos e a Roberto D’Agostino, titolare del sito Dagospia, che pubblicano una conversazione intercettata falsa, pescata su un sito con sede alle Antille (La Privata Repubblica). Un’intercettazione tra il presidente del Consiglio e l’amico Fedele Confalonieri nella quale si discute di sesso e di ministre. «È talmente andata avanti questa realtà di pornocrazia, tra sesso e politica, che non si riesce più a distinguere tra il vero e falso», commenterà scusandosi D’Agostino. Quell’intercettazione, falsa, ebbe tale fortuna che Beppe Grillo la pubblicò sul suo blog un anno dopo le scuse di D’Agostino, il 25 giugno 2009, ed è ancora reperibile in rete. Il blogger che combatte per l’informazione vera e trasparente, si limitò a cambiare i nomi dei protagonisti: Luigi XV, marchese Gontau e Madame de Pompadour. Macchina del fango? Macché. Satira.

FALSA MA VEROSIMILE. «È vero che, in un documento acustico, spiega a Fedele Confalonieri le ragioni postribolari dell’ingresso di qualche ministra nel governo?», si chiede D’Avanzo, su Repubblica, il 4 luglio 2008. Dal tono iniziale dell’articolo sembra che l’inviato speciale di Repubblica stia per cadere nella trappola della “burla”. Non è così. In realtà, confessa ai lettori del quotidiano, quella è una balla. Una menzogna, però, non dissimile al vero. Ciò che è falso a Napoli è vero a Milano, dove esistono file audio, scrive D’Avanzo, contenenti «un colloquio alquanto simile» a quello «dove “Silvio” e “Fedele” si intrattengono sulle virtù di una giovane signora planata dallo spettacolo nella politica». Conversazioni quasi identiche a quelle «malinconiche», nelle quali «il mago si protegge da ogni tentazione giovanile e pressing femminile». Purtroppo, spiega D’Avanzo, «la registrazione è stata mandata al macero, il 13 giugno, per decisione del giudice delle indagini preliminari Marina Zelante: la telefonata era irrilevante per il processo». Già, e Repubblica, informatissima, ne è a conoscenza e riesce a parlarne, in qualche modo. Niente processo, ovviamente.

CARFAGNA E BERLUSCONI. Luglio 2008. Altre intercettazioni. Molto piccanti, si dice. Tra il ministro delle Pari Opportunità, Mara Carfagna, e Berlusconi. Vengono da Napoli. Dalle stesse intercettazioni del “caso Saccà” che, grazie a un illecito, sono finite sui tavoli di Repubblica, alla fine del 2007. L‘Espresso dovrebbe pubblicarle la prima settimana di luglio, si mormora a Roma e nelle redazioni dei quotidiani nazionali. Ma alla fine non se ne fa nulla. Paolo Guzzanti racconterà che per fermarne la pubblicazione sia intervenuto addirittura il capo dello Stato. Tutti gli italiani, o quasi, però, sanno del loro contenuto. Dai banchi dell’opposizione, e naturalmente da Repubblica, si parla dell’”alto valore informativo” delle conversazioni, che perciò andrebbero pubblicate. Il tema? Non si tratta di banche, ma di sesso orale.

UNO SCOOP DALL’ARGENTINA. Ebbene, la notizia delle intercettazioni, coperte da segreto e irrilevanti, fece il giro del mondo (mica come il provincialissimo «abbiamo una banca» di Fassino). Arrivarono a un quotidiano argentino, il Clarin, che il 5 luglio parlò dei contenuti erotici, con dovizia di particolari. L’articolo fu ripreso anche da Sabina Guzzanti, che lo utilizzò per insultare Carfagna. L’11 luglio, Francesco Merlo, su Repubblica, chiese a Carfagna di fare chiarezza: «Sia irremovibile nel pretendere che sia pubblicato l’impubblicabile. Se ama se stessa, se ama l’Italia, se ama le Istituzioni delle quali ormai fa parte, il ministro Mara Carfagna non può più transigere: deve essere lei a battere i pugni in Consiglio dei ministri, in televisione, sui giornali, per chiedere la pubblicazione di quelle parti delle intercettazioni che la riguardano». Avrà dato lo stesso consiglio a Fassino? Certo che no.

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11 commenti

  1. conosco un politico

    Conoscete qualche Giornalista di La Repubblica che abbia mediaticamente violato la Legge per danneggiare un concorrente Politico alla Presidenza del Consiglio, abbia per ventanni usato la politica per diventare sempre più potente ed il proprio potere economico per comprare il consenso, abbia discreditato il proprio Paese agli occhi del mondo, portato l’ Italia alle più basse condizioni economiche sociali e di credibilità dalla fine della seconda guerra mondiale?
    E che questo Giornalista di La Repubblica, aspiri a diventare nientemeno che Presidente della Repubblica, sulle macerie di questo povero Paese?

    Io giornalisti così non ne conosco.
    Conosco però un politico che da ventanni sta rovinando il nostro futuro, spalleggiato da un giornalismo mercenario complice di tanto sfacelo.

    1. Luigi Amicone

      Conosco Uno Sciocco che si firma Conosco Un Politico che non può che impedirsi di riflettere sulla domanda essenziale che pone un articolo chiaro ed elementare nell’elenco di fatti analoghi a quello per cui è stato condannato (solo) Berlusconi. E la domanda essenziale è la seguente: Berlusconi o non Berlusconi, può un paese definito “democratico” e secondo “stato di diritto” ammettere un’applicazione della legge in modo arbitrario? Fosse pure il diavolo Berlusconi, una magistratura autonoma e indipendente dovrebbe rispondere alla Legge non alla lotta contro l’uno o l’altro degli attori politici. Ma se sei uno sciocco non puoi che impedirti di ragionare e non puoi che ripetere il mantra del “giornalismo mercenario”, dello “sfacelo” e dei “vent’anni di rovina” eccetera che ha fatto Berlusconi. Però lo sciocco non sa che Berlusconi ha fatto pure il buco nell’ozono.

      1. Conosco un Politico

        “può un paese definito “democratico” e secondo “stato di diritto” ammettere un’applicazione della legge in modo arbitrario?”

        Può un Paese Democratico e secondo “Stato di Diritto” (io metto le maiuscole) ammettere che un potere Politico comprato da accertate appartenenze a sette eversive, corruzioni di Magistrati, evasione fiscale, falsi in bilancio, tutti fatti PENALMENTE RILEVANTI e poi annacquati o insabbiati da leggi ad-personam, usi un fatto invece PENALMENTE IRRILEVANTE come una conversazione telefonica tra un politico di parte avversa ed un privato Cittadino per montare una campagna mediatica ripresa e amplificata da uno pseudogiornalismo mercenario?

        Amicone, non ci venga a raccontare che il Giornalista di Repubblica sarebbe più protetto dell’ ineffabile aspirante alla Presidenza della Repubblica.
        Il Giornalista di Repubblica, o del Corriere o del Fatto, eccetera, se presi con le mani nel sacco non si possono far confezionare le leggi su misura. I loro eventuali processi non arriverebbero a prescrizione, sarebbero celebrati fino alla fine.
        Il mondo Politico è pieno di galantuomini che, anche quando accusati ingiustamente, hanno accettato di farsi processare, sono stati assolti e si sono così guadagnati il rispetto di tutti.
        Uno così potrebbe diventare Presidente della Repubblica.

        1. CONOSCO UN RINCOGLIONITO

          Conosco un lobotomizzato dai media, che, come tantissimi altri, ripete come un mantra i soliti luoghi comuni triti e ritriti dell’antiberlusconismo.

          Il mondo politico, e non, è pieno di galantuomini fortunati che, accusati ingiustamente sono stati assolti.
          Ma è pieno soprattutto di galantuomini che, accusati ingiustamente, sono stati assolti dopo secoli, ma bruciati politicamente e con la vita privata distrutta.

          Conosco anche un mondo di magistrati che si scambiano mails senza il minimo pudore di mostrarsi imparziali nei confronti di imputati eccellenti.

          Tanto loro possono fare quel cavolo che gli pare, perché il CSM li assolverà sempre.
          Come essere giudicati dal sindacato per il quale si paga la tessera.

          Conosco anche questo detto di un magistrato: ” C’è una giustizia delle aule giudiziarie e una giustizia fattuale “.

          Citazione perfetta per l’articolo in questione.

          1. Charlie

            Vorrei solo aggiungere al commento di ” CONOSCO UN RINCOGLIONITO ” che ci sono anche politici e non politici che sono stati giudicati e condannati ingiustamente.

            E che ciò si può chiaramente evincere dal modo con cui i magistrati hanno condotto lo svolgimento processuale.

          2. Conosco un Politico

            Mi sa che ne conosci tanti di rincoglioniti.
            Prova a cominciare a frequentare gente più normale, che vorrebbe vivere in un Paese normale, con Politici normali, senza furbastri Unti dal Signore che sanno moltiplicare contemporaneamente i loro soldi ed i nostri problemi.
            Magari senza i luoghi comuni dell’ antiberlusconismo semplicemente perche mignottari, ruffiani, faccendieri, intrallazzatori, piduisti, giornalisti zerbini, emilifedi, lelimori, ruby, nicolmine, noemi, daddarie, condomini di oggettine, … tutta sta gente torni a fare i loro mestieri senza coinvolgere quel che rimane delle nostre povere istituzioni.

            Cosa ne diresti di qualche imbroglione in meno e onesto in più?
            Un pò di pietà per questa povera Italia, ventanni fa uno dei Paesi di punta del mondo civile, ormai regredita a livello del’ Africa nera in tutte le classifiche internazionali, a cominciare dalla qualità dell’ informazione.

          3. Enrico

            Sei così onesto e normale e …. che non hai nemmeno il coraggio di firmarti (non ci tengo a sapere chi sei, mi basta quel che scrivi)

          4. CONOSCO UN RINCOGLIONITO

            Effettivamente ne conosco tanti.

            Leggono giornali giustizialisti a senso unico.

            Conoscono o frequentano uomini politici che hanno sempre la fedina penale pulita, perché, se vengono pizzicati, ci sono giudici di Magistratura Democratica che li assolvono a prescindere o hanno una sorella che è amica del giudice, che impetra perché siano scagionati, e poi si va tutti insieme a fare una bella spaghettata in un ristorante sul mare.

            Che ne diresti di qualche esponente di Magistratura Democratica in meno e qualche giudice per una giustizia giusta in più ?

            O di qualche giornale scandalistico e manettaro in meno ?

            Sarebbe un enorme passo avanti per liberare le masse dal rimbecillimento e per alzare la qualità dell’informazione, che grazie a loro, quasi da quarant’anni è regredita a livello della Pravda.

          5. Conosco un Politico

            “Leggono giornali giustiziasti a senso unico”.

            Vuoi dire che anche dal’ altra parte ci sono aspiranti alla Presidenza della Repubblica che frequentano: “mignottari, ruffiani, faccendieri, intrallazzatori, piduisti, giornalisti zerbini, emilifedi, lelimori, ruby, nicolmine, noemi, daddarie, condomini di oggettine, …
            Magari se provi ad illuminarmi …
            Oppure che un tale Uomo di Stato potrebbe benissimo e decorosamente rappresentare 60 milioni di Italiani …
            E chi lo accompagnerebbe quando va in giro per il mondo? Nicole, Ruby, Noemi, una delle 30 olgettine o una qualche succhiatrice di calippi?
            Ti sentiresti rappresentato da lui?

            Va be, magari tu si, ma i milioni di Italiani che, in giro per il mondo si sono conquistati il rispetto con decenni di duro e onesto lavoro, cosa dovrebbero dire al papy bunga-bunga?
            Se però sono tutte invenzioni di Repubblica, Corriere, Le Monde, Economist, Financial Times, El Mundo, Frankfurter Allgemeine, dicci tu dove apprendere informazioni non a senso unico.

          6. CONOSCO PIU' POLITICI

            Tanto per incominciare io non mi sento rappresentato da questo capo di stato (il minuscolo è voluto).

            Perché è un ex-comunista che applaudì la sanguinosa repressione del popolo magiaro, quando l’URRS portò il suo fraterno aiuto all’Ungheria, massacrando i patrioti insorti nella rivoluzione del 1956.

            Avrebbe almeno dovuto nascondersi per la vergogna dopo la caduta del muro di Berlino nel 1989, se provasse il senso della vergogna.
            Non solo.
            E’ anche andato in Ungheria a posare una corona d’alloro sui caduti !
            Se ti senti rappresentato da lui, hai un bello stomaco !

            Né lui, né i suoi sodali sono spariti.
            Anzi, sono ancora sulla scena politica più pimpanti di prima e con una immancabile faccia di bronzo.

            Essere stati complici di una potenza straniera, che ha commesso efferati crimini in tutto il mondo in nome del comunismo e che è ignominiosamente caduta per implosione, è estremamente più grave di tutte le accuse da te citate, ammesso e non concesso che siano vere.

            E adesso veniamo al mazzo di gigli rossi.
            Metti gli occhiali da sole, perché l’illuminazione è forte.

            1 – PENATI, PD, ex braccio dx di Bersani, accusato di concussione e corruzione su ex-area Falck di Sesto S. Giovanni.
            Aveva annunciato che avrebbe rinunciato alla prescrizione, ma non si presenta nell’aula processuale e non risponde al telefono per dire al suo avvocato se rinuncia o no.
            Risultato: il capo d’imputazione per concussione è decaduto per prescrizione.
            Eh, non ci son più gli uomini di una volta che rispettano la parola data !

            2 – VENDOLA, SeL, presidente Regione Puglia, accusato di reati, dall’associazione a delinquere al falso, per la sanità pugliese.
            Assolto il 31.10.12 dal giudice delle udienze preliminari, Susanna De Felice, amica e abituale frequentatrice della sorella di Nchii, Patrizia.
            La Procura di Bari, per questo, ha impugnato la sentenza di assoluzione.
            Nichi aveva detto:
            ” Non sono indagato, né mai lo sarò. Fino a prova contraria non sono iscritto in nessun registro degli indagati, e, poiché la mia vita la conosco, so che non potrà mai accadere ” ( 05.08.2009 )
            Bella la tavolata in provincia di Brindisi nel 2006, in cui in una foto appaiono, tra vari amici vip di Nichi, la sorella e il giudice che lo assolse.

            3 – ERRANI, PD, presidente regione Emilia-Romagna, accusato di falso ideologico in atti pubblici, per aver dato un milione di Euro al fratello a capo della coop rossa ” Terre Emerse “.
            Il giudice Giangiacomo di magistratura democratica lo assolve, perché il dossier sui soldi dati alla coop del fratello conteneva sì dei dati falsi, ma prodotti senza dolo ! C’è chi può addirittura fare senza sapere quel che fa. E c’è chi può anche non aver fatto, ma di non sapere non se ne parla, a prescindere.

            4 – BASSOLINO, PD, ex-presidente della regione Campania, sotto processo al silenziatore per truffa aggravata e continuata allo Stato, frode, falso e abuso d’ufficio.
            Famoso per la sua capacità di smaltire la ” munnezza ” di Napoli !

            5 – DEL BONO, PD, ex-sindaco di Bologna condannato per truffa aggravata, peculato, intralcio alla giustizia e induzione a false dichiarazioni.

            6 – GORACCI, Rif. Com., vice-presidente del Consiglio Regionale Umbro arrestato ( con altri ) il 14.02.12 per associazione a delinquere, abuso d’ufficio e violenza sessuale su impiegata regionale.
            Reato di violenza sessuale aggravata per averlo perpetrato ” nella sua qualità di pubblico ufficiale e all’interno del proprio ufficio di sindaco “, quando lo fu a Gubbio.
            Su accuse ben circostanziate, il gip ha parlato di “un generale clima di intimidazione e di paura” all’interno del Comune di Gubbio, creato e mantenuto allo scopo di perseguire interessi privati.
            Con “… dipendenti e … soggetti estranei … ritenuti invisi od ostili al sodalizio …stabilmente posti in condizioni di emarginazione … e ingiustamente penalizzati”
            Della serie: ” O me la dai, o te ne vai ! “.

            Sono però tutte notizie de ” il Giornale ” , di ” Libero ” e de ” La Padania ” !
            Informazioni inventate di sana pianta e a senso unico.

  2. giuliano

    leggendo questo articolo si ricava l’insegnamento che la LEGGE è andata a farsi friggere, ha perso la sua aura sacrale e di indipendenza, è diventata una succursale comunista come una ONG o un ARCI. I magistrati complici con il loro ermellino potrebbero strofinarci i mobili di casa

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